Religioni
Madonna di Lourdes a Giovinazzo: quel senso di comunità che non si perde nel tempo - FOTO
Ieri mattina, 27 febbraio, la santa messa presieduta da Mons. Domenico Cornacchia
Giovinazzo - mercoledì 28 febbraio 2024
Ciò che resta è quel senso di comunità mai così coesa come nelle occasioni liturgiche e nella grandi manifestazioni della fede e della pietà popolare.
Giovinazzo si è riscoperta così, nelle scorse ore, ai piedi del simulacro della Beata Vergine Maria arrivato da Lourdes, lo stesso usato per le processioni aux flambeaux sotto la Grotta. In migliaia c'erano lunedì sera, in centinaia hanno affollato la parrocchia Sant'Agostino martedì mattina, 27 febbraio, per la santa messa presieduta da Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
Il prelato ha ricordato l'importante opera dell'Unitalsi, una istituzione del mondo cattolico, faro da 120 anni per ammalati e bisognosi. Ed ha ricordato durante l'omelia quanto sia importante per un credente affidarsi completamente, abbandonarsi all'amore di Maria, essere figli suoi con totale devozione. Perché la Madonna conosce le sofferenze e le pene di tutti, nessuno escluso.
Si è trattato per Giovinazzo e Molfetta (nella mattinata di ieri il trasferimento all'Opera "don Grittani") e per l'intera diocesi di una due giorni storica, un "privilegio" lo hanno definito tanti esperti del mondo cattolico.
Ancora una volta la comunità giovinazzese si è riscoperta figlia della Vergine, a cui da secoli si affida nei momenti più bui. Non c'è distinzione di censo, idee, appartenenze politiche che tengano. Ciò che conta è la devozione, la fede, la preghiera intensa che unisce, oggi come nel 1858 nel segno della speranza.
Non cambia e non cambierà facilmente perché quell'amore, quel credere fortemente in Dio e nello sguardo materno di Maria Vergine è sostanza stessa di questa comunità. Lo hanno capito bene don Cesare e don Leonardo, guide spirituali di Sant'Agostino, e lo ha capito monsignor Cornacchia. Immutato nel tempo resta lo sguardo rivolto al Cielo, permea le generazioni e si consolida, in controtendenza con la debordante secolarizzazione contemporanea.
Evviva Maria, che parla ai cuori della gente semplice di Giovinazzo e la rende migliore.
Giovinazzo si è riscoperta così, nelle scorse ore, ai piedi del simulacro della Beata Vergine Maria arrivato da Lourdes, lo stesso usato per le processioni aux flambeaux sotto la Grotta. In migliaia c'erano lunedì sera, in centinaia hanno affollato la parrocchia Sant'Agostino martedì mattina, 27 febbraio, per la santa messa presieduta da Mons. Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
Il prelato ha ricordato l'importante opera dell'Unitalsi, una istituzione del mondo cattolico, faro da 120 anni per ammalati e bisognosi. Ed ha ricordato durante l'omelia quanto sia importante per un credente affidarsi completamente, abbandonarsi all'amore di Maria, essere figli suoi con totale devozione. Perché la Madonna conosce le sofferenze e le pene di tutti, nessuno escluso.
Si è trattato per Giovinazzo e Molfetta (nella mattinata di ieri il trasferimento all'Opera "don Grittani") e per l'intera diocesi di una due giorni storica, un "privilegio" lo hanno definito tanti esperti del mondo cattolico.
Ancora una volta la comunità giovinazzese si è riscoperta figlia della Vergine, a cui da secoli si affida nei momenti più bui. Non c'è distinzione di censo, idee, appartenenze politiche che tengano. Ciò che conta è la devozione, la fede, la preghiera intensa che unisce, oggi come nel 1858 nel segno della speranza.
Non cambia e non cambierà facilmente perché quell'amore, quel credere fortemente in Dio e nello sguardo materno di Maria Vergine è sostanza stessa di questa comunità. Lo hanno capito bene don Cesare e don Leonardo, guide spirituali di Sant'Agostino, e lo ha capito monsignor Cornacchia. Immutato nel tempo resta lo sguardo rivolto al Cielo, permea le generazioni e si consolida, in controtendenza con la debordante secolarizzazione contemporanea.
Evviva Maria, che parla ai cuori della gente semplice di Giovinazzo e la rende migliore.