Politica
Incendi d’auto, il Pd al sindaco: «Quali interventi?»
Il Partito Democratico accusa Depalma di non aver mantenuto le promesse in tema di sicurezza
Giovinazzo - martedì 24 febbraio 2015
3.36
«Roma fu oggetto di un solo incendio, nella notte del 18 luglio del 64 a.C., che infuriò per nove giorni propagandosi in quasi tutti i quartieri della città. La colpa dell'incendio venne attribuita a Nerone, la cui figura ci è stata tramandata dagli storici come quella di un odioso tiranno, per motivazioni quali il desiderio di trarre ispirazione per il suo canto dalla distruzione di una città, ovvero la necessità di trovare spazio per l'erezione della Domus Aurea, o ancora l'aspirazione a tramandare il suo nome per aver compiuto un radicale rinnovamento urbanistico della città».
Comincia così, con il racconto della storia di Roma, il commento della segreteria cittadina del Partito Democratico agli incendi notturni verificatisi, in particolare, dalla scorsa estate ad oggi. «Diversamente da Nerone - afferma il circolo di piazza Vittorio Emanuele II - l'attuale "censor pro tempore" Depalmatus ritiene di essere pienamente avulso da ogni responsabilità. Nessuna menzione viene fatta nei "cantici" che giornalmente pubblica sui social network - ironizzano - ad eccezione di quando ad essere incendiata di notte fu la pedana esterna di un bar di piazza Garibaldi. Solo in quel caso il "censor pro tempore" di Iuvenatium si scagliò su Facebook "contro chi non controlla, individuando come responsabile della sicurezza della città gli agenti di Polizia Locale, a cui tocca trovare le adeguate soluzioni che non devono essere indicate da sindaci e assessori… "».
«Ebbene - proseguono dal Pd mescolando alla pungente ironia la serietà di quanto prevede la legge - il nostrano censore dimentica alcune cose elementari. Secondo il nostro ordinamento, il sindaco ha doppia figura: è capo dell'amministrazione comunale ed ufficiale del governo. In quest'ultima veste, secondo l'art. 1 del regio decreto 733/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza. Inoltre, l'art. 6 del decreto legge 92/2008, modificando l'art. 54 del decreto legislativo 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali), ha ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale. Al riguardo - prosegue la nota - il sindaco adotta provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica o la sicurezza urbana. Sovrintende inoltre alle seguenti attività: emanazione di atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolgimento di funzioni in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il Prefetto».
Dalla sede di piazza Vittorio Emanuele II insistono: «"Censor pro tempore" Depalmatus cosa sta succedendo? Non siamo più nell'antica Roma. Vogliamo ricordarti - incalzano - che dal tuo insediamento a Giovinazzo gli incendi notturni che hanno distrutto auto, causato danni ingenti alle abitazioni e messo in gravissimo pericolo l'incolumità delle persone e la sicurezza pubblica si avvicinano ormai ad una trentina!».
Il Pd chiede dunque al sindaco «quali azioni, dirette ed indirette, intenda adottare ed in quali tempi». Depalma, in campagna elettorale, aveva promesso «di implementare il servizio di controllo del territorio da parte delle forze di polizia attraverso una profonda riorganizzazione e una ottimizzazione delle risorse disponibili». E tra le esigenze primarie, e non più procrastinabili, c'era «l'utilizzo del sistema di videosorveglianza nei punti d'accesso della città che oltre alla sua funzione esecutiva avrebbe garantito anche un effetto deterrente, insieme ad una rivisitazione dell'utilizzo della Polizia Locale». Di qui l'affondo del segretario cittadino Michele Delle Fontane: «Dove sono finite tutte le fantastiche e mirabolanti soluzioni che Depalma ha sbandierato in materia di sicurezza, cavallo di battaglia dell'intera campagna elettorale? Dopo due anni e mezzo di promesse, ancora nessun fatto concreto».
E in chiusura di comunicato la consueta stoccata: «Cari cittadini, non è che il nostro censore locale vorrebbe passare alla storia per aver surclassato Nerone? O forse, più semplicemente, per essere il sindaco più ignorante, incapace ed incompetente della "Istoria di Iuvenatium"?».
Comincia così, con il racconto della storia di Roma, il commento della segreteria cittadina del Partito Democratico agli incendi notturni verificatisi, in particolare, dalla scorsa estate ad oggi. «Diversamente da Nerone - afferma il circolo di piazza Vittorio Emanuele II - l'attuale "censor pro tempore" Depalmatus ritiene di essere pienamente avulso da ogni responsabilità. Nessuna menzione viene fatta nei "cantici" che giornalmente pubblica sui social network - ironizzano - ad eccezione di quando ad essere incendiata di notte fu la pedana esterna di un bar di piazza Garibaldi. Solo in quel caso il "censor pro tempore" di Iuvenatium si scagliò su Facebook "contro chi non controlla, individuando come responsabile della sicurezza della città gli agenti di Polizia Locale, a cui tocca trovare le adeguate soluzioni che non devono essere indicate da sindaci e assessori… "».
«Ebbene - proseguono dal Pd mescolando alla pungente ironia la serietà di quanto prevede la legge - il nostrano censore dimentica alcune cose elementari. Secondo il nostro ordinamento, il sindaco ha doppia figura: è capo dell'amministrazione comunale ed ufficiale del governo. In quest'ultima veste, secondo l'art. 1 del regio decreto 733/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza. Inoltre, l'art. 6 del decreto legge 92/2008, modificando l'art. 54 del decreto legislativo 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali), ha ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale. Al riguardo - prosegue la nota - il sindaco adotta provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica o la sicurezza urbana. Sovrintende inoltre alle seguenti attività: emanazione di atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolgimento di funzioni in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il Prefetto».
Dalla sede di piazza Vittorio Emanuele II insistono: «"Censor pro tempore" Depalmatus cosa sta succedendo? Non siamo più nell'antica Roma. Vogliamo ricordarti - incalzano - che dal tuo insediamento a Giovinazzo gli incendi notturni che hanno distrutto auto, causato danni ingenti alle abitazioni e messo in gravissimo pericolo l'incolumità delle persone e la sicurezza pubblica si avvicinano ormai ad una trentina!».
Il Pd chiede dunque al sindaco «quali azioni, dirette ed indirette, intenda adottare ed in quali tempi». Depalma, in campagna elettorale, aveva promesso «di implementare il servizio di controllo del territorio da parte delle forze di polizia attraverso una profonda riorganizzazione e una ottimizzazione delle risorse disponibili». E tra le esigenze primarie, e non più procrastinabili, c'era «l'utilizzo del sistema di videosorveglianza nei punti d'accesso della città che oltre alla sua funzione esecutiva avrebbe garantito anche un effetto deterrente, insieme ad una rivisitazione dell'utilizzo della Polizia Locale». Di qui l'affondo del segretario cittadino Michele Delle Fontane: «Dove sono finite tutte le fantastiche e mirabolanti soluzioni che Depalma ha sbandierato in materia di sicurezza, cavallo di battaglia dell'intera campagna elettorale? Dopo due anni e mezzo di promesse, ancora nessun fatto concreto».
E in chiusura di comunicato la consueta stoccata: «Cari cittadini, non è che il nostro censore locale vorrebbe passare alla storia per aver surclassato Nerone? O forse, più semplicemente, per essere il sindaco più ignorante, incapace ed incompetente della "Istoria di Iuvenatium"?».