Vita di città
Luoghi del cuore FAI, Quelli dell'IVE al fianco di Luigi Nisio
L'appello dell'associazione ad appoggiare l'iniziativa del concittadino
Giovinazzo - mercoledì 29 agosto 2018
"I Luoghi del Cuore" è un concorso nazionale indetto dal Fondo per l'Ambiente Italiano al fine di valorizzare immobili di importanza storica o architettonica finito un po' nel dimenticatoio. Per l'Istituto Vittorio Emanuele II, come accaduto nel 2004, si sta battendo Luigi Nisio, cittadino innamorato di Giovinazzo e legatissimo a quel luogo che oggi è di proprietà della Città Metropolitana di Bari.
Raccoglie firme per portarlo in cima alla lista che sarà stilata dal FAI e lotta perché quei fondi arrivino in Puglia a ridare dignità ad un gigante semi-addormentato che fu convento domenicano e poi convitto per orfani.
In quel luogo opera il Delegato metropolitano alla struttura, Nicola De Matteo, già da alcuni anni ed è lui ad averlo trasformato in contenitore culturale, non senza tanti problemi legati all'agibilità di intere aree al suo interno.
A sostegno della campagna di Luigi Nisio è intervenuta negli scorsi giorni anche l'Associazione "Quelli dell'IVE", composta per lo più da ragazzi che tra quelle mura sono cresciuti. A parlare, anzi a scrivere su Facebook è stato Natale Colasuonno, segretario del gruppo, rivolgendosi a tutti i giovinazzesi per smuovere coscienza: «Siate orgogliosi - ha scritto - di avere una struttura come l'IVE da adibire e trasformare in location per accogliere tanti eventi culturali. "Quelli dell'IVE" hanno condiviso - sottolinea -. Cercate quindi di sostenere e firmare petizioni per iniziative in tal senso come quella dei "Luoghi del Cuore" FAI».
Su quella struttura, intanto, sono in corso periodici tavoli di confronto tra Comune e Città Metropolitana, nella speranza che si arrivi ad intercettare fondi pubblici per un restyling degno di tal nome. Appare ormai certo, però, che la destinazione di quel luogo, che fu di preghiera e di formazione in epoche diverse, debba tornare ad essere definitivamente quello di grande casa della cultura. Sulle modalità vanno poi limate le differenze di pensiero tra amministratori.
Un altri dato è ancor più certo: al di là dell'iniziativa FAI, bella, bellissima, la palla resta sempre in mano alla Città Metropolitana e ad Antonio Decaro. Non accorgersene è anacronistico oltre che fuorviante.
Raccoglie firme per portarlo in cima alla lista che sarà stilata dal FAI e lotta perché quei fondi arrivino in Puglia a ridare dignità ad un gigante semi-addormentato che fu convento domenicano e poi convitto per orfani.
In quel luogo opera il Delegato metropolitano alla struttura, Nicola De Matteo, già da alcuni anni ed è lui ad averlo trasformato in contenitore culturale, non senza tanti problemi legati all'agibilità di intere aree al suo interno.
A sostegno della campagna di Luigi Nisio è intervenuta negli scorsi giorni anche l'Associazione "Quelli dell'IVE", composta per lo più da ragazzi che tra quelle mura sono cresciuti. A parlare, anzi a scrivere su Facebook è stato Natale Colasuonno, segretario del gruppo, rivolgendosi a tutti i giovinazzesi per smuovere coscienza: «Siate orgogliosi - ha scritto - di avere una struttura come l'IVE da adibire e trasformare in location per accogliere tanti eventi culturali. "Quelli dell'IVE" hanno condiviso - sottolinea -. Cercate quindi di sostenere e firmare petizioni per iniziative in tal senso come quella dei "Luoghi del Cuore" FAI».
Su quella struttura, intanto, sono in corso periodici tavoli di confronto tra Comune e Città Metropolitana, nella speranza che si arrivi ad intercettare fondi pubblici per un restyling degno di tal nome. Appare ormai certo, però, che la destinazione di quel luogo, che fu di preghiera e di formazione in epoche diverse, debba tornare ad essere definitivamente quello di grande casa della cultura. Sulle modalità vanno poi limate le differenze di pensiero tra amministratori.
Un altri dato è ancor più certo: al di là dell'iniziativa FAI, bella, bellissima, la palla resta sempre in mano alla Città Metropolitana e ad Antonio Decaro. Non accorgersene è anacronistico oltre che fuorviante.