Eventi e cultura
La famiglia sotto scacco del neuromarketing
Seguitissima relazione di Enzo Quarto nell'ambito del corso "Le relazioni evolute"
Giovinazzo - giovedì 17 novembre 2016
2.28
Enzo Quarto, giornalista e volto noto della Testata Giornalistica Regionale della RAI, è stato il secondo relatore del corso formativo "Le relazioni evolute", organizzato dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta, sotto il coordinamento del parroco, don Benedetto Fiorentino. Assente per motivi personali il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Puglia, Valentino Losito.
Il corso gode del patrocinio dell'Assessorato alla Solidarietà Sociale e di quello alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo. Fondamentale per la sua realizzazione il supporto della cattedra di Filosofia Morale, Bioetica ed Etica della comunicazione dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e la collaborazione con il Master in Cons. bioetica e filosofica del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso.
Ieri sera , davanti all'attento uditorio della Sala San Felice, Quarto si è soffermato sul tema "Famiglia: unità di persone interagenti, di condivisione tra persone solidali". La sua relazione è stato un richiamo a ritrovare la strada del dialogo interpersonale, unico modo per tornare a formare nuovi nuclei familiari in una Italia in cui il tasso di natalità è drammaticamente sceso.
Il giornalista RAI ha sottolineato l'esigenza dell'avvento di una sorta di "nuovo Umanesimo", che rimetta al centro le relazioni tra persone, non piegandosi più a quella che, a buon diritto, può essere definita come la dittatura del «neuromarketing», una nuova scienza che studia le tendenze dei consumi e cerca di plasmare generazioni di consumatori. Quarto ha spinto su questo concetto: dagli anni '50 la pubblicità ha voluto forgiare una società piegata al consumo, visto come unico obiettivo possibile per una piena realizzazione e quindi il danaro ed il tempo sono diventati valori (o disvalori?) che hanno finito col sostituire amore, comprensione e solidarietà.
La società odierna, secondo la nota firma RAI, è dunque frutto di questa campagna ormai cinquantennale che ha messo l'individuo nella condizione di scegliere «emotivamente, sulla spinta emozionale e non secondo canoni razionali». Il risultato è una società contemporanea (soprattutto nei Paesi più evoluti) che ha confuso il piano dei valori di senso con quello economico. Ed una società di questo tipo è una società destinata inevitabilmente ad un logorio in parte già iniziato.
Non si fanno più figli perché non si hanno più le certezze economiche di un tempo e cercare quelle certezze è esattamente ciò che il neuromarketing vuole: soldatini allineati che inseguono la soddisfazione e la realizzazione materiale, a totale discapito di quella dell'anima. Non formare famiglie nuove, non fare quindi figli (gli immigrati in Italia riescono appena a mantenere il tasso di natalità su livelli vagamente accettabili), si traduce non solo nel risultato evidente di un invecchiamento della popolazione, ma è più intimamente il fallimento di un progetto, l'insabbiamento delle speranze di giovani coppie, che finiscono col mollare. Un bimbo, infatti, secondo Quarto è «la base di un progetto di vita, la speranza in un futuro diverso», che alle nostre latitudini sembra esser quasi tramontata.
In conclusione, per Enzo Quarto, se ci si vuol salvare da questo declino si deve «tornare a formare nuclei familiari perché la famiglia è la sola e primaria cellula capace di generare il futuro». Non serve continuare a dare colpe «all'invadenza di teorie come quella gender» e a fare scelte emotive, come invece il mercato vuole. Si può e si deve dunque pensare ad un futuro che non parta dalla situazione economica di una coppia, ma che sia il frutto di una pianificazione razionale che guardi esclusivamente all'amore, al tentativo di formare un nucleo solidale di persone. Unica via d'uscita per una nazione troppo vecchia per pensare in positivo.
Il corso gode del patrocinio dell'Assessorato alla Solidarietà Sociale e di quello alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo. Fondamentale per la sua realizzazione il supporto della cattedra di Filosofia Morale, Bioetica ed Etica della comunicazione dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e la collaborazione con il Master in Cons. bioetica e filosofica del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso.
Ieri sera , davanti all'attento uditorio della Sala San Felice, Quarto si è soffermato sul tema "Famiglia: unità di persone interagenti, di condivisione tra persone solidali". La sua relazione è stato un richiamo a ritrovare la strada del dialogo interpersonale, unico modo per tornare a formare nuovi nuclei familiari in una Italia in cui il tasso di natalità è drammaticamente sceso.
Il giornalista RAI ha sottolineato l'esigenza dell'avvento di una sorta di "nuovo Umanesimo", che rimetta al centro le relazioni tra persone, non piegandosi più a quella che, a buon diritto, può essere definita come la dittatura del «neuromarketing», una nuova scienza che studia le tendenze dei consumi e cerca di plasmare generazioni di consumatori. Quarto ha spinto su questo concetto: dagli anni '50 la pubblicità ha voluto forgiare una società piegata al consumo, visto come unico obiettivo possibile per una piena realizzazione e quindi il danaro ed il tempo sono diventati valori (o disvalori?) che hanno finito col sostituire amore, comprensione e solidarietà.
La società odierna, secondo la nota firma RAI, è dunque frutto di questa campagna ormai cinquantennale che ha messo l'individuo nella condizione di scegliere «emotivamente, sulla spinta emozionale e non secondo canoni razionali». Il risultato è una società contemporanea (soprattutto nei Paesi più evoluti) che ha confuso il piano dei valori di senso con quello economico. Ed una società di questo tipo è una società destinata inevitabilmente ad un logorio in parte già iniziato.
Non si fanno più figli perché non si hanno più le certezze economiche di un tempo e cercare quelle certezze è esattamente ciò che il neuromarketing vuole: soldatini allineati che inseguono la soddisfazione e la realizzazione materiale, a totale discapito di quella dell'anima. Non formare famiglie nuove, non fare quindi figli (gli immigrati in Italia riescono appena a mantenere il tasso di natalità su livelli vagamente accettabili), si traduce non solo nel risultato evidente di un invecchiamento della popolazione, ma è più intimamente il fallimento di un progetto, l'insabbiamento delle speranze di giovani coppie, che finiscono col mollare. Un bimbo, infatti, secondo Quarto è «la base di un progetto di vita, la speranza in un futuro diverso», che alle nostre latitudini sembra esser quasi tramontata.
In conclusione, per Enzo Quarto, se ci si vuol salvare da questo declino si deve «tornare a formare nuclei familiari perché la famiglia è la sola e primaria cellula capace di generare il futuro». Non serve continuare a dare colpe «all'invadenza di teorie come quella gender» e a fare scelte emotive, come invece il mercato vuole. Si può e si deve dunque pensare ad un futuro che non parta dalla situazione economica di una coppia, ma che sia il frutto di una pianificazione razionale che guardi esclusivamente all'amore, al tentativo di formare un nucleo solidale di persone. Unica via d'uscita per una nazione troppo vecchia per pensare in positivo.