Eventi e cultura
Imago Virginis. La Madonna delle Grazie di Ruvo e il giovinazzese Carlo Rosa
Nella seconda tappa del viaggio tra le icone mariane rilanciata una recente ipotesi sul progettista
Giovinazzo - lunedì 18 maggio 2020
Nato come una sperimentazione per riattivare l'interesse per il patrimonio culturale del territorio, il ciclo di approfondimenti sul web promosso dal Museo diocesano di Molfetta ed intitolato "Imago Virginis" fa tappa a Ruvo di Puglia, in occasione della festa liturgica della Madonna delle Grazie.
Dopo il restauro del 2012 ed i numerosi studi che si sono susseguiti, il Santuario mariano ruvese – la cui progettazione si fa risalire a Carlo Rosa (Giovinazzo 1613 – Bitonto 1678) - rappresenta una testimonianza viva della fede e della devozione popolare nei confronti delle raffigurazioni della Vergine Maria. Strumenti privilegiati per raccontare anche l'azione pastorale della Chiesa che nei secoli ha saputo adeguarsi alle mutate esigenze, interpretando anche quelle prettamente più pratiche e connesse alla vita dei semplici.
L'iniziativa, promossa dalla FeArT società cooperativa, che da tempo si occupa della struttura museale diocesana e più in generale del patrimonio ecclesiastico presente nelle quattro città della diocesi, sembra aver incontrato l'interesse del web dove la pubblicazione del primo video edito dalla DOT Studio, dedicato alla Madonna dei Martiri, ha raccolto un diffuso apprezzamento.
Nel video viene rilanciata l'ipotesi formulata dallo storico dell'arte locale Francesco Di Palo, secondo cui si deve proprio al pittore giovinazzese l'ideazione della fastosa macchina decorativa che esalta l'antico affresco della Madonna delle Grazie. Definito "bitontino" per aver insediato la sua fiorente bottega nella vicina Bitonto, l'artista si firmava juvenatiensis e numerose sono le sue opere proprio a Giovinazzo, a partire dall'abside della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
«Un'occasione di rilancio – secondo il direttore don Michele Amorosini – non solo per il Museo diocesano ma per quel sentimento di riappropriazione di luoghi e beni che appartengono alla propria storia e definiscono gli orizzonti da cui muoversi per andare in contro al mondo».
Lo studio e la redazione dei testi contenuti nei video, pubblicati sui social del Museo, rimandano alle più recenti ricerche storico-artistiche condotte e si avvolgono della collaborazione di diversi storici dell'arte locale, a cui va il merito di continuare a contribuire alla conoscenza di questi scrigni preziosi.
Come per il Santuario della Madonna della Grazie, per il quale si fa sempre più concreta la paternità di Carlo Rosa, eccellente pittore e architetto nato a Giovinazzo e noto in tutto il nostro amato meridione. Nelle prossime settimane il documento filmato relativo alla nostra cittadina che chiuderà il ciclo di appuntamenti di grande pregio.
Dopo il restauro del 2012 ed i numerosi studi che si sono susseguiti, il Santuario mariano ruvese – la cui progettazione si fa risalire a Carlo Rosa (Giovinazzo 1613 – Bitonto 1678) - rappresenta una testimonianza viva della fede e della devozione popolare nei confronti delle raffigurazioni della Vergine Maria. Strumenti privilegiati per raccontare anche l'azione pastorale della Chiesa che nei secoli ha saputo adeguarsi alle mutate esigenze, interpretando anche quelle prettamente più pratiche e connesse alla vita dei semplici.
L'iniziativa, promossa dalla FeArT società cooperativa, che da tempo si occupa della struttura museale diocesana e più in generale del patrimonio ecclesiastico presente nelle quattro città della diocesi, sembra aver incontrato l'interesse del web dove la pubblicazione del primo video edito dalla DOT Studio, dedicato alla Madonna dei Martiri, ha raccolto un diffuso apprezzamento.
Nel video viene rilanciata l'ipotesi formulata dallo storico dell'arte locale Francesco Di Palo, secondo cui si deve proprio al pittore giovinazzese l'ideazione della fastosa macchina decorativa che esalta l'antico affresco della Madonna delle Grazie. Definito "bitontino" per aver insediato la sua fiorente bottega nella vicina Bitonto, l'artista si firmava juvenatiensis e numerose sono le sue opere proprio a Giovinazzo, a partire dall'abside della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
«Un'occasione di rilancio – secondo il direttore don Michele Amorosini – non solo per il Museo diocesano ma per quel sentimento di riappropriazione di luoghi e beni che appartengono alla propria storia e definiscono gli orizzonti da cui muoversi per andare in contro al mondo».
Lo studio e la redazione dei testi contenuti nei video, pubblicati sui social del Museo, rimandano alle più recenti ricerche storico-artistiche condotte e si avvolgono della collaborazione di diversi storici dell'arte locale, a cui va il merito di continuare a contribuire alla conoscenza di questi scrigni preziosi.
Come per il Santuario della Madonna della Grazie, per il quale si fa sempre più concreta la paternità di Carlo Rosa, eccellente pittore e architetto nato a Giovinazzo e noto in tutto il nostro amato meridione. Nelle prossime settimane il documento filmato relativo alla nostra cittadina che chiuderà il ciclo di appuntamenti di grande pregio.