Politica
Maggioranza, ecco chi non ha votato per Sollecito al Consiglio metropolitano
Confronto serrato in queste ore, ma non ci sarà nessuna crisi
Giovinazzo - martedì 8 ottobre 2024
14.40
Sembra essere rientrata la paventata crisi di maggioranza a Giovinazzo, dopo un confronto serrato avvenuto dapprima sulle chat e poi a Palazzo di Città tra Michele Sollecito ed i suoi. Ricostruiamo i fatti.
Il sindaco aveva chiesto pubblicamente una verifica alle forze che lo sostengono in Aula Pignatelli dopo la sua mancata elezione, mentre ce l'aveva fatta Gianni Camporeale, in quota PD, appoggiato certamente dalla sinistra giovinazzese compatta, ma anche con sponsor "romani" e fuori dai confini comunali che ne hanno attestato negli anni coerenza ed impegno politico.
In sostanza a Sollecito mancavano alcuni voti dei "suoi", ma il mistero è stato risolto in poche ore: il primo è del presidente del Consiglio comunale, Francesco Cervone, in quota Tammacco, consigliere regionale, che aveva sin da venerdì palesato i suoi intenti per linea politica, con un percorso della sua componente a livello pugliese nell'ambito del centrosinistra.
Un altro voto mancante è del gruppo che fa riferimento all'assessore Alfonso Arbore, anch'esso però palese alla vigilia delle consultazioni metropolitane. Uno dato a Sollecito, l'altro no, finito ad esponenti esterni al comune (Vito Labianca, bitontino, poi eletto). I due aventi diritto erano Angelo Sciancalepore e Francesco Noviello, arrivati in Consiglio comunale con Sud al Centro. Nessun ripensamento per la scelta amministrativa di sostenere Sollecito a Giovinazzo, è stata la precisazione delle scorse ore. Niente a che vedere, insomma, con la realtà locale.
Ma il risultato finale dice che non sono i voti mancanti a Giovinazzo ad aver decretato la debacle - come lui stesso l'ha chiamata - di Sollecito, che ha preso la metà di quelli "ponderati" che servivano per essere eletti. Forse è mancato peso politico fuori dal territorio comunale e torna sempre il ritornello del civismo che in talune circostanze potrebbe essere penalizzante, senza scelte forti di campo.
Crisi rientrata?
Sembra di sì, secondo i bene informati, dopo un confronto tra Cervone, il vicesindaco Gaetano Depalo e lo stesso Sollecito. Intanto si era affrettato a far comprendere la sua decisione il consigliere Nicola Turturro, della lista "Con" che fa capo direttamente a Michele Emiliano. Turturro, anima dialogante della maggioranza, nella serata di lunedì 7 ottobre aveva postato una foto insieme al sindaco, ribadendo la sua vicinanza al progetto politico-amministrativo.
Forza Giovinazzo aveva votato per Sollecito, dopo il confronto tra Depalo ed i vertici regionali del partito: fondamentale portare avanti un degno rappresentante per Giovinazzo, nonostante Sollecito (e Depalma) non abbiano scelto da tempo a livello regionale lo stesso campo dei forzisti.
Nelle prossime ore ci potrebbero essere conferme o smentite, la politica si sa è mobile quanto la donna nel "Rigoletto", ma il quadro, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, dovrebbe essere questo. Restano sul piatto della bilancia una ritrovata compattezza a sinistra (a proposito, ma per il 2027 uno come Camporeale non meriterebbe la candidatura a sindaco dopo anni di battaglie coerenti?) e qualche mal di pancia in maggioranza, al netto di un confronto interno che proseguirà eccome nelle settimane a venire.
Crisi allontanata, almeno per ora, ma probabilmente sarebbe giusto parlare di sfogo del sindaco prematuro. O forse no.
Il sindaco aveva chiesto pubblicamente una verifica alle forze che lo sostengono in Aula Pignatelli dopo la sua mancata elezione, mentre ce l'aveva fatta Gianni Camporeale, in quota PD, appoggiato certamente dalla sinistra giovinazzese compatta, ma anche con sponsor "romani" e fuori dai confini comunali che ne hanno attestato negli anni coerenza ed impegno politico.
In sostanza a Sollecito mancavano alcuni voti dei "suoi", ma il mistero è stato risolto in poche ore: il primo è del presidente del Consiglio comunale, Francesco Cervone, in quota Tammacco, consigliere regionale, che aveva sin da venerdì palesato i suoi intenti per linea politica, con un percorso della sua componente a livello pugliese nell'ambito del centrosinistra.
Un altro voto mancante è del gruppo che fa riferimento all'assessore Alfonso Arbore, anch'esso però palese alla vigilia delle consultazioni metropolitane. Uno dato a Sollecito, l'altro no, finito ad esponenti esterni al comune (Vito Labianca, bitontino, poi eletto). I due aventi diritto erano Angelo Sciancalepore e Francesco Noviello, arrivati in Consiglio comunale con Sud al Centro. Nessun ripensamento per la scelta amministrativa di sostenere Sollecito a Giovinazzo, è stata la precisazione delle scorse ore. Niente a che vedere, insomma, con la realtà locale.
Ma il risultato finale dice che non sono i voti mancanti a Giovinazzo ad aver decretato la debacle - come lui stesso l'ha chiamata - di Sollecito, che ha preso la metà di quelli "ponderati" che servivano per essere eletti. Forse è mancato peso politico fuori dal territorio comunale e torna sempre il ritornello del civismo che in talune circostanze potrebbe essere penalizzante, senza scelte forti di campo.
Crisi rientrata?
Sembra di sì, secondo i bene informati, dopo un confronto tra Cervone, il vicesindaco Gaetano Depalo e lo stesso Sollecito. Intanto si era affrettato a far comprendere la sua decisione il consigliere Nicola Turturro, della lista "Con" che fa capo direttamente a Michele Emiliano. Turturro, anima dialogante della maggioranza, nella serata di lunedì 7 ottobre aveva postato una foto insieme al sindaco, ribadendo la sua vicinanza al progetto politico-amministrativo.
Forza Giovinazzo aveva votato per Sollecito, dopo il confronto tra Depalo ed i vertici regionali del partito: fondamentale portare avanti un degno rappresentante per Giovinazzo, nonostante Sollecito (e Depalma) non abbiano scelto da tempo a livello regionale lo stesso campo dei forzisti.
Nelle prossime ore ci potrebbero essere conferme o smentite, la politica si sa è mobile quanto la donna nel "Rigoletto", ma il quadro, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, dovrebbe essere questo. Restano sul piatto della bilancia una ritrovata compattezza a sinistra (a proposito, ma per il 2027 uno come Camporeale non meriterebbe la candidatura a sindaco dopo anni di battaglie coerenti?) e qualche mal di pancia in maggioranza, al netto di un confronto interno che proseguirà eccome nelle settimane a venire.
Crisi allontanata, almeno per ora, ma probabilmente sarebbe giusto parlare di sfogo del sindaco prematuro. O forse no.