Capitano Ultimo a Giovinazzo. <span>Foto Gianluca Battista</span>
Capitano Ultimo a Giovinazzo. Foto Gianluca Battista
Attualità

Legalità e tutela dell'ambiente: la ricetta di Capitano Ultimo

Ieri sera l'intervento in Sala Marano dell'uomo che arrestò Totò Riina

Valore paesaggistico, tutela dell'ambiente e legalità erano i tre temi al centro della serata di venerdì 17 marzo all'interno di un'affollatissima Sala Marano dell'Istituto Vittorio Emanuele II, in cui ospite d'onore era Sergio De Caprio, conosciuto come Capitano Ultimo, ormai cittadino onorario di Giovinazzo, l'uomo che arrestò Totò Riina. Una serata, organizzata in realtà con il contributo decisivo dell'ex sindaco Tommaso Depalma, a cui sono intervenuti i vertici militari e diversi esponenti della Giunta comunale, e nel corso della quale l'Aiap Giovinazzo ha fatto dono all'ex Carabiniere di una riproduzione in scala della cappelletta che De Caprio ha edificato nella sua tenuta, lì dove si occupa di tante persone con differenti problemi, nel silenzio assordante delle istituzioni.

GLI INTERVENTI PRELIMINARI
Le testimonianze di Angelo Annese, vicepresidente ANCI Puglia e sindaco di Monopoli, e Fiorenza Pascazio, presidente AGER e sindaco di Bitetto, hanno puntato i riflettori rispettivamente sulla necessità di educare le comunità cittadine a fare bene la differenziata e soprattutto a cercare di completare il ciclo dei rifiuti adottando misure efficaci che portino alla realizzazione di impianti moderni, che evitino di spendere tanto danaro pubblico per riciclarli altrove.

Il saluto a De Caprio è stato portato anche dalla presidentessa dell'Associazione Imprenditori Molfetta, Maddalena Pisani, nonché dal presidente dell'associazione giovinazzese Libero Pensiero, Mimmo Arcieri.

La serata era stata invece aperta dall'intervento del sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito, il quale aveva ricordato quanto sia importante in una regione come la Puglia limitare la diffusione di pessime pratiche come l'abbandono dei rifiuti nell'agro, proprio perché il turismo legato al paesaggio è ormai voce preponderante dell'economia locale. Terribile, in tema di tutela ambientale, anche i continui roghi e la cannibalizzazione delle auto nelle campagne del Nord Barese, mercato lucroso per le mafie.

LA LECTIO MAGISTRALIS DI CAPITANO ULTIMO

Ambiente -
Capitano Ultimo ha dato la sua visione del domani e probabilmente dell'oggi in materia di tutela del paesaggio e nuove economie. Per De Caprio «possiamo sognare politiche differenti con una progettazione negoziata con le comunità creando contratti di costa, di lago, di fiume che coinvolgano i cittadini, i contadini, gli artigiani e gli imprenditori. Gli strumenti esistono - ha quindi ribadito l'ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria - ma c'è bisogno che gli amministratori locali vengano aiutati a realizzare comunità energetiche indipendenti reali, mettendo all'angolo le multinazionali che hanno sfruttato lo sfruttabile. L'auspicio - ha concluso - è che siano comunità libere da questi vincoli e le si può creare in tutto il Mediterraneo, luogo geografico che deve tornare ad essere culla della civiltà».

L'esperienza da amministratore in Calabria - «Ho cercato in pochi mesi di ascoltare 404 comuni, praticando una reale sussidiarietà orizzontale. In quella regione ho visto luoghi con grandi potenzialità che patiscono l'abbandono. Ecco, io penso che da Bruxelles non ci debbano spiegare nulla, ma che debbano ascoltare gli amministratori locali. Controllo del territorio è anche e soprattutto evitare l'abbandono di quei territori. Avevo proposto la gestione interregionale ad esempio delle risorse idriche, tema su cui anche Emiliano era d'accordo. Spero sempre si possa dar voce alle comunità, alla gente, al popolo. Se lo si ascolta, si crea un futuro migliore».

L'insegnamento di Dalla Chiesa - Interrogato dagli studenti del Liceo "Matteo Spinelli" di Giovinazzo, Capitano Ultimo ha spiegato come le tattiche di contrasto al terrorismo rosso ed alla mafia, ideate dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, hanno «cambiato il modo di lottare» dello Stato. Ma anche lui fu lasciato solo. «Praticare la clandestinità e la compartimentazione - ha quindi evidenziato uno degli uomini più esperti in materia in Italia - fu il metodo vincente, poi replicato altre volte».

Il 41 bis e la lotta (stra)ordinaria al crimine - Per Capitano Ultimo, le polemiche sul regime carcerario duro sono solo «propaganda di parti politiche» che non spostano di una virgola il valore e l'utilità di quella norma del nostro ordinamento. Per l'uomo che arrestò Riina, fatte salve le dovute eccezioni relative allo stato di salute del detenuto, si tratta di una norma che ha significato molto nel contrasto alle mafie. Leggi speciali per minacce grandi all'ordine pubblico ed alla sicurezza dello Stato.

Le forze dell'ordine lasciate sole - Nel corso della serata, infine, De Caprio ha più volte ribadito la necessità di un'antimafia non di facciata, talvolta preponderante in Italia. Ha chiesto che alle forze dell'ordine, ai Carabinieri, alla Polizia, vengano dati più mezzi per contrastare la criminalità organizzata, che non si resti ai buoni propositi, di fatto abbandonando al loro destino uomini e donne straordinari. Se si vuole sconfiggere la mafia - è il pensiero nitidamente espresso da Capitano Ultimo - bisogna dare la possibilità di agire capillarmente e con grandi mezzi, altrimenti si resta all'antimafia di facciata, quella che fa fare carriere politiche e non solo, ma che non sposta di una virgola gli equilibri in un Paese bellissimo e tanto maltrattato.
E quando una ragazza gli ha chiesto se ci avesse mai pensato a quanto ha lasciato per strada, al sacrificio impostogli da una vita sotto scorta, De Caprio ha risposto con franchezza e con gli occhi intensi di un tempo: «L'ho fatto per amore della gente, degli italiani, dei miei fratelli e dei giovani come te e quando si fanno le cose per amore, non c'è niente di più bello. L'ho fatto anche per quei figli che un giorno avrai».
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