Attualità
L'Assessore Paladino: «Grazie a tutti quelli che si sono prodigati per i Falò»
Dopo la serata di ieri, chiacchierata con la titolare di Cultura e Turismo
Giovinazzo - lunedì 23 gennaio 2017
05.30
Soddisfazione per la riuscita della manifestazione e tanti grazie da dire a coloro i quali hanno collaborato attivamente alla sua riuscita.
Marianna Paladino, giovane Assessore alla Cultura ed al Turismo, ha fatto con noi un primissimo bilancio dei Falò di Sant'Antonio Abate edizione 2017. Ecco cosa ci ha detto.
Assessore, si ritiene soddisfatta di come sono andate le cose?
Direi proprio di sì. Qualcuno aveva detto alla vigilia che l'Amministrazione comunale non avrebbe fatto troppa pubblicità a questa manifestazione, peccando in comunicazione. L'evento, in realtà, non ha nemmeno più bisogno di troppo clamore mediatico, in quanto rappresenta un "must", come avete sottolineato voi della stampa locale negli scorsi giorni, nel cartellone degli eventi pugliesi in questo periodo invernale. Sì, mi ripeto, sono davvero contenta di come siano andate le cose, con tantissime presenze anche da fuori città.
Ecco, questo è un duplice aspetto che ci interessa: le presenze e la possibilità che quello dei Falò di Sant'Antonio Abate sia divenuto una sorta di brand che si vende bene soprattutto fuori Giovinazzo. Cosa ci dice su entrambi i fronti?
Non ho numeri ufficiali da darvi. C'era tanta gente e questo mi pare lampante dalle vostre foto. Quanto al fascino che questo evento sta esercitando su chi arriva da altre località viciniore ed anche meno vicine, beh... sembra davvero che questa sia la realtà. Da qualche anno, non solo per merito nostro, certamente, questa evento attira tantissima gente ed i risultati, se il meteo ci assiste, sono sotto gli occhi di tutti.
Qualcuno ha polemizzato sul fatto che si siano invitati ospiti da fuori e non si siano valorizzati gruppi ed associazioni locali, lo sa?
Io non la penso affatto così. Basti pensare che ieri sera si sono esibiti la Juvenatium Marching Band, totalmente composta da giovinazzesi, il nome non è casuale, e i meravigliosi Terra di Voci, con talenti di primissimo livello musicale espressi dalla nostra cittadina. Senza dimenticare il concerto di apertura che ha proposto alla ribalta il Concerto Bandistico "Città di Giovinazzo" che, con la "Giuseppe Verdi" e la Polifonica, rappresenta la tradizione e l'eccellenza di Giovinazzo in questo campo. No, non credo proprio, quindi, che non si sia pensato a valorizzare i talenti locali.
Però al contempo avete guardato anche fuori dai confini cittadini...?
Esatto, dice bene. Giovinazzo deve saper mixare questi due aspetti. C'era il Gruppo Telenorba ieri, un punto di riferimento nella nostra regione nel mondo della comunicazione, che è ciò che serve per lanciare questo evento nei circuiti nazionali. E poi c'erano i salentini di Torrepaduli, tamburellisti e musicisti sopraffini che hanno aggiunto quel sapore popolare a questa edizione. E tutto ciò non è affatto in contrasto con la fierezza di sentirsi giovinazzesi.
A proposito di giovinazzesi: chi deve ringraziare per la riuscita di questa edizione dei Falò?
Tanta gente. Ad iniziare da un'Amministrazione comunale che mi sostiene sempre e che sostiene tutte le iniziative che uniscono cultura e turismo. Grazie ai tanti privati, infaticabili, che si sono adoperati per accendere tanti fuochi in diversi punti della città. Grazie alle parrocchie, ai Comitati di quartiere, agli scout, alle associazioni, alla gente comune. Grazie a chi ama questa manifestazione e credo siano davvero tanti.
Non possiamo non chiudere con un riferimento agli ospiti d'onore di questa rassegna, gli amici di Guastalla.
Si tratta di un'amicizia, qualcuno di voi forse lo ha scritto, che va oltre le Amministrazioni e che coinvolge la gente, il sentire comune. Per questo ringrazio gli amici di Guastalla, dalla Sindaca, Camilla Verona, persona squisita, in grande sintonia con noi, fino a giungere all'ultimo dei membri della loro delegazione. Un pezzo di Emilia in Puglia ed ogni volta che loro arrivano, poi è davvero difficile lasciarli andar via. Questa è l'Italia della brava gente, delle eccellenze enogastronomiche, del turismo su misura per le persone. La stessa bella Italia che in questi giorni si è prodigata per chi sta soffrendo ed il gemellaggio resta solido e si rafforza un po' di più, se è possibile, ogni volta che ci si rincontra.
Marianna Paladino, giovane Assessore alla Cultura ed al Turismo, ha fatto con noi un primissimo bilancio dei Falò di Sant'Antonio Abate edizione 2017. Ecco cosa ci ha detto.
Assessore, si ritiene soddisfatta di come sono andate le cose?
Direi proprio di sì. Qualcuno aveva detto alla vigilia che l'Amministrazione comunale non avrebbe fatto troppa pubblicità a questa manifestazione, peccando in comunicazione. L'evento, in realtà, non ha nemmeno più bisogno di troppo clamore mediatico, in quanto rappresenta un "must", come avete sottolineato voi della stampa locale negli scorsi giorni, nel cartellone degli eventi pugliesi in questo periodo invernale. Sì, mi ripeto, sono davvero contenta di come siano andate le cose, con tantissime presenze anche da fuori città.
Ecco, questo è un duplice aspetto che ci interessa: le presenze e la possibilità che quello dei Falò di Sant'Antonio Abate sia divenuto una sorta di brand che si vende bene soprattutto fuori Giovinazzo. Cosa ci dice su entrambi i fronti?
Non ho numeri ufficiali da darvi. C'era tanta gente e questo mi pare lampante dalle vostre foto. Quanto al fascino che questo evento sta esercitando su chi arriva da altre località viciniore ed anche meno vicine, beh... sembra davvero che questa sia la realtà. Da qualche anno, non solo per merito nostro, certamente, questa evento attira tantissima gente ed i risultati, se il meteo ci assiste, sono sotto gli occhi di tutti.
Qualcuno ha polemizzato sul fatto che si siano invitati ospiti da fuori e non si siano valorizzati gruppi ed associazioni locali, lo sa?
Io non la penso affatto così. Basti pensare che ieri sera si sono esibiti la Juvenatium Marching Band, totalmente composta da giovinazzesi, il nome non è casuale, e i meravigliosi Terra di Voci, con talenti di primissimo livello musicale espressi dalla nostra cittadina. Senza dimenticare il concerto di apertura che ha proposto alla ribalta il Concerto Bandistico "Città di Giovinazzo" che, con la "Giuseppe Verdi" e la Polifonica, rappresenta la tradizione e l'eccellenza di Giovinazzo in questo campo. No, non credo proprio, quindi, che non si sia pensato a valorizzare i talenti locali.
Però al contempo avete guardato anche fuori dai confini cittadini...?
Esatto, dice bene. Giovinazzo deve saper mixare questi due aspetti. C'era il Gruppo Telenorba ieri, un punto di riferimento nella nostra regione nel mondo della comunicazione, che è ciò che serve per lanciare questo evento nei circuiti nazionali. E poi c'erano i salentini di Torrepaduli, tamburellisti e musicisti sopraffini che hanno aggiunto quel sapore popolare a questa edizione. E tutto ciò non è affatto in contrasto con la fierezza di sentirsi giovinazzesi.
A proposito di giovinazzesi: chi deve ringraziare per la riuscita di questa edizione dei Falò?
Tanta gente. Ad iniziare da un'Amministrazione comunale che mi sostiene sempre e che sostiene tutte le iniziative che uniscono cultura e turismo. Grazie ai tanti privati, infaticabili, che si sono adoperati per accendere tanti fuochi in diversi punti della città. Grazie alle parrocchie, ai Comitati di quartiere, agli scout, alle associazioni, alla gente comune. Grazie a chi ama questa manifestazione e credo siano davvero tanti.
Non possiamo non chiudere con un riferimento agli ospiti d'onore di questa rassegna, gli amici di Guastalla.
Si tratta di un'amicizia, qualcuno di voi forse lo ha scritto, che va oltre le Amministrazioni e che coinvolge la gente, il sentire comune. Per questo ringrazio gli amici di Guastalla, dalla Sindaca, Camilla Verona, persona squisita, in grande sintonia con noi, fino a giungere all'ultimo dei membri della loro delegazione. Un pezzo di Emilia in Puglia ed ogni volta che loro arrivano, poi è davvero difficile lasciarli andar via. Questa è l'Italia della brava gente, delle eccellenze enogastronomiche, del turismo su misura per le persone. La stessa bella Italia che in questi giorni si è prodigata per chi sta soffrendo ed il gemellaggio resta solido e si rafforza un po' di più, se è possibile, ogni volta che ci si rincontra.