Scuola
La scuola giovinazzese dalla parte delle donne (FOTO)
Ieri il corteo di studenti e professori per dire ancora "no" alla violenza ed ai femminicidi
Giovinazzo - domenica 18 novembre 2018
La Scuola si conferma ambiente formativo a tutto tondo per la comunità che richiede socialità e sensibilizzazione verso le tematiche che inevitabilmente entrano a far parte della vita delle persone in una società complessa ed in rapida evoluzione.
C'è molto da fare in tema di rispetto, la sensibilizzazione verso la violenza sia psicologica che fisica non è ancora abbastanza. È una grande questione sociale, oltre che culturale. Dai nostri giovani studenti, circa trecento, del Liceo Classico-Scientifico-Scientifico OSA "M. Spinelli" e dell'Ipsia "A. Banti" si alza il forte messaggio di "Stop" attraverso un corteo coordinato da Domenico Goffredo, classe 2000, rappresentante d'istituto, unitamente ai docenti presenti.
L'incontro tra i due istituti, partiti in marcia dalla zona 167, da Piazza Don Tonino Bello e conclusasi in Piazza Vittorio Emanuele II ha voluto celebrare la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", che ricorre il 25 novembre con la duplice funzione di commemorare le vittime di femminicidio e sensibilizzare la cittadinanza nei confronti della tematica di scottante attualità.
Abbiamo chiesto a Domenico Goffredo, da due anni rappresentante d'istituto, circa la scelta della data: «Noi siamo soliti ricordare sia prima che dopo le giornate di commemorazione, per non soffermarci sulla tematica solo nella data indicata nella cerimonia -ha affermato -. Così abbiamo fatto per tutte le iniziative che seguiamo, perché per noi la scuola è un contesto importante per prendersi il tempo di riflettere, confrontarsi e condividere. Il significato, per noi ragazzi, è dare rilievo a questi argomenti di attualità per dare un segnale forte alla cittadinanza. Noi siamo i giovani, nelle nostre mani c'è il futuro e per noi la scuola è, e deve essere, attiva sul territorio a trecentosessanta gradi. Anche in questo anno scolastico avremo a cuore tematiche di forte interesse: la Shoah a gennaio e la lotta alla mafia a marzo. La scuola deve interagire con le Associazioni sul territorio - ha chiosato - per allargare i nostri orizzonti e collaborare per riflettere insieme. Colgo l'occasione per ringraziare la Polizia Locale e quanti hanno partecipato».
Abbiamo seguito con attenzione i momenti che sono stati inseriti nel percorso in corteo e abbiamo sentito alcuni tra i docenti presenti al momento collettivo ben organizzato. La parola alla prof.ssa Lilli Triggiani, Funzione Strumentale per il coordinamento delle attività degli studenti, che ha evidenziato come la manifestazione sia nata dalle assemblee d'istituto con una valenza alta per vivere e sentire la democrazia.
«La pianificazione di iniziative scolastiche, come questa marcia dal fine nobile, è nata proprio così - ha detto la prof.ssa Triggiani- . Non è solo camminare insieme ma è frutto del lavoro di tutte le classi che, con i differenti linguaggi della comunicazione sulla tematica in oggetto, hanno letto la poesia di Alda Merini "A tutte le donne"; hanno così realizzato cartelloni, drammatizzazioni, dialoghi tutto frutto di ricerche, di confronto ed attività a scuola anche affrontando le criticità dell'argomento. Ogni classe ha dato il proprio contributo.I testi sono stati selezionati e condivisi. Oggi - ha infine spiegato - tutti noi docenti in servizio in questa giornata siamo accanto ai nostri studenti per rafforzare la valenza del tema; accanto a noi anche una rappresentanza dei genitori».
Il prof. Gianni Antonio Palumbo si è così espresso circa il senso dell'iniziativa: «La speranza è che questi ragazzi, con il loro idealismo e la forza di coronare i loro sogni, possano far tesoro di queste esperienze e, soprattutto, possano continuare a riflettere. Loro - ha proseguito - devono farsi semi portatori di questa speranza per costruire una società migliore rifiutando la violenza, non praticandola e combattendola. Noi docenti abbiamo il compito di coltivare la preparazione accademica e al contempo rendere partecipi i ragazzi con una concreta formazione alla cittadinanza».
Il prof. Giulio Elia ci ha detto che Liceo giovinazzese, come anche l'Ipsia, sono vicini alle manifestazioni a carattere sociale con sensibilità verso le tematiche attuali. «Non ci sono differenze ideologiche e sociali ma unione per rivendicare questo " No" forte e sentito contro la violenza sulle donne - ci ha detto il docente -. C'è ancora molto da fare, i ragazzi vanno educati e formati al rispetto tra di loro, nel rapporto con le ragazze, il rispetto verso i sentimenti ed il controllo delle emozioni. Abbiamo studenti sensibili, ma vanno educati ancora, senza pause».
In piazza Vittorio Emanuele, dopo il lungo percorso, la marcia si è fermata per un ulteriore momento di riflessione in cui alla sedia rossa sono state abbinate le scarpe rosse, tutti lì riuniti davanti alla fontana monumentale.
La storia delle scarpe rosse, ci hanno detto le ragazze, arriva dall'artista messicana Elina Chauvet che per prima, nel 2009, le ha inserite in un racconto. La sedia e le scarpe rosse sono due simboli di protesta verso questo fenomeno dilagante che anche in queste ultime ore ha registrato fatti drammatici.
Le studentesse, nel corso della manifestazione, hanno citato ventiquattro nomi di donne vittime di violenza, nomi ricavati dai casi letti durante gli incontri di riflessione. Ma di violenza e di storie di donne si è parlato anche ricordando i casi che riguardarono Anna Bolena, Giovanna D'Arco, Ippazia e Lucrezia Borgia, tuffandosi di fatto anche nella didattica.
Abbiamo condiviso il senso ed il significato contenuti nell'iniziativa e non possiamo che confidare nei nostri giovani, speranza del mondo di domani.
C'è molto da fare in tema di rispetto, la sensibilizzazione verso la violenza sia psicologica che fisica non è ancora abbastanza. È una grande questione sociale, oltre che culturale. Dai nostri giovani studenti, circa trecento, del Liceo Classico-Scientifico-Scientifico OSA "M. Spinelli" e dell'Ipsia "A. Banti" si alza il forte messaggio di "Stop" attraverso un corteo coordinato da Domenico Goffredo, classe 2000, rappresentante d'istituto, unitamente ai docenti presenti.
L'incontro tra i due istituti, partiti in marcia dalla zona 167, da Piazza Don Tonino Bello e conclusasi in Piazza Vittorio Emanuele II ha voluto celebrare la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", che ricorre il 25 novembre con la duplice funzione di commemorare le vittime di femminicidio e sensibilizzare la cittadinanza nei confronti della tematica di scottante attualità.
Abbiamo chiesto a Domenico Goffredo, da due anni rappresentante d'istituto, circa la scelta della data: «Noi siamo soliti ricordare sia prima che dopo le giornate di commemorazione, per non soffermarci sulla tematica solo nella data indicata nella cerimonia -ha affermato -. Così abbiamo fatto per tutte le iniziative che seguiamo, perché per noi la scuola è un contesto importante per prendersi il tempo di riflettere, confrontarsi e condividere. Il significato, per noi ragazzi, è dare rilievo a questi argomenti di attualità per dare un segnale forte alla cittadinanza. Noi siamo i giovani, nelle nostre mani c'è il futuro e per noi la scuola è, e deve essere, attiva sul territorio a trecentosessanta gradi. Anche in questo anno scolastico avremo a cuore tematiche di forte interesse: la Shoah a gennaio e la lotta alla mafia a marzo. La scuola deve interagire con le Associazioni sul territorio - ha chiosato - per allargare i nostri orizzonti e collaborare per riflettere insieme. Colgo l'occasione per ringraziare la Polizia Locale e quanti hanno partecipato».
Abbiamo seguito con attenzione i momenti che sono stati inseriti nel percorso in corteo e abbiamo sentito alcuni tra i docenti presenti al momento collettivo ben organizzato. La parola alla prof.ssa Lilli Triggiani, Funzione Strumentale per il coordinamento delle attività degli studenti, che ha evidenziato come la manifestazione sia nata dalle assemblee d'istituto con una valenza alta per vivere e sentire la democrazia.
«La pianificazione di iniziative scolastiche, come questa marcia dal fine nobile, è nata proprio così - ha detto la prof.ssa Triggiani- . Non è solo camminare insieme ma è frutto del lavoro di tutte le classi che, con i differenti linguaggi della comunicazione sulla tematica in oggetto, hanno letto la poesia di Alda Merini "A tutte le donne"; hanno così realizzato cartelloni, drammatizzazioni, dialoghi tutto frutto di ricerche, di confronto ed attività a scuola anche affrontando le criticità dell'argomento. Ogni classe ha dato il proprio contributo.I testi sono stati selezionati e condivisi. Oggi - ha infine spiegato - tutti noi docenti in servizio in questa giornata siamo accanto ai nostri studenti per rafforzare la valenza del tema; accanto a noi anche una rappresentanza dei genitori».
Il prof. Gianni Antonio Palumbo si è così espresso circa il senso dell'iniziativa: «La speranza è che questi ragazzi, con il loro idealismo e la forza di coronare i loro sogni, possano far tesoro di queste esperienze e, soprattutto, possano continuare a riflettere. Loro - ha proseguito - devono farsi semi portatori di questa speranza per costruire una società migliore rifiutando la violenza, non praticandola e combattendola. Noi docenti abbiamo il compito di coltivare la preparazione accademica e al contempo rendere partecipi i ragazzi con una concreta formazione alla cittadinanza».
Il prof. Giulio Elia ci ha detto che Liceo giovinazzese, come anche l'Ipsia, sono vicini alle manifestazioni a carattere sociale con sensibilità verso le tematiche attuali. «Non ci sono differenze ideologiche e sociali ma unione per rivendicare questo " No" forte e sentito contro la violenza sulle donne - ci ha detto il docente -. C'è ancora molto da fare, i ragazzi vanno educati e formati al rispetto tra di loro, nel rapporto con le ragazze, il rispetto verso i sentimenti ed il controllo delle emozioni. Abbiamo studenti sensibili, ma vanno educati ancora, senza pause».
In piazza Vittorio Emanuele, dopo il lungo percorso, la marcia si è fermata per un ulteriore momento di riflessione in cui alla sedia rossa sono state abbinate le scarpe rosse, tutti lì riuniti davanti alla fontana monumentale.
La storia delle scarpe rosse, ci hanno detto le ragazze, arriva dall'artista messicana Elina Chauvet che per prima, nel 2009, le ha inserite in un racconto. La sedia e le scarpe rosse sono due simboli di protesta verso questo fenomeno dilagante che anche in queste ultime ore ha registrato fatti drammatici.
Le studentesse, nel corso della manifestazione, hanno citato ventiquattro nomi di donne vittime di violenza, nomi ricavati dai casi letti durante gli incontri di riflessione. Ma di violenza e di storie di donne si è parlato anche ricordando i casi che riguardarono Anna Bolena, Giovanna D'Arco, Ippazia e Lucrezia Borgia, tuffandosi di fatto anche nella didattica.
Abbiamo condiviso il senso ed il significato contenuti nell'iniziativa e non possiamo che confidare nei nostri giovani, speranza del mondo di domani.