Eventi e cultura
Le maschere di Goldoni in scena in piazza Meschino
La compagnia Fatti d’Arte ha chiuso domenica sera la tre giorni di eventi al Saint Martin ed in Piazza Meschino
Giovinazzo - martedì 17 luglio 2018
Il teatro come mezzo per riflettere sulle maschere e sul tema della pazzia. Questa è stata la chiusura dei tre giorni che domenica sera ha ospitato la compagnia bitontina Fatti d'Arte, esibitasi nel frizzante omaggio a Carlo Goldoni intitolato "Il palchetto della commedia dell'arte".
Come spiegato dal regista Raffaele Romita, lo spettacolo è stato il frutto di una fusione tra le due pièce "Gl'Innamorati" e "Arlecchino servitore di due padroni" del drammaturgo italiano. Un'esibizione, quella dei tre interpreti in scena, efficace ed esemplificativa del fare teatro nel '700, oltre che studiata nei particolari e cadenzata sui ritmi tipici della Commedia dell'Arte e della tradizione teatrale tipica del periodo in cui le commedie furono scritte. Preparazione e profonda conoscenza dei testi rappresentano la cifra distintiva dei Fatti d'Arte e si riscontrano nei lavori che dal 2006 vedono la compagnia impegnata in Puglia.
I numerosi richiami alla pazzia ed alle maschere si sono sposati perfettamente con il tema principale della tre giorni patrocinata dal Comune di Giovinazzo ed in particolare con la mostra dedicata ai clown di Alessandro Cavaliere. L'artista napoletano e giovinazzese di adozione ha voluto farsi interprete delle difficoltà vissute dai pazienti psichiatrici con cui egli stesso lavora. Nei suoi quadri, infatti, Cavaliere ha ritratto le maschere dei clown per coprire i volti tristi di quegli uomini e quelle donne troppo spesso etichettati come "pazzi" e messi ai margini di una società che si crede "normale".
Queste problematiche sono state sottolineate in apertura da Alfonso Arbore, Presidente del Consiglio Comunale, che ha ricordato anche l'altro evento del programma del fine settimana: la presentazione del libro Venghino, Signori! Storia dei teatri di Puglia e analisi del patrimonio pubblicitario (1840-1940) di Liliana Tangorra, nel chiostro trecentesco dell'Hotel St. Martin.
A portare i saluti anche il Sindaco Tommaso Depalma, il quale ha precisato l'importanza di portare nel centro storico eventi che rispettino i ritmi lenti e la vivibilità dei luoghi della città vecchia, per fare realmente cultura e promuovere un turismo qualificato.
Come spiegato dal regista Raffaele Romita, lo spettacolo è stato il frutto di una fusione tra le due pièce "Gl'Innamorati" e "Arlecchino servitore di due padroni" del drammaturgo italiano. Un'esibizione, quella dei tre interpreti in scena, efficace ed esemplificativa del fare teatro nel '700, oltre che studiata nei particolari e cadenzata sui ritmi tipici della Commedia dell'Arte e della tradizione teatrale tipica del periodo in cui le commedie furono scritte. Preparazione e profonda conoscenza dei testi rappresentano la cifra distintiva dei Fatti d'Arte e si riscontrano nei lavori che dal 2006 vedono la compagnia impegnata in Puglia.
I numerosi richiami alla pazzia ed alle maschere si sono sposati perfettamente con il tema principale della tre giorni patrocinata dal Comune di Giovinazzo ed in particolare con la mostra dedicata ai clown di Alessandro Cavaliere. L'artista napoletano e giovinazzese di adozione ha voluto farsi interprete delle difficoltà vissute dai pazienti psichiatrici con cui egli stesso lavora. Nei suoi quadri, infatti, Cavaliere ha ritratto le maschere dei clown per coprire i volti tristi di quegli uomini e quelle donne troppo spesso etichettati come "pazzi" e messi ai margini di una società che si crede "normale".
Queste problematiche sono state sottolineate in apertura da Alfonso Arbore, Presidente del Consiglio Comunale, che ha ricordato anche l'altro evento del programma del fine settimana: la presentazione del libro Venghino, Signori! Storia dei teatri di Puglia e analisi del patrimonio pubblicitario (1840-1940) di Liliana Tangorra, nel chiostro trecentesco dell'Hotel St. Martin.
A portare i saluti anche il Sindaco Tommaso Depalma, il quale ha precisato l'importanza di portare nel centro storico eventi che rispettino i ritmi lenti e la vivibilità dei luoghi della città vecchia, per fare realmente cultura e promuovere un turismo qualificato.