Politica
Europee, Italia in Comune con +Europa di Emma Bonino. Sollecito spiega le ragioni
Intervista al Vicesindaco di Giovinazzo che ha aderito al movimento che nel nostro territorio candiderà Michele Abbaticchio, primo cittadino di Bitonto. Con loro anche Tommaso Depalma
Giovinazzo - venerdì 29 marzo 2019
06.00
Tommaso Depalma e Michele Sollecito hanno aderito da tempo al movimento Italia in Comune, guidato a livello nazionale dal Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. È di questi giorni la notizia della lista per le elezioni europee del prossimo maggio che vedrà insieme il movimento ribattezzato "degli amministratori locali" con +Europa, il partito che fa riferimento ad Emma Bonino ed in cui convivono liberali, qualche ex radicale e social-democratici.
Iniziamo da qui il percorso di avvicinamento all'appuntamento elettorale di maggio, cercando di interpellare i politici locali e farci spiegare le scelte nazionali, possibilmente mettendoci la faccia. Sarà più semplice con coloro i quali militano nei partiti tradizionali, meno per quelli che si riferiscono al civismo. Questa volta abbiamo interpellato Michele Sollecito.
Primo banco di prova per il movimento a cui avete aderito lei e Depalma. Come è arrivato a sostenere Italia in Comune?
«Le elezioni europee sono il primo serio banco di prova per Italia in Comune, una realtà che è in crescita e che sta tracciando con entusiasmo il suo personale percorso. Di certo con l'Europa in questi ultimi anni non abbiamo vissuto un grande rapporto e penso che ora occorre dare vita a nuove aggregazioni politiche che propongano soluzioni adeguate ai problemi che viviamo oggi. In questi anni di attività politica ed amministrativa non ho mai smesso di guardare cosa accadeva intorno a me, ho viaggiato tanto e frequentato diversi momenti di confronto culturale e politico: più che i partiti ho seguito le idee e i giovani protagonisti di una futura classe dirigente».
Va bene, chiarissimo. Ma quale Europa immagina? Che cosa vi aspettate dal futuro prossimo, quali le sfide che i vostri rappresentanti a Strasburgo devono a suo avviso combattere?
«Mi piacerebbe quindi pensare a un'Europa che dedichi la sua attenzione agli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale (sul quale mi sa che stiamo perdendo terreno), all'impatto sociale della tecnologia blockchain, alla riconversione verde dei grandi impianti industriali (è il caso della decarbonizzazione dell'Ilva per esempio), alla tutela dei diritti uniforme a tutti gli stati membri (ad esempio con l'approvazione del salario minimo, una quota di costo-lavoro sotto il quale è vietato scendere). In tema di politiche di promozione dell'Europa e della sua variegata cultura non sarebbe male potenziare i programmi Erasmus per studenti e imprenditori e sperimentare nuove misure per i docenti che dovrebbero avere più opportunità di crescita culturale in un contesto europeo».
Quali temi sul tavolo programmatico possono essere direttamente riconducibili alla vostra esperienza di amministratori del Mezzogiorno d'Italia?
«Altri temi interessanti mi sembrano possano essere desunti dal lavoro del Forum Disuguaglianza promosso da Fabrizio Barca, in sintonia con molti attivisti di +Europa. Barca è il ministro che per primo ha lavorato in Italia sulla coesione, molte sue intuizioni hanno avuto un impatto concreto qui al sud. L'idea dell'eredità universale per i diciottenni, ad esempio, è molto dirompente. Ecco sono questi i temi che seguo lì dove si sperimenta l'innovazione e il sano confronto, a costo di avviare esperienze politiche nuove come stiamo facendo in Puglia con Italia in Comune partendo dalle vicende positive dei nostri territori».
Come vi state approcciando a quello che per voi (lo ha detto lei) è il primo banco di prova? Sembra scontato il suo appoggio e quello di Depalma ad Abbaticchio...
«C'è entusiasmo, c'è fermento, c'è la volontà di fuggire con coraggio il posizionamento facile contro qualcuno o contro qualcosa per provare a scendere nei dettagli e cercare soluzioni migliori per tutti. Insieme al sindaco, Tommaso Depalma, neo presidente provinciale di Bari di Italia in Comune, sosterremo la candidatura di Michele Abbaticchio in virtù del grande lavoro fatto finora per varare questa nuova esperienza politica in Puglia. Abbaticchio rappresenta la candidatura migliore per il nostro gruppo e ci adopereremo con impegno per mostrare le nostre buone ragioni. Non smetteremo, infatti, di pensare in ottica propositiva al nostro territorio che necessita di colmare il gap infrastrutturale, che necessita della giusta attenzione in tema di politiche agricole (basti pensare al flagello della Xylella) e di politiche di inclusione lavorativa».
Inevitabile chiederle in quale gruppo europeo siederanno i vostri rappresentanti a Strasburgo. Saranno col PSE dell'italiano PD, nel moderato calderone del PPE che ospita da Berlusconi a formazioni che guardano più marcatamente a destra, oppure farete altre scelte?
«La lista di +Europa e Italia in Comune è alternativa al PD e al gruppo parlamentare dei Socialdemocratici (S&D) sebbene ci sia l'idea di fondo comune di contrastare la deriva estremista di chi vorrebbe addirittura fare passi indietro sull'integrazione europea. C'è spazio al centro e penso sia lì la nostra collocazione migliore».
Iniziamo da qui il percorso di avvicinamento all'appuntamento elettorale di maggio, cercando di interpellare i politici locali e farci spiegare le scelte nazionali, possibilmente mettendoci la faccia. Sarà più semplice con coloro i quali militano nei partiti tradizionali, meno per quelli che si riferiscono al civismo. Questa volta abbiamo interpellato Michele Sollecito.
Primo banco di prova per il movimento a cui avete aderito lei e Depalma. Come è arrivato a sostenere Italia in Comune?
«Le elezioni europee sono il primo serio banco di prova per Italia in Comune, una realtà che è in crescita e che sta tracciando con entusiasmo il suo personale percorso. Di certo con l'Europa in questi ultimi anni non abbiamo vissuto un grande rapporto e penso che ora occorre dare vita a nuove aggregazioni politiche che propongano soluzioni adeguate ai problemi che viviamo oggi. In questi anni di attività politica ed amministrativa non ho mai smesso di guardare cosa accadeva intorno a me, ho viaggiato tanto e frequentato diversi momenti di confronto culturale e politico: più che i partiti ho seguito le idee e i giovani protagonisti di una futura classe dirigente».
Va bene, chiarissimo. Ma quale Europa immagina? Che cosa vi aspettate dal futuro prossimo, quali le sfide che i vostri rappresentanti a Strasburgo devono a suo avviso combattere?
«Mi piacerebbe quindi pensare a un'Europa che dedichi la sua attenzione agli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale (sul quale mi sa che stiamo perdendo terreno), all'impatto sociale della tecnologia blockchain, alla riconversione verde dei grandi impianti industriali (è il caso della decarbonizzazione dell'Ilva per esempio), alla tutela dei diritti uniforme a tutti gli stati membri (ad esempio con l'approvazione del salario minimo, una quota di costo-lavoro sotto il quale è vietato scendere). In tema di politiche di promozione dell'Europa e della sua variegata cultura non sarebbe male potenziare i programmi Erasmus per studenti e imprenditori e sperimentare nuove misure per i docenti che dovrebbero avere più opportunità di crescita culturale in un contesto europeo».
Quali temi sul tavolo programmatico possono essere direttamente riconducibili alla vostra esperienza di amministratori del Mezzogiorno d'Italia?
«Altri temi interessanti mi sembrano possano essere desunti dal lavoro del Forum Disuguaglianza promosso da Fabrizio Barca, in sintonia con molti attivisti di +Europa. Barca è il ministro che per primo ha lavorato in Italia sulla coesione, molte sue intuizioni hanno avuto un impatto concreto qui al sud. L'idea dell'eredità universale per i diciottenni, ad esempio, è molto dirompente. Ecco sono questi i temi che seguo lì dove si sperimenta l'innovazione e il sano confronto, a costo di avviare esperienze politiche nuove come stiamo facendo in Puglia con Italia in Comune partendo dalle vicende positive dei nostri territori».
Come vi state approcciando a quello che per voi (lo ha detto lei) è il primo banco di prova? Sembra scontato il suo appoggio e quello di Depalma ad Abbaticchio...
«C'è entusiasmo, c'è fermento, c'è la volontà di fuggire con coraggio il posizionamento facile contro qualcuno o contro qualcosa per provare a scendere nei dettagli e cercare soluzioni migliori per tutti. Insieme al sindaco, Tommaso Depalma, neo presidente provinciale di Bari di Italia in Comune, sosterremo la candidatura di Michele Abbaticchio in virtù del grande lavoro fatto finora per varare questa nuova esperienza politica in Puglia. Abbaticchio rappresenta la candidatura migliore per il nostro gruppo e ci adopereremo con impegno per mostrare le nostre buone ragioni. Non smetteremo, infatti, di pensare in ottica propositiva al nostro territorio che necessita di colmare il gap infrastrutturale, che necessita della giusta attenzione in tema di politiche agricole (basti pensare al flagello della Xylella) e di politiche di inclusione lavorativa».
Inevitabile chiederle in quale gruppo europeo siederanno i vostri rappresentanti a Strasburgo. Saranno col PSE dell'italiano PD, nel moderato calderone del PPE che ospita da Berlusconi a formazioni che guardano più marcatamente a destra, oppure farete altre scelte?
«La lista di +Europa e Italia in Comune è alternativa al PD e al gruppo parlamentare dei Socialdemocratici (S&D) sebbene ci sia l'idea di fondo comune di contrastare la deriva estremista di chi vorrebbe addirittura fare passi indietro sull'integrazione europea. C'è spazio al centro e penso sia lì la nostra collocazione migliore».