Eventi e cultura
Il "San Felice in Cattedra" torna a casa
La magnifica opera di Lorenzo Lotto rientra venerdì nella chiesa di San Domenico
Giovinazzo - mercoledì 4 febbraio 2015
9.50
Risale al 1542 il più grande gioiello pittorico giovinazzese, che farà rientro nella chiesa di San Domenico venerdì 6 febbraio, alle ore 19.30, in un grande appuntamento culturale di respiro nazionale.
Si tratta del "San Felice in Cattedra", opera di quel genio rinascimentale che risponde al nome di Lorenzo Lotto. È un dipinto su tela, ma originariamente apparteneva ad un trittico ed era una pala d'altare in cui erano presenti Sant'Antonio e San Nicola da Tolentino, poi andati persi in un rogo. Della grandezza di 139 x 57 centimetri, la pala fu commissionata negli ultimi anni della vita del grande artista veneziano, che morirà a Loreto, nelle Marche, solo 14 anni dopo.
In un prezioso documento-diario Lotto annota la commessa: «16 giugno 1542. In Venezia. Die haver misser Aluise Catelan de Barletta duc. diece per caparra de una pala a tutte mie spese, legname, oro, et pictura in tre campi zoè: in al mezo Santo Felice Episcopo, da l'un canto Santo Antonio de Padua, e Santo Nicola da Tolentino da l'altro, et in un quadro alla sumità sia uno Christo pietoso... per precio de ducati trenta et più secondo parerà esser serviti a li Domini de Juvenazo». Alla serata giovinazzese si è giunti dopo l'esposizione dell'opera nella mostra "I Volti e l'Anima", ideata da Vittorio Sgarbi presso il Castello di Mirandolo a San Secondo di Pinerolo, in provincia di Torino, che ha segnato il definitivo successo internazionale del dipinto. Poi un passaggio dal Museo Diocesano di Molfetta, molto attivo nel campo della conservazione dell'arte sacra, grazie all'attività della cooperativa FeArt, risposta giovane a quanti dubitano che il sud Italia possa conservare in loco eccellenze nei più svariati campi.
Alla presenza di mons. Luigi Martella, vescovo della diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo di Puglia, interverranno Fabrizio Vona, Soprintendente ai Beni Artistici di Napoli e Rosanna Gnisci, sua omologa barese. Questo evento è stato organizzato grazie alla fattiva opera organizzativa di don Pietro Rubini. L'intera amministrazione comunale accoglierà il rientro del "San Felice in Cattedra". Particolarmente contenta l'assessora alla Cultura, Marianna Paladino, laureata proprio in Storia dell'Arte, che ci ha detto: «È un evento importantissimo per Giovinazzo. Abbiamo questa grande fortuna di avere in una nostra parrocchia un'opera di tale portata. Tutto questo è fondamentale non solo per il valore intrinseco dell'opera, i cui tratti cromatici non possono non far pensare alla meravigliosa scuola veneta, ma anche per un ritorno d'immagine a beneficio della nostra comunità. Desidero ringraziare - ha sottolineato - il grande lavoro della cooperativa FeArt e di tutto lo staff del Museo Diocesano».
«La strada intrapresa è quella giusta - ha poi chiosato -, ed intendiamo dialogare con gli amici del Museo per portare avanti percorsi comuni connotati dalla medesima sensibilità verso l'arte e la nostra storia».
Si tratta del "San Felice in Cattedra", opera di quel genio rinascimentale che risponde al nome di Lorenzo Lotto. È un dipinto su tela, ma originariamente apparteneva ad un trittico ed era una pala d'altare in cui erano presenti Sant'Antonio e San Nicola da Tolentino, poi andati persi in un rogo. Della grandezza di 139 x 57 centimetri, la pala fu commissionata negli ultimi anni della vita del grande artista veneziano, che morirà a Loreto, nelle Marche, solo 14 anni dopo.
In un prezioso documento-diario Lotto annota la commessa: «16 giugno 1542. In Venezia. Die haver misser Aluise Catelan de Barletta duc. diece per caparra de una pala a tutte mie spese, legname, oro, et pictura in tre campi zoè: in al mezo Santo Felice Episcopo, da l'un canto Santo Antonio de Padua, e Santo Nicola da Tolentino da l'altro, et in un quadro alla sumità sia uno Christo pietoso... per precio de ducati trenta et più secondo parerà esser serviti a li Domini de Juvenazo». Alla serata giovinazzese si è giunti dopo l'esposizione dell'opera nella mostra "I Volti e l'Anima", ideata da Vittorio Sgarbi presso il Castello di Mirandolo a San Secondo di Pinerolo, in provincia di Torino, che ha segnato il definitivo successo internazionale del dipinto. Poi un passaggio dal Museo Diocesano di Molfetta, molto attivo nel campo della conservazione dell'arte sacra, grazie all'attività della cooperativa FeArt, risposta giovane a quanti dubitano che il sud Italia possa conservare in loco eccellenze nei più svariati campi.
Alla presenza di mons. Luigi Martella, vescovo della diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo di Puglia, interverranno Fabrizio Vona, Soprintendente ai Beni Artistici di Napoli e Rosanna Gnisci, sua omologa barese. Questo evento è stato organizzato grazie alla fattiva opera organizzativa di don Pietro Rubini. L'intera amministrazione comunale accoglierà il rientro del "San Felice in Cattedra". Particolarmente contenta l'assessora alla Cultura, Marianna Paladino, laureata proprio in Storia dell'Arte, che ci ha detto: «È un evento importantissimo per Giovinazzo. Abbiamo questa grande fortuna di avere in una nostra parrocchia un'opera di tale portata. Tutto questo è fondamentale non solo per il valore intrinseco dell'opera, i cui tratti cromatici non possono non far pensare alla meravigliosa scuola veneta, ma anche per un ritorno d'immagine a beneficio della nostra comunità. Desidero ringraziare - ha sottolineato - il grande lavoro della cooperativa FeArt e di tutto lo staff del Museo Diocesano».
«La strada intrapresa è quella giusta - ha poi chiosato -, ed intendiamo dialogare con gli amici del Museo per portare avanti percorsi comuni connotati dalla medesima sensibilità verso l'arte e la nostra storia».