Attualità
Manifestazione per le vittime delle mafie, c'era anche il presidio di Giovinazzo
Con Libera anche gli studenti del liceo Spinelli per l'evento che è tornato a Milano dopo 13 anni. Presente don Luigi Ciotti
Giovinazzo - lunedì 27 marzo 2023
Un'esperienza incredibile quella vissuta dal Presidio Libera di Giovinazzo e dagli studenti delle scuole secondarie di II grado della nostra città che, nel primo giorno di primavera, si sono recati a Milano per partecipare alla manifestazione in ricordo delle vittime innocenti delle mafie instituita nel 1996.
"È possibile" questo lo slogan scelto dall'associazione nazionale, di cui presidente è don Luigi Ciotti, per questa XXVIII Giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È possibile, in un mondo che corre, come il nostro, fermarsi ancora non solo per riflettere e ricordare ma anche per prendere coscienza che il fenomeno della criminalità organizzata non è in declino e che la storia ha spesso insegnato che, proprio quando sembrava dato per vinto, è riemerso con tutta la sua devastante forza.
Il Presidio, dedicato alla memoria di Michele Fazio (giovane vittima innocente di mafia barese), è partito alla volta del capoluogo lombardo nella serata di lunedì con un pullman messo gratuitamente a disposizione dall'amministrazione comunale. Il sindaco Michele Sollecito, accompagnato dalla giunta comunale, non si è lasciato sfuggire l'occasione di salutare personalmente i partecipanti prima della partenza; chiedendo loro di vivere la manifestazione con attenzione e con impegno, facendosi portavoce di un "no" alla criminalità organizzata che arriva anche dalla nostra Giovinazzo.
Giunti a Milano nella prima mattinata del 21marzo, i giovani della nostra comunità cittadina hanno partecipato al corteo partito da Porta Venezia che si è snodato per alcune delle vie principali della città e che, in tarda mattinata, ha raggiunto piazza Duomo, dove è avvenuta la lettura dei nomi delle oltre mille vittime innocenti delle mafie e il consueto intervento conclusivo del presidente di Libera, don Luigi Ciotti.
Dopo pranzo la ripartenza verso la Puglia che ha portato con sé più entusiasmo che stanchezza, nonostante il rientro in tarda notte. Un viaggio che non ha scoraggiato la partecipazione dei ragazzi del Presidio e soprattutto degli studenti che hanno accompagnato in questa avventura lombarda.
Si, perché circa 50 studenti, dal I al IV superiore, delle scuole secondarie di II grado di Giovinazzo hanno aderito a partire con i quattro rappresentanti del Presidio Libera locale; studenti che, sia durante quest'anno scolastico sia durante il precedente, hanno vissuto diversi incontri all'interno di due progetti di approfondimento e studio, curati dal Presidio Michele Fazio.
Progetti che hanno incuriosito gli studenti e li hanno resi più consapevoli sui temi della criminalità organizzata, della memoria delle vittime innocenti delle mafie e sui beni confiscati. La manifestazione di Milano, quindi, non poteva non essere la conclusione perfetta di questi percorsi e così è stata. Un viaggio sicuramente impegnativo ma che valeva la pena di essere affrontato per essere presenti in una giornata così significativa.
Peraltro, la fatica di due notti insonni è davvero un piccolo sacrificio di fronte al pensiero delle vite perdute a causa di mafie, corruzione e criminalità organizzata. Tanti loro familiari attendono ancora verità e giustizia.
Ed è per loro che l'impegno collettivo dei volontari di Libera e dei cittadini sensibili al tema diventa ogni giorno più necessario e urgente. Il dono più grande di questa manifestazione lo hanno ricevuto dalle parole di don Luigi Ciotti che nel suo intervento ha sottolineato come «finché non ci sarà una presa di coscienza collettiva sulle ricadute della peste mafiosa, non si riuscirà a estirpare il male alla radice, una radice che è culturale, sociale, etica. Oggi la differenza la fa l'indifferenza: questo non è uno dei problemi, è il problema, perché c'è una convivenza con le mafie dovuta a connivenza e a sottovalutazioni, con letture inadeguate e antiche della situazione».
Ed ha aggiunto: «I nostri ragazzi sono meravigliosi, ma hanno bisogno di adulti veri e della scuola, di insegnanti che vivano la professione come una vocazione. Una scuola che sia sovversiva, una spina nel fianco della rassegnazione. Così è possibile vincere le mafie, contagiare gli altri, scuotere le coscienze». E allora il presidio di Giovinazzo non può che augurarsi che questo 21 marzo a Milano continui a vivere nelle menti dei giovani concittadini perché solo partendo da loro "è possibile" ritornare a costruire un futuro ricco di legalità, partecipazione e impegno.
"È possibile" questo lo slogan scelto dall'associazione nazionale, di cui presidente è don Luigi Ciotti, per questa XXVIII Giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È possibile, in un mondo che corre, come il nostro, fermarsi ancora non solo per riflettere e ricordare ma anche per prendere coscienza che il fenomeno della criminalità organizzata non è in declino e che la storia ha spesso insegnato che, proprio quando sembrava dato per vinto, è riemerso con tutta la sua devastante forza.
Il Presidio, dedicato alla memoria di Michele Fazio (giovane vittima innocente di mafia barese), è partito alla volta del capoluogo lombardo nella serata di lunedì con un pullman messo gratuitamente a disposizione dall'amministrazione comunale. Il sindaco Michele Sollecito, accompagnato dalla giunta comunale, non si è lasciato sfuggire l'occasione di salutare personalmente i partecipanti prima della partenza; chiedendo loro di vivere la manifestazione con attenzione e con impegno, facendosi portavoce di un "no" alla criminalità organizzata che arriva anche dalla nostra Giovinazzo.
Giunti a Milano nella prima mattinata del 21marzo, i giovani della nostra comunità cittadina hanno partecipato al corteo partito da Porta Venezia che si è snodato per alcune delle vie principali della città e che, in tarda mattinata, ha raggiunto piazza Duomo, dove è avvenuta la lettura dei nomi delle oltre mille vittime innocenti delle mafie e il consueto intervento conclusivo del presidente di Libera, don Luigi Ciotti.
Dopo pranzo la ripartenza verso la Puglia che ha portato con sé più entusiasmo che stanchezza, nonostante il rientro in tarda notte. Un viaggio che non ha scoraggiato la partecipazione dei ragazzi del Presidio e soprattutto degli studenti che hanno accompagnato in questa avventura lombarda.
Si, perché circa 50 studenti, dal I al IV superiore, delle scuole secondarie di II grado di Giovinazzo hanno aderito a partire con i quattro rappresentanti del Presidio Libera locale; studenti che, sia durante quest'anno scolastico sia durante il precedente, hanno vissuto diversi incontri all'interno di due progetti di approfondimento e studio, curati dal Presidio Michele Fazio.
Progetti che hanno incuriosito gli studenti e li hanno resi più consapevoli sui temi della criminalità organizzata, della memoria delle vittime innocenti delle mafie e sui beni confiscati. La manifestazione di Milano, quindi, non poteva non essere la conclusione perfetta di questi percorsi e così è stata. Un viaggio sicuramente impegnativo ma che valeva la pena di essere affrontato per essere presenti in una giornata così significativa.
Peraltro, la fatica di due notti insonni è davvero un piccolo sacrificio di fronte al pensiero delle vite perdute a causa di mafie, corruzione e criminalità organizzata. Tanti loro familiari attendono ancora verità e giustizia.
Ed è per loro che l'impegno collettivo dei volontari di Libera e dei cittadini sensibili al tema diventa ogni giorno più necessario e urgente. Il dono più grande di questa manifestazione lo hanno ricevuto dalle parole di don Luigi Ciotti che nel suo intervento ha sottolineato come «finché non ci sarà una presa di coscienza collettiva sulle ricadute della peste mafiosa, non si riuscirà a estirpare il male alla radice, una radice che è culturale, sociale, etica. Oggi la differenza la fa l'indifferenza: questo non è uno dei problemi, è il problema, perché c'è una convivenza con le mafie dovuta a connivenza e a sottovalutazioni, con letture inadeguate e antiche della situazione».
Ed ha aggiunto: «I nostri ragazzi sono meravigliosi, ma hanno bisogno di adulti veri e della scuola, di insegnanti che vivano la professione come una vocazione. Una scuola che sia sovversiva, una spina nel fianco della rassegnazione. Così è possibile vincere le mafie, contagiare gli altri, scuotere le coscienze». E allora il presidio di Giovinazzo non può che augurarsi che questo 21 marzo a Milano continui a vivere nelle menti dei giovani concittadini perché solo partendo da loro "è possibile" ritornare a costruire un futuro ricco di legalità, partecipazione e impegno.