Cronaca
La caserma dei Carabinieri di Giovinazzo intitolata all'eroe Pignatelli
Il sindaco Sollecito ha ricordato Luciano, «fiore profumato estirpato con violenza inaudita». Tra i presenti il generale Spagnol
Giovinazzo - venerdì 2 dicembre 2022
13.26
Aveva appena 24 anni il carabiniere Luciano Pignatelli quando, il 4 dicembre 1987, col suo collega Carmelo Ganci, fu ucciso a Castel Morrone. Il giovane militare era nato a Giovinazzo, la città che, oggi, gli ha reso omaggio: nel corso di una cerimonia, infatti, gli è stata intitolata la Stazione dei Carabinieri di via Matteotti.
Tante le autorità militari, religiose e civili giunte in città per ricordare il sacrificio del giovane, medaglia d'oro al valor militare, ma anche i bambini e i cittadini che hanno assistito alla cerimonia, svoltasi nell'area antistante la caserma, accompagnata dalle note della Fanfara del 10° Reggimento Campania, alla presenza del picchetto d'onore nella tradizionale grande uniforme speciale, dell'associazione Carabinieri e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'Arma.
La cerimonia, a cui hanno preso parte i vertici locali dell'Arma, con in testa il generale di divisione Stefano Spagnol, comandante della Legione Carabinieri Puglia, e il colonnello Francesco de Marchis, comandante provinciale di Bari, è stata preceduta da un momento di raccoglimento nel cimitero quando, alla presenza dei familiari, del sindaco Michele Sollecito e del cappellano militare della Legione, don Antonio Cassano, è stata deposta una corona dove da sempre riposa l'eroe.
Assai significativo, poi, è stato il momento in cui i familiari del militare, insieme al primo cittadino, al procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, ai vertici dell'Arma e al comandante della Stazione, il maresciallo capo Ruggiero Filannino, hanno scoperto la targa commemorativa e il dipinto raffigurante il proprio caro, realizzato dall'artista giovinazzese Giuseppe Palmieri. A benedire quegli istanti è stato monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Giovinazzo. A fare gli onori di casa, accompagnato dal suo vice Gaetano Depalo, dal presidente del consiglio comunale Francesco Cervone e dall'amministrazione comunale, è stato il sindaco: «Siamo molto felici che oggi, la nostra città, abbia vissuto questo momento così intenso in memoria di un grande uomo - ha detto Sollecito -. Da questa memoria traiamo nuova forza per il nostro impegno perché poi, i modelli, servono ad ispirare le nostre azioni e ad improntare i nostri atteggiamenti».
Sollecito, che ha paragonato l'eroe Pignatelli, «sempre e per sempre carabiniere al servizio della gente», ad «un fiore profumato estirpato anzitempo con violenza inaudita», «una natura nobile, appassionata del servizio e onorata di indossare la divisa dell'Arma», ha aggiunto che «da oggi Giovinazzo avrà un motivo in più per ricordarsi di elevarsi. E quel motivo è il ricordo reso vivo anche dall'intitolazione della caserma ad un uomo di altissima virtù come il nostro Luciano Pignatelli».
Il colonnello De Marchis, invece, - tra le autorità c'erano il senatore Dario Damiani, l'onorevole Marco Lacarra, il coordinatore provinciale di FdI, Michele Picaro, e il questore di Bari, Giovanni Signer -, ha utilizzato le parole dei bambini per omaggiare un eroe. «Non c'è libertà senza legalità e non c'è vita senza libertà», ha detto prima della premiazione del concorso indetto per diffondere la storia di Pignatelli. I premi sono stati consegnati agli studenti di otto classi degli istituti Bavaro-Marconi, S.G. Bosco-Buonarroti e del liceo Spinelli.
A 35 anni da quel giorno, oggi, Giovinazzo e l'Arma hanno ricordato un 24enne che non sapeva di dover morire, ma sapeva di poter correre questo rischio perché la sua missione era rendere un servizio, come fanno tutti i carabinieri. Resta il dolore, ma questo sacrificio non è stato vano perché ha lasciato valori immortali,
Tante le autorità militari, religiose e civili giunte in città per ricordare il sacrificio del giovane, medaglia d'oro al valor militare, ma anche i bambini e i cittadini che hanno assistito alla cerimonia, svoltasi nell'area antistante la caserma, accompagnata dalle note della Fanfara del 10° Reggimento Campania, alla presenza del picchetto d'onore nella tradizionale grande uniforme speciale, dell'associazione Carabinieri e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'Arma.
La cerimonia, a cui hanno preso parte i vertici locali dell'Arma, con in testa il generale di divisione Stefano Spagnol, comandante della Legione Carabinieri Puglia, e il colonnello Francesco de Marchis, comandante provinciale di Bari, è stata preceduta da un momento di raccoglimento nel cimitero quando, alla presenza dei familiari, del sindaco Michele Sollecito e del cappellano militare della Legione, don Antonio Cassano, è stata deposta una corona dove da sempre riposa l'eroe.
Assai significativo, poi, è stato il momento in cui i familiari del militare, insieme al primo cittadino, al procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, ai vertici dell'Arma e al comandante della Stazione, il maresciallo capo Ruggiero Filannino, hanno scoperto la targa commemorativa e il dipinto raffigurante il proprio caro, realizzato dall'artista giovinazzese Giuseppe Palmieri. A benedire quegli istanti è stato monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Giovinazzo. A fare gli onori di casa, accompagnato dal suo vice Gaetano Depalo, dal presidente del consiglio comunale Francesco Cervone e dall'amministrazione comunale, è stato il sindaco: «Siamo molto felici che oggi, la nostra città, abbia vissuto questo momento così intenso in memoria di un grande uomo - ha detto Sollecito -. Da questa memoria traiamo nuova forza per il nostro impegno perché poi, i modelli, servono ad ispirare le nostre azioni e ad improntare i nostri atteggiamenti».
Sollecito, che ha paragonato l'eroe Pignatelli, «sempre e per sempre carabiniere al servizio della gente», ad «un fiore profumato estirpato anzitempo con violenza inaudita», «una natura nobile, appassionata del servizio e onorata di indossare la divisa dell'Arma», ha aggiunto che «da oggi Giovinazzo avrà un motivo in più per ricordarsi di elevarsi. E quel motivo è il ricordo reso vivo anche dall'intitolazione della caserma ad un uomo di altissima virtù come il nostro Luciano Pignatelli».
Il colonnello De Marchis, invece, - tra le autorità c'erano il senatore Dario Damiani, l'onorevole Marco Lacarra, il coordinatore provinciale di FdI, Michele Picaro, e il questore di Bari, Giovanni Signer -, ha utilizzato le parole dei bambini per omaggiare un eroe. «Non c'è libertà senza legalità e non c'è vita senza libertà», ha detto prima della premiazione del concorso indetto per diffondere la storia di Pignatelli. I premi sono stati consegnati agli studenti di otto classi degli istituti Bavaro-Marconi, S.G. Bosco-Buonarroti e del liceo Spinelli.
A 35 anni da quel giorno, oggi, Giovinazzo e l'Arma hanno ricordato un 24enne che non sapeva di dover morire, ma sapeva di poter correre questo rischio perché la sua missione era rendere un servizio, come fanno tutti i carabinieri. Resta il dolore, ma questo sacrificio non è stato vano perché ha lasciato valori immortali,