Turismo
Inglesi e tedeschi per un turismo culturale
Britannici e teutonici a Giovinazzo per visitare chiese, vicoli e palazzi storici
Giovinazzo - giovedì 25 settembre 2014
23.05
Di passaggio o con soggiorno tutto giovinazzese, i turisti inglesi e tedeschi sono quelli numericamente più consistenti in questo fine settembre mite. Giovinazzo li ha accolti attraverso l'attività dell'Infopoint di Piazza Vittorio Emanuele II, realizzando itinerari in tutta la provincia.
Ce lo hanno confermato anche le addette all'accoglienza, raccontandoci di una loro peculiarità. Inglesi e tedeschi non cercano, almeno in questo periodo dell'anno, soltanto scorci paesaggistici con mare azzurro. Cercano soprattutto chiese, opere d'arte e palazzi storici, magari incastonati in borghi a cui scattare istantanee da portar via come ricordi dolci ed indelebili. Si tratta dunque, ed è questa la notizia, di un turismo di livello superiore rispetto a quello balneare massicciamente presente sino alla fine di agosto, molto più esigente perché spesso espressione di persone con interessi culturali elevati. I visitatori britannici e teutonici non si strappano i capelli per uno scroscio di pioggia improvviso anche nella calda Puglia, che mai immaginerebbero uggiosa, ma si stupiscono davanti a gioielli architettonici sotto chiave. Domenica li abbiamo visti passeggiare mischiandosi a gente del posto ed a turisti italiani.
Ed è forse questo l'aspetto più negativo per noi: nonostante un buon punto d'accoglienza con persone che operano in 4 differenti lingue, Giovinazzo si è presentata spesso chiusa. Le chiesette confraternali che aprono di rado, la Cattedrale non visitabile in tarda mattinata, nel primo pomeriggio o di sera, palazzi privati seicenteschi che non accolgono esterni. E così il bel borgo antico resta uno stupendo contenitore in cui è difficile guardare all'interno, sdoganando definitivamente la nostra cittadina dall'oblio provinciale.
Infine c'è la questione dolmen di San Silvestro. Tanti stranieri e molti turisti settentrionali ne chiedono l'apertura costante. Le chiavi sono in Comune per disposizione della Soprintendenza, che ha chiaramente fatto sapere, in una riunione con amministratori, associazioni e vertici della Pro Loco, che danaro pubblico da investire all'uopo in questo momento non ce n'è. Quindi, su autorizzazione dell'assessorato competente e con preavviso, guide volontarie possono condurre gli ospiti nel luogo che racconta la nascita forse del primo nucleo di antenati giovinazzesi. Si apre, lo si fa visitare e via. Ma non un minuto in più.
L'ottimo risultato ottenuto con gli accordi tracciati tra le amministrazioni locali costiere del nord barese e tour operator russi, portoghesi e d'oltreoceano, dovrebbe quindi indurre ad estendere tali accordi con agenzie dei sudditi di sua Maestà e tedeschi. I più esigenti, certo, ma proprio per questo da prender per mano e condurre senza patemi nella nostra storia. Se cambiamento arriverà, come preannunciato da più parti, che sia un cambiamento in primis nella nostra mentalità, nel nostro modo di pensare al turismo ormai obsoleto.
Ce lo hanno confermato anche le addette all'accoglienza, raccontandoci di una loro peculiarità. Inglesi e tedeschi non cercano, almeno in questo periodo dell'anno, soltanto scorci paesaggistici con mare azzurro. Cercano soprattutto chiese, opere d'arte e palazzi storici, magari incastonati in borghi a cui scattare istantanee da portar via come ricordi dolci ed indelebili. Si tratta dunque, ed è questa la notizia, di un turismo di livello superiore rispetto a quello balneare massicciamente presente sino alla fine di agosto, molto più esigente perché spesso espressione di persone con interessi culturali elevati. I visitatori britannici e teutonici non si strappano i capelli per uno scroscio di pioggia improvviso anche nella calda Puglia, che mai immaginerebbero uggiosa, ma si stupiscono davanti a gioielli architettonici sotto chiave. Domenica li abbiamo visti passeggiare mischiandosi a gente del posto ed a turisti italiani.
Ed è forse questo l'aspetto più negativo per noi: nonostante un buon punto d'accoglienza con persone che operano in 4 differenti lingue, Giovinazzo si è presentata spesso chiusa. Le chiesette confraternali che aprono di rado, la Cattedrale non visitabile in tarda mattinata, nel primo pomeriggio o di sera, palazzi privati seicenteschi che non accolgono esterni. E così il bel borgo antico resta uno stupendo contenitore in cui è difficile guardare all'interno, sdoganando definitivamente la nostra cittadina dall'oblio provinciale.
Infine c'è la questione dolmen di San Silvestro. Tanti stranieri e molti turisti settentrionali ne chiedono l'apertura costante. Le chiavi sono in Comune per disposizione della Soprintendenza, che ha chiaramente fatto sapere, in una riunione con amministratori, associazioni e vertici della Pro Loco, che danaro pubblico da investire all'uopo in questo momento non ce n'è. Quindi, su autorizzazione dell'assessorato competente e con preavviso, guide volontarie possono condurre gli ospiti nel luogo che racconta la nascita forse del primo nucleo di antenati giovinazzesi. Si apre, lo si fa visitare e via. Ma non un minuto in più.
L'ottimo risultato ottenuto con gli accordi tracciati tra le amministrazioni locali costiere del nord barese e tour operator russi, portoghesi e d'oltreoceano, dovrebbe quindi indurre ad estendere tali accordi con agenzie dei sudditi di sua Maestà e tedeschi. I più esigenti, certo, ma proprio per questo da prender per mano e condurre senza patemi nella nostra storia. Se cambiamento arriverà, come preannunciato da più parti, che sia un cambiamento in primis nella nostra mentalità, nel nostro modo di pensare al turismo ormai obsoleto.