Cronaca
«L'emergenza sicurezza non interessa solo Bitonto»
Da Molfetta, interviene il Liberatorio Politico: «Siamo preoccupati per questi nuovi roghi»
Giovinazzo - domenica 14 gennaio 2018
17.52
«Siamo preoccupati per questi nuovi roghi che, sommati a quelli di Molfetta, dovrebbero far scattare un piano di emergenza istituzionale. Speriamo che i sindaci di Giovinazzo e Molfetta si facciano interpreti di una comune, e accorata, richiesta presso il Prefetto e le rispettive Procure per avviare un'indagine seria e puntuale sulla vera natura di questi roghi».
Il Liberatorio Politico, il movimento civico molfettese diretto da Matteo d'Ingeo commenta quanto accaduto nelle ultime ventiquattrore a Giovinazzo e riporta in evidenza il tema della sicurezza: «Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se le Procure abbiano mai aperto un fascicolo d'indagine unico».
«Sarebbe auspicabile - continua il Liberatorio - se, dopo sette anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbe anche scoprire se i liquidi usati per gli incendi sono gli stessi; se le assicurazioni delle auto danneggiate sono le stesse e se negli ultimi anni sono aumentate le polizze assicurative contro gli incendi; se i proprietari degli esercizi incendiati e delle auto hanno ricevuto in passato altri "avvertimenti".
Ed ancora: se nelle zone in cui avvengono gli incendi d'auto ci sono garage che hanno incrementato il numero di auto custodite; mettere in relazione gli atti dolosi con le minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali. Insomma le piste da seguire sarebbero tante, se solo ci fosse la volontà di aprire un'indagine seria».
Il Liberatorio Politico, il movimento civico molfettese diretto da Matteo d'Ingeo commenta quanto accaduto nelle ultime ventiquattrore a Giovinazzo e riporta in evidenza il tema della sicurezza: «Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se le Procure abbiano mai aperto un fascicolo d'indagine unico».
«Sarebbe auspicabile - continua il Liberatorio - se, dopo sette anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbe anche scoprire se i liquidi usati per gli incendi sono gli stessi; se le assicurazioni delle auto danneggiate sono le stesse e se negli ultimi anni sono aumentate le polizze assicurative contro gli incendi; se i proprietari degli esercizi incendiati e delle auto hanno ricevuto in passato altri "avvertimenti".
Ed ancora: se nelle zone in cui avvengono gli incendi d'auto ci sono garage che hanno incrementato il numero di auto custodite; mettere in relazione gli atti dolosi con le minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali. Insomma le piste da seguire sarebbero tante, se solo ci fosse la volontà di aprire un'indagine seria».