Vita di città
Lotte sindacali, un docu-film sulle Acciaierie
Oggi la proiezione del documentario "L'acqua calda e l'acqua fredda"
Giovinazzo - venerdì 24 aprile 2015
03.12
Sarà presentato quest'oggi l'interessante documentario sul lavoro degli operai nelle Acciaierie e Ferriere Pugliesi di Giovinazzo, sulle lotte sindacali per la salute e per il salario, e sulle tante storie di emigrazione dall'Italia meridionale verso il nord che ha rappresentato per tanti anni in passato il mito del benessere.
Il titolo del documentario, un lavoro autoprodotto di Marina Resta e Giulio Todescan, è "L'acqua calda e l'acqua fredda" e sarà presentato alle ore 18.00 nella sala Marano, (in un evento dal titolo "Quando c'erano le AFP. Esercitando la memoria" organizzato da Cosmo Damiano Stufano), e nel giorno della Festa del Lavoro a Vicenza, al cinema Primavera. È infatti attorno a queste due città che si snodano le vicende raccontate nei 56 minuti di durata del documentario.
Sono le storie degli operai che lavoravano alle Acciaierie Ferriere Pugliesi, di Giovinazzo, fondate negli anni '20 del Novecento dalla famiglia Scianatico e rimaste in attività fino agli anni '80. Operai che avevano portato avanti molte lotte contro le pessime condizioni di lavoro, per la loro salute, e contro l'utilizzo dell'amianto in fabbrica. Poi, dopo la chiusura per la crisi del settore, iniziò una trentina d'anni fa l'altra storia, quella dei figli degli operai che, privi di prospettive, emigrano al nord, verso le Acciaierie Valbruna, di Vicenza, dove ancora oggi circa metà delle maestranze vengono dalla Puglia e da Giovinazzo in particolare.
"L'acqua calda e l'acqua fredda" è un viaggio fra il settentrione e il meridione italiano, ma anche tra presente e passato, raccontato attraverso le testimonianze degli operai, e con materiali d'archivio e immagini delle due città. Ne emergono temi attuali anche oggi, quali le difficoltà dell'integrazione e la doppia valenza del lavoro in acciaieria, che è strumento di benessere economico ed emancipazione sociale ma, al tempo stesso, è anche portatore di rischi per la salute e per l'ambiente.
«Nel 2011 - spiega Cosmo Damiano Stufano - i due registi si sono imbattuti in un saggio di Devi Sacchetto, professore di Sociologia all'Università di Padova, sull'attuale immigrazione meridionale in Veneto. Fra le storie raccontate ci ha colpito quella delle Acciaierie Valbruna di Vicenza, dove la maggior parte dei circa mille operai proviene dal sud Italia, e in particolare da Giovinazzo. Per descrivere quella strana mescolanza di veneti e pugliesi, un dirigente dell'azienda citato nel testo utilizzava la metafora dell'acqua calda e dell'acqua fredda, la cui unione dà vita a qualcosa di nuovo e più complesso».
«La storia - prosegue l'organizzatore dell'iniziativa patrocinata dal Comune di Giovinazzo e dalla Città Metropolitana di Bari - era in effetti più complessa, perché dietro alla vicenda dei valbruniani se ne nascondeva un'altra, che affondava le radici 800 chilometri più a sud e molti decenni a ritroso nel tempo. Nelle Acciaierie Ferriere Pugliesi, che per oltre mezzo secolo aveva dato lavoro a un intero paese, si era formata una combattiva classe operaia, di cui gli operai emigrati al Nord sono in qualche modo gli eredi».
Oltre alla proiezione in anteprima del documentario, Isidoro Davide Mortellaro presenterà "Le Ferriere tra gli ulivi", il libro della compianta Antonella Pugliese che ripercorre le vicende delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi di Giovinazzo e delle organizzazioni sociali e politiche che, nell'area di Bari, inaugurarono le forme del moderno conflitto industriale in Italia, e sarà anche allestita una mostra fotografica a cura di Marcello Di Leo.
Infine spazio al dibattito con gli interventi di Ornella Bianchi, docente di Storia delle Relazioni Industriali presso l'Università di Bari, e Donato Stefanelli della Fiom Puglia. A coordinare i lavori Luigi Masella, numero uno della Fondazione Gramsci Puglia.
Il titolo del documentario, un lavoro autoprodotto di Marina Resta e Giulio Todescan, è "L'acqua calda e l'acqua fredda" e sarà presentato alle ore 18.00 nella sala Marano, (in un evento dal titolo "Quando c'erano le AFP. Esercitando la memoria" organizzato da Cosmo Damiano Stufano), e nel giorno della Festa del Lavoro a Vicenza, al cinema Primavera. È infatti attorno a queste due città che si snodano le vicende raccontate nei 56 minuti di durata del documentario.
Sono le storie degli operai che lavoravano alle Acciaierie Ferriere Pugliesi, di Giovinazzo, fondate negli anni '20 del Novecento dalla famiglia Scianatico e rimaste in attività fino agli anni '80. Operai che avevano portato avanti molte lotte contro le pessime condizioni di lavoro, per la loro salute, e contro l'utilizzo dell'amianto in fabbrica. Poi, dopo la chiusura per la crisi del settore, iniziò una trentina d'anni fa l'altra storia, quella dei figli degli operai che, privi di prospettive, emigrano al nord, verso le Acciaierie Valbruna, di Vicenza, dove ancora oggi circa metà delle maestranze vengono dalla Puglia e da Giovinazzo in particolare.
"L'acqua calda e l'acqua fredda" è un viaggio fra il settentrione e il meridione italiano, ma anche tra presente e passato, raccontato attraverso le testimonianze degli operai, e con materiali d'archivio e immagini delle due città. Ne emergono temi attuali anche oggi, quali le difficoltà dell'integrazione e la doppia valenza del lavoro in acciaieria, che è strumento di benessere economico ed emancipazione sociale ma, al tempo stesso, è anche portatore di rischi per la salute e per l'ambiente.
«Nel 2011 - spiega Cosmo Damiano Stufano - i due registi si sono imbattuti in un saggio di Devi Sacchetto, professore di Sociologia all'Università di Padova, sull'attuale immigrazione meridionale in Veneto. Fra le storie raccontate ci ha colpito quella delle Acciaierie Valbruna di Vicenza, dove la maggior parte dei circa mille operai proviene dal sud Italia, e in particolare da Giovinazzo. Per descrivere quella strana mescolanza di veneti e pugliesi, un dirigente dell'azienda citato nel testo utilizzava la metafora dell'acqua calda e dell'acqua fredda, la cui unione dà vita a qualcosa di nuovo e più complesso».
«La storia - prosegue l'organizzatore dell'iniziativa patrocinata dal Comune di Giovinazzo e dalla Città Metropolitana di Bari - era in effetti più complessa, perché dietro alla vicenda dei valbruniani se ne nascondeva un'altra, che affondava le radici 800 chilometri più a sud e molti decenni a ritroso nel tempo. Nelle Acciaierie Ferriere Pugliesi, che per oltre mezzo secolo aveva dato lavoro a un intero paese, si era formata una combattiva classe operaia, di cui gli operai emigrati al Nord sono in qualche modo gli eredi».
Oltre alla proiezione in anteprima del documentario, Isidoro Davide Mortellaro presenterà "Le Ferriere tra gli ulivi", il libro della compianta Antonella Pugliese che ripercorre le vicende delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi di Giovinazzo e delle organizzazioni sociali e politiche che, nell'area di Bari, inaugurarono le forme del moderno conflitto industriale in Italia, e sarà anche allestita una mostra fotografica a cura di Marcello Di Leo.
Infine spazio al dibattito con gli interventi di Ornella Bianchi, docente di Storia delle Relazioni Industriali presso l'Università di Bari, e Donato Stefanelli della Fiom Puglia. A coordinare i lavori Luigi Masella, numero uno della Fondazione Gramsci Puglia.