Chiesa locale
L'ultimo, lungo e inarrestabile addio a don Mimmo
Il saluto estremo a padre Amato. L'ultimo abbraccio dei fedeli
Giovinazzo - martedì 6 ottobre 2015
20.30
Una marea di gente, spinta da prorompente affetto o da sincera fede, dimenticando diversità, divisioni e livori, ha reso l'estremo omaggio al Rev.mo Prof. Mons. Domenico Amato, Amministratore diocesano, Canonico Teologo della Cattedrale di Molfetta, nato a Molfetta il 9 dicembre 1960. Fu ordinato sacerdote dal vescovo Mons. Bello il 18 maggio 1985, dopo aver proseguito gli studi nel Seminario Regionale di Molfetta al termine della maturità.
Tantissimi i fedeli che composti uno accanto all'altro e stretti in un abbraccio ecumenico, fino a 18 ore, erano lì, in Cattedrale per vedere da vicino e salutare, per l'ultima volta, la salma. «Gli eventi che hanno colpito questa diocesi negli ultimi mesi, la morte di Don Gino Martella prima e di don Mimmo Amato adesso, richiamano l'attesa. Quell'attesa che descriveva San Paolo rivolgendosi a Timoteo». Attesa che l'arcivescovo Francesco Cacucci, ha richiamato per sottolineare la fragilità della vita terrena.
Tanta semplice e spontanea manifestazione d'amore e di profonda stima non s'era vista mai negli ultimi tempi a Molfetta, quest'oggi diventata capitale del cuore, per merito di don Mimmo Amato. Durante il suo ministero ha svolto instancabile attività pastorale, per evangelizzare e costruire una società basata sui principi dell'umanesimo dell'amore e della solidarietà, per favorire il dialogo, la pace, per inculcare la bellezza della creazione e la dignità dell'esistenza, per infondere fiducia in Dio e nella grandezza della missione umana.
Don Mimmo Amato è stato comunicatore e impareggiabile guida, che ha cambiato i cuori della gente, con l'amore, col perdono, con il responsabile e gioioso adempimento della santa missione. Atleta di Dio, non è stato il rappresentante d'un cristianesimo rassegnato e triste, ma il campione dell'autentica fede.
Il rito delle esequie è durato poco più di un ora e mezza. Il feretro, portato a spalla da alcuni sacerdoti della diocesi è stato preceduto da una lunga processione, che è stata chiusa dall'arcivescovo Francesco Cacucci. Il campanone della Cattedrale ha suonato a morto per tutto il tempo. Pochi attimi ed è calato il silenzio. C'è chi ha pianto, chi ha pregato o chi, più semplicemente ha salutato don Mimmo per l'ultima volta.
*articolo di Andrea Teofrasto
Tantissimi i fedeli che composti uno accanto all'altro e stretti in un abbraccio ecumenico, fino a 18 ore, erano lì, in Cattedrale per vedere da vicino e salutare, per l'ultima volta, la salma. «Gli eventi che hanno colpito questa diocesi negli ultimi mesi, la morte di Don Gino Martella prima e di don Mimmo Amato adesso, richiamano l'attesa. Quell'attesa che descriveva San Paolo rivolgendosi a Timoteo». Attesa che l'arcivescovo Francesco Cacucci, ha richiamato per sottolineare la fragilità della vita terrena.
Tanta semplice e spontanea manifestazione d'amore e di profonda stima non s'era vista mai negli ultimi tempi a Molfetta, quest'oggi diventata capitale del cuore, per merito di don Mimmo Amato. Durante il suo ministero ha svolto instancabile attività pastorale, per evangelizzare e costruire una società basata sui principi dell'umanesimo dell'amore e della solidarietà, per favorire il dialogo, la pace, per inculcare la bellezza della creazione e la dignità dell'esistenza, per infondere fiducia in Dio e nella grandezza della missione umana.
Don Mimmo Amato è stato comunicatore e impareggiabile guida, che ha cambiato i cuori della gente, con l'amore, col perdono, con il responsabile e gioioso adempimento della santa missione. Atleta di Dio, non è stato il rappresentante d'un cristianesimo rassegnato e triste, ma il campione dell'autentica fede.
Il rito delle esequie è durato poco più di un ora e mezza. Il feretro, portato a spalla da alcuni sacerdoti della diocesi è stato preceduto da una lunga processione, che è stata chiusa dall'arcivescovo Francesco Cacucci. Il campanone della Cattedrale ha suonato a morto per tutto il tempo. Pochi attimi ed è calato il silenzio. C'è chi ha pianto, chi ha pregato o chi, più semplicemente ha salutato don Mimmo per l'ultima volta.
*articolo di Andrea Teofrasto