Cronaca
In Tribunale con una bottiglia d'alcool, bloccato
L'uomo, un 76enne di Giovinazzo, la nascondeva sotto la giacca. Fermato dai Carabinieri
Bari - lunedì 13 aprile 2015
15.26
«Desidero parlare col presidente della Corte d'Appello, il mio processo è arrivato davanti al giudice di secondo grado. Non ho neppure un vero avvocato. Se non mi aiutate mi do fuoco».
Un uomo di 76 anni di Giovinazzo, pensionato, si è presentato al Tribunale di Bari, in piazza De Nicola, che ospita la sede civile e gli uffici della Corte d'Appello. A nutrire i primi sospetti sono stati gli uomini della vigilanza armata all'ingresso del palazzo. Il pensionato aveva un comportamento impacciato, alquanto sospetto.
Al momento di varcare la soglia è stato bloccato dai Carabinieri giunti sul posto: i militari gli hanno chiesto in maniera perentoria quale fosse la ragione della sua venuta in Tribunale e in quale ufficio fosse diretto. Una domanda che ha mandato subito in crisi il 76enne: «Desidero parlare col presidente della Corte d'Appello», ha spiegato.
I Carabinieri, in servizio presso il Nucleo Tribunali, hanno continuato a rivolgergli delle domande e di fronte al suo crescente nervosismo lo hanno invitato a seguirli. Da sotto la giacca l'anziano ha tirato fuori una busta in plastica, simile a quella delle sacche di ricarica dei saponi liquidi, contenente una confezione da litro di alcool. Il contenitore gli è stato tolto immediatamente.
Accompagnato nella caserma di via Tanzi, sede della Compagnia Bari Centro, ha raccontato la sua storia: «Aspetto di entrare in possesso di un appartamento che ho regolarmente acquistato con la sottoscrizione di un compresso» secondo lui, valido a tutti gli effetti di legge.
Il 76enne, dopo essere stato sottoposto ad una approfondita visita medica che ha escluso l'esistenza di uno squilibrio mentale, è stato denunciato in stato di libertà per procurato allarme e affidato ai familiari. La notizia arriva a pochi giorni dalla tragedia nel Foro di Milano, motivo per il quale, anche nella sede barese sono stati intensificati i controlli all'ingresso.
Questa mattina, infatti, si sono formate le prime code nel cortile del Tribunale. Perquisizioni al pubblico, uno alla volta, con sistemi simili a quelli usati negli aeroporti. Tolte le cinte e tutti gli oggetti metallici che possono far scattare i metal detector mentre gli avvocati devono esibire il tesserino di riconoscimento.
Un uomo di 76 anni di Giovinazzo, pensionato, si è presentato al Tribunale di Bari, in piazza De Nicola, che ospita la sede civile e gli uffici della Corte d'Appello. A nutrire i primi sospetti sono stati gli uomini della vigilanza armata all'ingresso del palazzo. Il pensionato aveva un comportamento impacciato, alquanto sospetto.
Al momento di varcare la soglia è stato bloccato dai Carabinieri giunti sul posto: i militari gli hanno chiesto in maniera perentoria quale fosse la ragione della sua venuta in Tribunale e in quale ufficio fosse diretto. Una domanda che ha mandato subito in crisi il 76enne: «Desidero parlare col presidente della Corte d'Appello», ha spiegato.
I Carabinieri, in servizio presso il Nucleo Tribunali, hanno continuato a rivolgergli delle domande e di fronte al suo crescente nervosismo lo hanno invitato a seguirli. Da sotto la giacca l'anziano ha tirato fuori una busta in plastica, simile a quella delle sacche di ricarica dei saponi liquidi, contenente una confezione da litro di alcool. Il contenitore gli è stato tolto immediatamente.
Accompagnato nella caserma di via Tanzi, sede della Compagnia Bari Centro, ha raccontato la sua storia: «Aspetto di entrare in possesso di un appartamento che ho regolarmente acquistato con la sottoscrizione di un compresso» secondo lui, valido a tutti gli effetti di legge.
Il 76enne, dopo essere stato sottoposto ad una approfondita visita medica che ha escluso l'esistenza di uno squilibrio mentale, è stato denunciato in stato di libertà per procurato allarme e affidato ai familiari. La notizia arriva a pochi giorni dalla tragedia nel Foro di Milano, motivo per il quale, anche nella sede barese sono stati intensificati i controlli all'ingresso.
Questa mattina, infatti, si sono formate le prime code nel cortile del Tribunale. Perquisizioni al pubblico, uno alla volta, con sistemi simili a quelli usati negli aeroporti. Tolte le cinte e tutti gli oggetti metallici che possono far scattare i metal detector mentre gli avvocati devono esibire il tesserino di riconoscimento.