Cronaca
La mappa della criminalità rurale in Terra di Bari
Continuano le razzie di olive, mentre non s'arresta la strage di ulivi monumentali, tagliati per rivendere la legna
Giovinazzo - sabato 16 dicembre 2017
5.21
I predoni delle campagne stanno facendo razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.
I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di manodopera straniera. Stanno letteralmente depredando gli oliveti del barese, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante.
Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi man mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della refurtiva che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via.
Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane, per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è la situazione nella sesta provincia e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne.
Le forze dell'ordine, coadiuvate dalle Guardie Campestri, hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Coldiretti si può impegnare a fornire in tempo reale segnalazioni puntuali delle aree da cui giungono le denunce per avere almeno la mappatura del fenomeno e poter indirizzare l'attività delle forze dell'ordine in maniera puntuale.
Furti e danneggiamenti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.
Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese, nel quartiere di Santo Spirito, anche al confine con Giovinazzo, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Grumo e Palo del Colle. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna.
Gli atti criminosi segnano la fine dell'attività olivicola degli olivicoltori che, prima di poter raccogliere nuovamente olive, devono aspettare anni.
I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di manodopera straniera. Stanno letteralmente depredando gli oliveti del barese, del tarantino e del foggiano. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 chilogrammi di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante.
Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi man mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della refurtiva che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via.
Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane, per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è la situazione nella sesta provincia e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne.
Le forze dell'ordine, coadiuvate dalle Guardie Campestri, hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Coldiretti si può impegnare a fornire in tempo reale segnalazioni puntuali delle aree da cui giungono le denunce per avere almeno la mappatura del fenomeno e poter indirizzare l'attività delle forze dell'ordine in maniera puntuale.
Furti e danneggiamenti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.
Strage di ulivi monumentali nelle campagne del barese, nel quartiere di Santo Spirito, anche al confine con Giovinazzo, nell'area attorno all'aeroporto di Bari e nella zona tra Bitonto, Grumo e Palo del Colle. Ogni albero garantisce circa un quintale di olive e il paradosso vergognoso della vicenda è che gli ulivi di inestimabile valore sono tagliati per rivendersi la legna.
Gli atti criminosi segnano la fine dell'attività olivicola degli olivicoltori che, prima di poter raccogliere nuovamente olive, devono aspettare anni.