Cronaca
Investì bagnante con il gommone: assolto un 45enne
Secondo il Tribunale non ci sono prove del fatto che il natante fosse quello di Giovanni Cassano
Giovinazzo - giovedì 30 novembre 2017
20.47
Non era Giovanni Cassano, 45enne pregiudicato barese e fratellastro del calciatore Antonio Cassano, alla guida del gommone che il 13 luglio 2013 ferì gravemente alla testa un 37enne bagnante di Giovinazzo che nuotava a pochi metri dalla riva in località Trincea, nei pressi del lido Azzurro.
Il Tribunale di Bari ha assolto Cassano «per non aver commesso il fatto» dall'accusa di lesioni e «perché il fatto non sussiste» da quella di omissione di soccorso. I fatti contestati risalgono all'estate di quattro anni fa. I bagnanti testimoni dell'investimento in mare segnalarono la presenza di un gommone bianco che ad alta velocità, a soli 20 metri dalla costa, aveva travolto il 37enne colpendolo alla testa con lo scafo per poi fuggire senza prestare soccorso al ferito.
I successivi accertamenti consentirono di individuare all'interno del porto di Giovinazzo un gommone corrispondente alle descrizioni. Cassano fu presto identificato, denunciato e gli fu ritirata la patente nautica. Dopo dieci giorni, nonostante il rito della patente, Cassano si rese protagonista di un inseguimento in mare con la Guardia Costiera e, per questo episodio, e già stato condannato in appello a 3 anni e 2 mesi di reclusione per resistenza a nave da guerra.
Per la prima vicenda, però, la difesa dell'imputato, l'avvocato Nicola Quaranta, ha evidenziato l'assenza di prove riguardo al fatto che il gommone dell'investimento fosse proprio quello di Cassano.
Il Tribunale di Bari ha assolto Cassano «per non aver commesso il fatto» dall'accusa di lesioni e «perché il fatto non sussiste» da quella di omissione di soccorso. I fatti contestati risalgono all'estate di quattro anni fa. I bagnanti testimoni dell'investimento in mare segnalarono la presenza di un gommone bianco che ad alta velocità, a soli 20 metri dalla costa, aveva travolto il 37enne colpendolo alla testa con lo scafo per poi fuggire senza prestare soccorso al ferito.
I successivi accertamenti consentirono di individuare all'interno del porto di Giovinazzo un gommone corrispondente alle descrizioni. Cassano fu presto identificato, denunciato e gli fu ritirata la patente nautica. Dopo dieci giorni, nonostante il rito della patente, Cassano si rese protagonista di un inseguimento in mare con la Guardia Costiera e, per questo episodio, e già stato condannato in appello a 3 anni e 2 mesi di reclusione per resistenza a nave da guerra.
Per la prima vicenda, però, la difesa dell'imputato, l'avvocato Nicola Quaranta, ha evidenziato l'assenza di prove riguardo al fatto che il gommone dell'investimento fosse proprio quello di Cassano.