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Attualità
«La Puglia sia Arca di Pace»
Una nota del coordinamento Sud di Pax Christi Italia
Giovinazzo - venerdì 12 maggio 2017
Anche il coordinamento Sud di Pax Christi Italia si associa alle perplessità espresse dal locale Osservatorio per la legalità e per la difesa del Bene Comune rispetto alla collocazione di un "timone verticale di coda" di un Tornado, posto sul nuovo Lungomare di Levante, e rispetto alla rimozione della bandiera della Pace.
«Quale timore per una colorata bandiera della Pace? Pax Christi - si legge in una nota pervenuta in redazione - prende le distanze ed esprime il proprio disappunto rispetto alla decisione dell'Amministrazione Comunale di rendere omaggio a un tornado, il quale, sia pure in deriva lodevolmente in luogo lontano dalla città, è e resta strumento di guerra.
In un Mediterraneo infuocato di guerre, l'Italia – e la Puglia in particolare – deve ritrovare la propria vocazione dialogica e di "Arca di Pace" rispetto a tutti i conflitti che, non lontano dalle nostre coste, causano morte e disperazione a intere popolazioni.
Il valore simbolico di un Tornado è inevitabilmente legato alla guerra, così ben ripudiata dalla medesima Costituzione italiana. Esso non evoca né pace né riconciliazione tra i popoli.
Pace e riconciliazione che, invece, sono nei colori della Bandiera della Pace: l'associazione cattolica per la pace che, a suo tempo, ha avuto quale suo presidente don Tonino Bello, ha appreso incredula e amareggiata della sua rimozione da un luogo non lontano dal bellicoso monumento.
Si ricorda che la Bandiera della Pace è anelito - precisano da Pax Christi -, richiamo e invito alla nostra vocazione ineludibile alla "nonviolenza" come strada maestra, unica possibile, di relazione tra persone e popoli.
È la nonviolenza – e non gli aerei da guerra o i tornado – la via della Pace, quella stessa nonviolenza invocata dalla Chiesa nazionale e locale con la Marcia della Pace, celebrata a Molfetta la notte del 31 dicembre 2015.
Concludiamo richiamando quanto scritto in Mosaico dei giorni del 24 aprile 2017 da Tonio Dell'Olio: un carro armato, così come un Tornado, "anche qualora dovesse essere usato per gli scopi più nobili, porterebbe inevitabilmente distruzione e morte"; ostentarlo significa esaltare realtà che il genere umano dovrebbe riporre negli scantinati impolverati della storia».
«Quale timore per una colorata bandiera della Pace? Pax Christi - si legge in una nota pervenuta in redazione - prende le distanze ed esprime il proprio disappunto rispetto alla decisione dell'Amministrazione Comunale di rendere omaggio a un tornado, il quale, sia pure in deriva lodevolmente in luogo lontano dalla città, è e resta strumento di guerra.
In un Mediterraneo infuocato di guerre, l'Italia – e la Puglia in particolare – deve ritrovare la propria vocazione dialogica e di "Arca di Pace" rispetto a tutti i conflitti che, non lontano dalle nostre coste, causano morte e disperazione a intere popolazioni.
Il valore simbolico di un Tornado è inevitabilmente legato alla guerra, così ben ripudiata dalla medesima Costituzione italiana. Esso non evoca né pace né riconciliazione tra i popoli.
Pace e riconciliazione che, invece, sono nei colori della Bandiera della Pace: l'associazione cattolica per la pace che, a suo tempo, ha avuto quale suo presidente don Tonino Bello, ha appreso incredula e amareggiata della sua rimozione da un luogo non lontano dal bellicoso monumento.
Si ricorda che la Bandiera della Pace è anelito - precisano da Pax Christi -, richiamo e invito alla nostra vocazione ineludibile alla "nonviolenza" come strada maestra, unica possibile, di relazione tra persone e popoli.
È la nonviolenza – e non gli aerei da guerra o i tornado – la via della Pace, quella stessa nonviolenza invocata dalla Chiesa nazionale e locale con la Marcia della Pace, celebrata a Molfetta la notte del 31 dicembre 2015.
Concludiamo richiamando quanto scritto in Mosaico dei giorni del 24 aprile 2017 da Tonio Dell'Olio: un carro armato, così come un Tornado, "anche qualora dovesse essere usato per gli scopi più nobili, porterebbe inevitabilmente distruzione e morte"; ostentarlo significa esaltare realtà che il genere umano dovrebbe riporre negli scantinati impolverati della storia».