Politica
Lettera aperta di Sollecito a Natalicchio
«Scambiata la violenza per la parresia»
Giovinazzo - sabato 17 ottobre 2015
14.27
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviataci dal Vice-Sindaco, Michele Sollecito, ed indirizzata all'ex primo cittadino, Antonello Natalicchio, in seguito al comizio del Partito Democratico tenutosi sabato scorso.
Al professore ed a quanti fossero toccati dalla lettera, ove lo ritenessero opportuno, la possibilità di controreplica nei medesimi termini, seguendo sempre unicamente la linea del confronto politico.
«Egregio Prof. Natalicchio, ho ascoltato le sue esternazioni al comizio del PD di domenica 11 ottobre e ho deciso di scriverle questa lettera aperta a titolo personale senza coinvolgere la parte politica che rappresento. Vede, probabilmente i suoi suggeritori e colleghi di partito le avranno riferito il mio intervento in piazza del 19 settembre scorso in modo non veritiero cercando inopinatamente di mettere del "pepe" nel suo discorso.
Non ho mai detto e dico mai, che "lei è un ladro". Né detto, né tantomeno scritto. Mi ha infine lasciato basito la sua chiosa a me rivolta "abbandoni la violenza". Prof. Natalicchio la violenza non mi è mai appartenuta, notoriamente sono un uomo nonviolento e mi adopero per la diffusione di una cultura di pace sempre e ovunque.
In tutto questo lei ha avuto modo di costruire artificiosamente il suo discorso coinvolgendo, in modo improprio, un componente della mia famiglia sulla base di un sillogismo privo di ogni fondamento. Sappia che ha davvero sbagliato a tirare in ballo persone che non hanno nulla a che fare con questa storia e con la mia personale e libera esperienza politica.
Prof. Natalicchio, il punto è che lei ha scambiato la violenza per la parresia. Quella parresia che mi spinge anche adesso a dire che le mie considerazioni espresse il 19 settembre scorso in pubblica piazza sono state del tutto ignorate dal suo partito. Allora ci riprovo in modo chiaro con lo spirito di sempre ossia di restare sul piano politico della questione, senza nessun astio personale:
1. Vi è o no quantomeno una questione di inopportunità quando il dominus del Partito Democratico locale, nonché membro del direttivo locale (a stagioni alterne), nonché in passato anche membro del direttivo provinciale, nonché colui che per l'intero PD ha presentato alla città il candidato sindaco della tornata del 2012 in qualità di "padre nobile" (sic) del PD, combacia con il tecnico (ingegnere) che è implicato (per carità legittimamente in qualità di tecnico appunto) in gran parte delle procedure urbanistiche ed edilizie di Giovinazzo?
La D1.1 e la maglia C3, le due più grandi maglie approvate o seguite nel suo evolversi dalla sua Amministrazione, e quindi dal suo partito, implicano risvolti lavorativi importanti per i tecnici coinvolti in ambito privato. Che poi siano due maglie che per un motivo o per l'altro hanno recato o recano "qualche problema" non fa altro che aggiungere peso alla questione di "opportunità" che è alla base dell'imbarazzante doppia figura del politico-dirigente di partito e del tecnico-ingegnere.
2. Vi è o no una questione di inopportunità quando l'ex segretario del suo partito, il PD, nonché Consigliere comunale, viene assunto dall'Ente consorziale Conca Barese dal 23 febbraio 2010 quale unico dipendente dello stesso proprio durante l'espletamento del suo mandato come Consigliere di maggioranza? Come è avvenuta la selezione per l'assunzione? Ricordo che l'Ente è partecipato e controllato dal nostro Comune insieme ad altri.
Tecnicamente è stato conferito al Consigliere [...] un ruolo che non è di "coordinamento" all'interno del Consorzio. Nondimeno risulta essere l'unico dipendente assunto del Consorzio quindi, a rigor di logica, dovrà pure coordinare le attività del Consorzio stesso. Dunque anche qui, se a rigor di legge (norme sul conflitto d'interesse - TUEL) non vi è codicisticamente conflitto di interessi, vi è una grandissima questione di inopportunità politica e personale soprattutto in virtù dell'assunzione diretta preservata ad un Consigliere comunale chiamato ad esercitare, tra le altre cose, funzioni di controllo sull'Ente consorziale di cui è dipendente (penso all'approvazione in Consiglio comunale, come accaduto in passato, di debiti fuori bilancio presentati dal Consorzio per "fatti di gestione" in presenza del citato Consigliere). Lascio al Consigliere le deduzioni del caso se ha abbastanza rispetto per il ruolo che ricopriva e che attualmente ricopre ancora.
Certo lei, di gran lunga più intelligente, ha evitato il conflitto di interessi ,facendo coesistere due legittimi interessi, quello lavorativo e quello politico. Peccato che fra le due sedi c'erano 1.000 chilometri di distanza. In definitiva il conflitto di interessi implica una scelta. Si può esercitare l'attività professionale pure fuori dal Comune e fare politica ugualmente. Le due cose si possono fare tranquillamente. È quando si scontrano per procurare un vantaggio personale che si genera un corto circuito.
Come vede la mia discussione si esaurisce tutta sul piano dell'opportunità politica, senza minimamente toccare le sfere personali e le famiglie di ciascuno, fatte sempre salve le qualità principali di onestà e di buona volontà con le quali, glielo riconosco, anche lei ha vissuto l'appassionante avventura politica.
Non ribatta, la prego, additando il conflitto di interesse presunto legato ad alcuni Consiglieri e associazionismo (durante il suo comizio ha fatto l'esempio dell'hockey AFP che tra l'altro non percepisce un euro di contributo pubblico). Sappia che i contributi alle associazioni sono sempre esistiti (le ricordo per esempio il caso della Touring Juvenatium e del suo fondatore che era assessore nella sua Giunta). Farebbe un torto alla sua intelligenza se mettesse sullo stesso piano il conflitto di interessi legato a iniziative associative che vanno a vantaggio di tutti con il probabile conflitto di interesse fatto di interessi professionali che fanno solo il vantaggio dell'interessato.
Insomma una assunzione di lavoro o l'approvazione di una maglia intera o di una variante alla stessa maglia, e tutto ciò che legittimamente in campo privato comporta dal punto di vista lavorativo (progetti, direzione lavori ecc.), non è paragonabile in termini di opportunità al contributo per una associazione che svolge un evento per tutti e che ovviamente documenta la spese.
Il mio era un messaggio di salvaguardia perché la buona politica (quella non solo condotta da chi è in maggioranza ma anche dall'opposizione) possa essere preservata da questo corto circuito. Ho notato che questo messaggio ha "innervosito" oltremodo qualche suo collega di partito, magari ha colpito il cuore stesso del partito, tanto che è dovuto tornare lei sul palco dopo anni e attaccare, ahimé, anche sul piano personale.
Nonostante tutto, con rispetto».
Al professore ed a quanti fossero toccati dalla lettera, ove lo ritenessero opportuno, la possibilità di controreplica nei medesimi termini, seguendo sempre unicamente la linea del confronto politico.
«Egregio Prof. Natalicchio, ho ascoltato le sue esternazioni al comizio del PD di domenica 11 ottobre e ho deciso di scriverle questa lettera aperta a titolo personale senza coinvolgere la parte politica che rappresento. Vede, probabilmente i suoi suggeritori e colleghi di partito le avranno riferito il mio intervento in piazza del 19 settembre scorso in modo non veritiero cercando inopinatamente di mettere del "pepe" nel suo discorso.
Non ho mai detto e dico mai, che "lei è un ladro". Né detto, né tantomeno scritto. Mi ha infine lasciato basito la sua chiosa a me rivolta "abbandoni la violenza". Prof. Natalicchio la violenza non mi è mai appartenuta, notoriamente sono un uomo nonviolento e mi adopero per la diffusione di una cultura di pace sempre e ovunque.
In tutto questo lei ha avuto modo di costruire artificiosamente il suo discorso coinvolgendo, in modo improprio, un componente della mia famiglia sulla base di un sillogismo privo di ogni fondamento. Sappia che ha davvero sbagliato a tirare in ballo persone che non hanno nulla a che fare con questa storia e con la mia personale e libera esperienza politica.
Prof. Natalicchio, il punto è che lei ha scambiato la violenza per la parresia. Quella parresia che mi spinge anche adesso a dire che le mie considerazioni espresse il 19 settembre scorso in pubblica piazza sono state del tutto ignorate dal suo partito. Allora ci riprovo in modo chiaro con lo spirito di sempre ossia di restare sul piano politico della questione, senza nessun astio personale:
1. Vi è o no quantomeno una questione di inopportunità quando il dominus del Partito Democratico locale, nonché membro del direttivo locale (a stagioni alterne), nonché in passato anche membro del direttivo provinciale, nonché colui che per l'intero PD ha presentato alla città il candidato sindaco della tornata del 2012 in qualità di "padre nobile" (sic) del PD, combacia con il tecnico (ingegnere) che è implicato (per carità legittimamente in qualità di tecnico appunto) in gran parte delle procedure urbanistiche ed edilizie di Giovinazzo?
La D1.1 e la maglia C3, le due più grandi maglie approvate o seguite nel suo evolversi dalla sua Amministrazione, e quindi dal suo partito, implicano risvolti lavorativi importanti per i tecnici coinvolti in ambito privato. Che poi siano due maglie che per un motivo o per l'altro hanno recato o recano "qualche problema" non fa altro che aggiungere peso alla questione di "opportunità" che è alla base dell'imbarazzante doppia figura del politico-dirigente di partito e del tecnico-ingegnere.
2. Vi è o no una questione di inopportunità quando l'ex segretario del suo partito, il PD, nonché Consigliere comunale, viene assunto dall'Ente consorziale Conca Barese dal 23 febbraio 2010 quale unico dipendente dello stesso proprio durante l'espletamento del suo mandato come Consigliere di maggioranza? Come è avvenuta la selezione per l'assunzione? Ricordo che l'Ente è partecipato e controllato dal nostro Comune insieme ad altri.
Tecnicamente è stato conferito al Consigliere [...] un ruolo che non è di "coordinamento" all'interno del Consorzio. Nondimeno risulta essere l'unico dipendente assunto del Consorzio quindi, a rigor di logica, dovrà pure coordinare le attività del Consorzio stesso. Dunque anche qui, se a rigor di legge (norme sul conflitto d'interesse - TUEL) non vi è codicisticamente conflitto di interessi, vi è una grandissima questione di inopportunità politica e personale soprattutto in virtù dell'assunzione diretta preservata ad un Consigliere comunale chiamato ad esercitare, tra le altre cose, funzioni di controllo sull'Ente consorziale di cui è dipendente (penso all'approvazione in Consiglio comunale, come accaduto in passato, di debiti fuori bilancio presentati dal Consorzio per "fatti di gestione" in presenza del citato Consigliere). Lascio al Consigliere le deduzioni del caso se ha abbastanza rispetto per il ruolo che ricopriva e che attualmente ricopre ancora.
Certo lei, di gran lunga più intelligente, ha evitato il conflitto di interessi ,facendo coesistere due legittimi interessi, quello lavorativo e quello politico. Peccato che fra le due sedi c'erano 1.000 chilometri di distanza. In definitiva il conflitto di interessi implica una scelta. Si può esercitare l'attività professionale pure fuori dal Comune e fare politica ugualmente. Le due cose si possono fare tranquillamente. È quando si scontrano per procurare un vantaggio personale che si genera un corto circuito.
Come vede la mia discussione si esaurisce tutta sul piano dell'opportunità politica, senza minimamente toccare le sfere personali e le famiglie di ciascuno, fatte sempre salve le qualità principali di onestà e di buona volontà con le quali, glielo riconosco, anche lei ha vissuto l'appassionante avventura politica.
Non ribatta, la prego, additando il conflitto di interesse presunto legato ad alcuni Consiglieri e associazionismo (durante il suo comizio ha fatto l'esempio dell'hockey AFP che tra l'altro non percepisce un euro di contributo pubblico). Sappia che i contributi alle associazioni sono sempre esistiti (le ricordo per esempio il caso della Touring Juvenatium e del suo fondatore che era assessore nella sua Giunta). Farebbe un torto alla sua intelligenza se mettesse sullo stesso piano il conflitto di interessi legato a iniziative associative che vanno a vantaggio di tutti con il probabile conflitto di interesse fatto di interessi professionali che fanno solo il vantaggio dell'interessato.
Insomma una assunzione di lavoro o l'approvazione di una maglia intera o di una variante alla stessa maglia, e tutto ciò che legittimamente in campo privato comporta dal punto di vista lavorativo (progetti, direzione lavori ecc.), non è paragonabile in termini di opportunità al contributo per una associazione che svolge un evento per tutti e che ovviamente documenta la spese.
Il mio era un messaggio di salvaguardia perché la buona politica (quella non solo condotta da chi è in maggioranza ma anche dall'opposizione) possa essere preservata da questo corto circuito. Ho notato che questo messaggio ha "innervosito" oltremodo qualche suo collega di partito, magari ha colpito il cuore stesso del partito, tanto che è dovuto tornare lei sul palco dopo anni e attaccare, ahimé, anche sul piano personale.
Nonostante tutto, con rispetto».