Vita di città
Inaugurata "Ave Mater Dolorosa". Tanti visitatori per la mostra curata da Saverio Amorisco (FOTO e VIDEO)
Ieri sera pieno di pubblico. Nei nostri scatti alcune opere esposte
Giovinazzo - domenica 17 marzo 2019
06.00
È stata inaugurata ieri sera, 16 marzo, nella chiesa del Carmine a Giovinazzo, la mostra iconografica "Aver Mater Dolorosa- L'Addolorata nell'arte e nella devozione popolare", curata dall'artista Saverio Amorisco in collaborazione con l'Arciconfraternita di Maria SS del Carmine e con la Confraternita di Maria SS degli Angeli e grazie al supporto del Museo diocesano di Molfetta.
Contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti sette edizioni, la mostra di Passione si caratterizza quest'anno come una vera e propria esposizione di opere che variano dalle tele alle campane, oggetto devozionale tipico del Mezzogiorno italiano fino a giungere a meravigliose statue di maestri cartapestai di prestigio.
Quella che ne vien fuori è una mostra autenticamente iconografica, che riprende in più modi il mistero della morte di Cristo ed il dolore infinito di sua Madre, centro dell'esposizione. Abiti «svolazzanti», «visi struggenti, sguardi amorevoli» sono stati realizzati da intagliatori e modellatori avvalsisi della collaborazione di falegnami e ricamatici.
I ceti più agiati, sin dal '700, hanno quindi dato vita ad una scuola che ha prodotto le campane di vetro devozionali, così diffuse alle nostre latitudini fino ad un recente passato, ma al contempo così rare da trovare intatte ancora oggi, tanto da farne oggetto di una mostra così accurata, che scandaglia gli ultimi quattro secoli.
Al centro della cinquecentesca chiesa del Carmine di via Cattedrale, spicca e spiazza, quasi ammutolisce il visitatore, la Pietà attribuita a Carlo Cinzio Altieri, opera del XVIII secolo, con la Vergine realizzata in legno policromo come manichino anatomico snodabile, un parrucco di seta nera ed abito in tessuto nero ricamato a filo d'argento. Bellissimo il sudario di 26 cm, in lino con balza di filet, così come lo stiletto nel cuore dell'Addolorata, in argento punzonato di pietre dure.
Di richiamo anche l'abito in seta nera con ricco ricamo in argento prestato alla mostra dalla Confraternita della Purificazione, mentre sulla sinistra fa effetto l'Addolorata in terracotta policroma del buddhista Jusana Hopas.
Tra le campane in vetro, ci sono opere provenienti da San Ferdinando di Puglia, Trani, una Madonna di proprietà di don Benedetto Fiorentino, ed altre provenienti anche da Modugno e Bari. Interessanti, appena si entra, le due Addolorate sulla sinistra, una a stampa su tela e l'altra su carta, databili tra il XIX e gli inizi del '900.
La mostra va gustata, magari non in una sola volta, poiché sono i particolari a far la differenza, e va seguita brochure di presentazione alla mano. I più fortunati ieri sera hanno potuto godere della guida speciale del curatore, Saverio Amorisco, che si è detto già pronto a stupire ancora con la prossima edizione, magari riprendendo il vecchio filone della rappresentazione a grandezza naturale della Passione.
Quella di quest'anno è quindi una vera e propria mostra icongrafica, che però non tradisce affatto il visitatore.
Porte aperte alla chiesa del Carmine fino al 20 aprile prossimo, dalle ore 18.30 alle ore 22.00. Nella nostra gallery alcuni scatti suggestivi. A questo link invece il video che racconta la preparazione.
Contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti sette edizioni, la mostra di Passione si caratterizza quest'anno come una vera e propria esposizione di opere che variano dalle tele alle campane, oggetto devozionale tipico del Mezzogiorno italiano fino a giungere a meravigliose statue di maestri cartapestai di prestigio.
Quella che ne vien fuori è una mostra autenticamente iconografica, che riprende in più modi il mistero della morte di Cristo ed il dolore infinito di sua Madre, centro dell'esposizione. Abiti «svolazzanti», «visi struggenti, sguardi amorevoli» sono stati realizzati da intagliatori e modellatori avvalsisi della collaborazione di falegnami e ricamatici.
I ceti più agiati, sin dal '700, hanno quindi dato vita ad una scuola che ha prodotto le campane di vetro devozionali, così diffuse alle nostre latitudini fino ad un recente passato, ma al contempo così rare da trovare intatte ancora oggi, tanto da farne oggetto di una mostra così accurata, che scandaglia gli ultimi quattro secoli.
Al centro della cinquecentesca chiesa del Carmine di via Cattedrale, spicca e spiazza, quasi ammutolisce il visitatore, la Pietà attribuita a Carlo Cinzio Altieri, opera del XVIII secolo, con la Vergine realizzata in legno policromo come manichino anatomico snodabile, un parrucco di seta nera ed abito in tessuto nero ricamato a filo d'argento. Bellissimo il sudario di 26 cm, in lino con balza di filet, così come lo stiletto nel cuore dell'Addolorata, in argento punzonato di pietre dure.
Di richiamo anche l'abito in seta nera con ricco ricamo in argento prestato alla mostra dalla Confraternita della Purificazione, mentre sulla sinistra fa effetto l'Addolorata in terracotta policroma del buddhista Jusana Hopas.
Tra le campane in vetro, ci sono opere provenienti da San Ferdinando di Puglia, Trani, una Madonna di proprietà di don Benedetto Fiorentino, ed altre provenienti anche da Modugno e Bari. Interessanti, appena si entra, le due Addolorate sulla sinistra, una a stampa su tela e l'altra su carta, databili tra il XIX e gli inizi del '900.
La mostra va gustata, magari non in una sola volta, poiché sono i particolari a far la differenza, e va seguita brochure di presentazione alla mano. I più fortunati ieri sera hanno potuto godere della guida speciale del curatore, Saverio Amorisco, che si è detto già pronto a stupire ancora con la prossima edizione, magari riprendendo il vecchio filone della rappresentazione a grandezza naturale della Passione.
Quella di quest'anno è quindi una vera e propria mostra icongrafica, che però non tradisce affatto il visitatore.
Porte aperte alla chiesa del Carmine fino al 20 aprile prossimo, dalle ore 18.30 alle ore 22.00. Nella nostra gallery alcuni scatti suggestivi. A questo link invece il video che racconta la preparazione.