Vita di città
L'atmosfera unica degli altarini di San Giuseppe (TUTTE LE FOTO)
Ieri sera si è ripetuto l'antico rito. Tantissima gente per strada che ha fatto visita ai privati che li hanno allestiti
Giovinazzo - martedì 20 marzo 2018
06.00
Le mani che si stringono, il pane a treccia ed i taralli che vengono distribuiti, gli anziani seduti a pregare, la gente che si muove a piedi da una parte all'altra della città piena di gioia. Come era, è ancora e si spera sarà sempre.
Gli altarini devozionali allestiti in onore di San Giuseppe sono uno dei momenti collettivi più sentiti in città per tutti i cattolici. Sono secondi solo ai riti della Settimana Santa ed a quelli legati alla Festa Patronale agostana. Sono aggregazione, fede, tradizione popolare.
Ieri sera ce ne erano diversi in tutta Giovinazzo, visitatissimi tra le 18.00 e le 22.00 da tanta gente, anche dai più giovani.
Quello della famiglia Cannato in via Marziani, ad esempio, in alcuni momenti avrebbe necessitato del servizio della Polizia Locale per deviare il traffico di devoti che si sono recati a visitarlo. Semplice, con sfondo bianco e dorato ed una croce simile ad una colomba stilizzata, a simboleggiare lo Spirito Santo.
Bello, per motivi diversissimi, quello allestito dall'Associazione Anffas guidata da Michele Lasorsa in via Giuliodibari, a metà strada tra fede e solidarietà, tra festa ed inclusione.
Tradizionale quello creato nel porticato della villetta di via Sottotenente De Ceglie dalla famiglia Nacci, un "must", visitatissimo, con i fiori di pesco a simboleggiare la rinascita, la primavera dell'anima, a far da sfondo al padre con in braccio il Bambino che porta la Vita nel mondo.
Drappi color glicine, calle bianche e altri fiori violetti a far da cornice all'altarino allestito dalla famiglia Capasso in via Crocifisso (lo vedete in Home), uno degli ultimi che ancora si fa in casa, con le sedie a semicerchio e gli anziani ad accogliere i visitatori con taralli e pane a treccia.
Taralli e pane a treccia che non mancavano nemmeno in via Tenente Piscitelli, quasi all'incrocio con via Bitonto, dove in un garage la famiglia Ditillo ha deliziato gli occhi con un altarino devozionale contornato da fiori bianchi, coccarde e drappi azzurri, a simboleggiare la volta celeste che fa da sfondo al rapporto d'amore infinito tra Giuseppe il falegname e suo Figlio.
Ma la festa dei giovinazzesi ha vissuto un altro momento intenso ed è stata completata dalla visita del Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons. Domenico Cornacchia, che ha salutato i fedeli presso l'abitazione di Angela Padiglione in via Cappuccini, a sancire un riconoscimento da parte della Chiesa ufficiale a tanta devozione popolare.
L'unico neo di questa bellissima tradizione, forse, è legato all'impossibilità di fermarsi in preghiera nelle ore di maggiore afflusso, come ha giustamente fatto notare qualcuno. E non è una colpa da riferire a chi allestisce gli altarini, famiglie che dimostrano invece una grandissima fede e amore per le proprie radici, ma di chi fa loro visita. Ci si potrebbe fermare un attimo, raccogliersi e andar via. Lo scopo primario è proprio quello.
Nella nostra gallery gli scatti più belli di una serata stupenda, che ha aperto di fatto la strada alle celebrazioni per la Santa Pasqua.
Gli altarini devozionali allestiti in onore di San Giuseppe sono uno dei momenti collettivi più sentiti in città per tutti i cattolici. Sono secondi solo ai riti della Settimana Santa ed a quelli legati alla Festa Patronale agostana. Sono aggregazione, fede, tradizione popolare.
Ieri sera ce ne erano diversi in tutta Giovinazzo, visitatissimi tra le 18.00 e le 22.00 da tanta gente, anche dai più giovani.
Quello della famiglia Cannato in via Marziani, ad esempio, in alcuni momenti avrebbe necessitato del servizio della Polizia Locale per deviare il traffico di devoti che si sono recati a visitarlo. Semplice, con sfondo bianco e dorato ed una croce simile ad una colomba stilizzata, a simboleggiare lo Spirito Santo.
Bello, per motivi diversissimi, quello allestito dall'Associazione Anffas guidata da Michele Lasorsa in via Giuliodibari, a metà strada tra fede e solidarietà, tra festa ed inclusione.
Tradizionale quello creato nel porticato della villetta di via Sottotenente De Ceglie dalla famiglia Nacci, un "must", visitatissimo, con i fiori di pesco a simboleggiare la rinascita, la primavera dell'anima, a far da sfondo al padre con in braccio il Bambino che porta la Vita nel mondo.
Drappi color glicine, calle bianche e altri fiori violetti a far da cornice all'altarino allestito dalla famiglia Capasso in via Crocifisso (lo vedete in Home), uno degli ultimi che ancora si fa in casa, con le sedie a semicerchio e gli anziani ad accogliere i visitatori con taralli e pane a treccia.
Taralli e pane a treccia che non mancavano nemmeno in via Tenente Piscitelli, quasi all'incrocio con via Bitonto, dove in un garage la famiglia Ditillo ha deliziato gli occhi con un altarino devozionale contornato da fiori bianchi, coccarde e drappi azzurri, a simboleggiare la volta celeste che fa da sfondo al rapporto d'amore infinito tra Giuseppe il falegname e suo Figlio.
Ma la festa dei giovinazzesi ha vissuto un altro momento intenso ed è stata completata dalla visita del Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons. Domenico Cornacchia, che ha salutato i fedeli presso l'abitazione di Angela Padiglione in via Cappuccini, a sancire un riconoscimento da parte della Chiesa ufficiale a tanta devozione popolare.
L'unico neo di questa bellissima tradizione, forse, è legato all'impossibilità di fermarsi in preghiera nelle ore di maggiore afflusso, come ha giustamente fatto notare qualcuno. E non è una colpa da riferire a chi allestisce gli altarini, famiglie che dimostrano invece una grandissima fede e amore per le proprie radici, ma di chi fa loro visita. Ci si potrebbe fermare un attimo, raccogliersi e andar via. Lo scopo primario è proprio quello.
Nella nostra gallery gli scatti più belli di una serata stupenda, che ha aperto di fatto la strada alle celebrazioni per la Santa Pasqua.