Attualità
Liberata in mare la tartaruga salvata il 27 agosto scorso
Ieri la breve cerimonia alla presenza del WWF Puglia e della Guardia Costiera
Giovinazzo - domenica 25 settembre 2016
05.00
La vita di una tartaruga caretta caretta, salvata il 27 agosto a Giovinazzo, ha ripreso il suo corso naturale. Ieri mattina la liberazione in alto mare sotto lo sguardo attento ed amorevole di Pasquale Salvemini del WWF Puglia e degli uomini della Ufficio Locale Marittimo, guidati dal vice comandante Antonio Palmieri.
L'esemplare era stato salvato da un cittadino giovinazzese, Nicola Lobasso, in località Cappella (come raccontato dalla nostra redazione in un articolo del 2 settembre scorso, ndr). Intuite le difficoltà, Lobasso non aveva esitato a tuffarsi in mare per recuperare il rettile e probabilmente salvarlo da morte certa.
Quella di ieri mattina è stata una cerimonia sobria, ma condivisa da tanta gente, tra cui decine di bimbi accorsi in Cala Porto per assistere alla prima fase dell'operazione, completata poi in mare aperto. Dal giorno del suo ritrovamento, la tartaruga è stata curata da Pasquale Salvemini e dallo staff del WWF della sezione molfettese.
Si tratta di un esemplare splendido di caretta caretta, ritrovato in precarie condizioni di salute perché denutrito ed infestato dai parassiti. Ghiotta di pesce azzurro, la tartaruga di questa specie è stata alimentata con sgombri, gamberi ed alici, anche se le testuggini non disdegnano nemmeno alghe e meduse.
Nel corso della cerimonia, Pasquale Salvemini ha anche illustrato ai presenti quali sono le tipologie di tartarughe presenti nel Mediterraneo. L'attivista WWF ha spiegato che ne esistono tre tipi: la caretta caretta, appunto, quella verde, abituata a cibarsi praticamente solo di alghe, e la cosiddetta liuto, di colore nero, che arriva a pesare anche 800 kg. Il sesso, invece, è determinato dalla lunghezza della coda, più lunga per i maschi, più corta per le femmine.
Era prevista per ieri anche la liberazione di un altro esemplare che aveva ingerito un amo, devastandosi l'esofago, ma i tempi di recupero da un intervento chirurgico si sarebbero dilatati e quindi questo evento è slittato.
Il sindaco, Tommaso Depalma, nel ricordare ai presenti l'importanza del rispetto per l'ambiente e per la flora e la fauna marina, ha voluto "battezzare" la tartaruga dandole il nome Giovinazzo, abbreviato in Giò dallo stesso Pasquale Salvemini, il quale ha provveduto alla sua "marchiatura", una sorta di codice che indicherà agli esperti il luogo da cui è ripartito l'esemplare.
Emozionante il saluto finale dall'imbarcazione di proprietà di Michele Spadavecchia, un'operazione riuscita anche grazie alla collaborazione del Centro Velico: Giò ha ripreso il mare tra gli applausi dei presenti, quasi a simboleggiare la speranza di una comunità intera che l'ha adottata e che le augura di non imbattersi più in pericoli e di continuare a vivere una lunga vita in acqua.
Nella nostra gallery alcuni momenti della cerimonia.
L'esemplare era stato salvato da un cittadino giovinazzese, Nicola Lobasso, in località Cappella (come raccontato dalla nostra redazione in un articolo del 2 settembre scorso, ndr). Intuite le difficoltà, Lobasso non aveva esitato a tuffarsi in mare per recuperare il rettile e probabilmente salvarlo da morte certa.
Quella di ieri mattina è stata una cerimonia sobria, ma condivisa da tanta gente, tra cui decine di bimbi accorsi in Cala Porto per assistere alla prima fase dell'operazione, completata poi in mare aperto. Dal giorno del suo ritrovamento, la tartaruga è stata curata da Pasquale Salvemini e dallo staff del WWF della sezione molfettese.
Si tratta di un esemplare splendido di caretta caretta, ritrovato in precarie condizioni di salute perché denutrito ed infestato dai parassiti. Ghiotta di pesce azzurro, la tartaruga di questa specie è stata alimentata con sgombri, gamberi ed alici, anche se le testuggini non disdegnano nemmeno alghe e meduse.
Nel corso della cerimonia, Pasquale Salvemini ha anche illustrato ai presenti quali sono le tipologie di tartarughe presenti nel Mediterraneo. L'attivista WWF ha spiegato che ne esistono tre tipi: la caretta caretta, appunto, quella verde, abituata a cibarsi praticamente solo di alghe, e la cosiddetta liuto, di colore nero, che arriva a pesare anche 800 kg. Il sesso, invece, è determinato dalla lunghezza della coda, più lunga per i maschi, più corta per le femmine.
Era prevista per ieri anche la liberazione di un altro esemplare che aveva ingerito un amo, devastandosi l'esofago, ma i tempi di recupero da un intervento chirurgico si sarebbero dilatati e quindi questo evento è slittato.
Il sindaco, Tommaso Depalma, nel ricordare ai presenti l'importanza del rispetto per l'ambiente e per la flora e la fauna marina, ha voluto "battezzare" la tartaruga dandole il nome Giovinazzo, abbreviato in Giò dallo stesso Pasquale Salvemini, il quale ha provveduto alla sua "marchiatura", una sorta di codice che indicherà agli esperti il luogo da cui è ripartito l'esemplare.
Emozionante il saluto finale dall'imbarcazione di proprietà di Michele Spadavecchia, un'operazione riuscita anche grazie alla collaborazione del Centro Velico: Giò ha ripreso il mare tra gli applausi dei presenti, quasi a simboleggiare la speranza di una comunità intera che l'ha adottata e che le augura di non imbattersi più in pericoli e di continuare a vivere una lunga vita in acqua.
Nella nostra gallery alcuni momenti della cerimonia.