Politica
Il Pd torna alla carica: «Favuzzi deve dimettersi»
Per i democratici il Presidente del Consiglio non garantirebbe l’imparzialità
Giovinazzo - martedì 30 settembre 2014
10.40
Il Partito Democratico torna a chiedere le dimissioni del presidente del consiglio Vito Favuzzi. Lo fa attraverso un comunicato con cui stigmatizza quanto avvenuto nel corso di un consiglio comunale, quello del 9 settembre scorso, che secondo il Pd sarebbe stato convocato non correttamente.
«Favuzzi – si legge nel comunicato – ha largamente dimostrato di non conoscere le leggi e i regolamenti, ha anche dimostrato di saper ricorrere a "mezzucci" per risolvere quei problemi che di volta in volta si presentano per il corretto svolgimento dei lavori della massima assise cittadina». Un'accusa pesante quella del Pd che si sente preoccupato della incapacità, secondo il punto di vista del gruppo consiliare del partito, di gestire la cosa pubblica. «Vista la impossibilità di convocare la conferenza dei capi gruppo – si legge ancora nel comunicato – pur di legittimare il corretto svolgimento dell'assise, e per garantire il numero legale, non ha esitato a chiedere al sindaco Tommaso Depalma di essere presente ai lavori». Una presenza consentita ma che, secondo il regolamento comunale, non consentirebbe al primo cittadino di esprimersi attraverso il voto.
Quindi secondo il Pd quella convocazione non sarebbe valida, la conferenza dei capi gruppo non si sarebbe dovuta svolgere e di conseguenza il consiglio comunale non si sarebbe dovuto svolgere. «Come può il garante dei regolamenti - si chiede il Pd – stralciare gli stessi per riuscire ad organizzare il lavoro del consiglio? Il presidente del consiglio ha largamente dimostrato che l'unica garanzia e salvaguardia in cui riesce, è quella sua e di pochi consiglieri».
«Ritengo di aver agito nel giusto – questa la replica di Favuzzi –. La richiesta di mie dimissioni da parte delle opposizioni appare pretestuosa. Il loro pensiero è rivolto alla forma e non alla sostanza. Non posso consentire il blocco istituzionale del consiglio comunale per soddisfare i narcisismi di qualcuno. Ho ricevuto il sostegno e la fiducia dell'intera maggioranza sul mio operato e questo mi da la forza di andare avanti per il bene della città».
«Favuzzi – si legge nel comunicato – ha largamente dimostrato di non conoscere le leggi e i regolamenti, ha anche dimostrato di saper ricorrere a "mezzucci" per risolvere quei problemi che di volta in volta si presentano per il corretto svolgimento dei lavori della massima assise cittadina». Un'accusa pesante quella del Pd che si sente preoccupato della incapacità, secondo il punto di vista del gruppo consiliare del partito, di gestire la cosa pubblica. «Vista la impossibilità di convocare la conferenza dei capi gruppo – si legge ancora nel comunicato – pur di legittimare il corretto svolgimento dell'assise, e per garantire il numero legale, non ha esitato a chiedere al sindaco Tommaso Depalma di essere presente ai lavori». Una presenza consentita ma che, secondo il regolamento comunale, non consentirebbe al primo cittadino di esprimersi attraverso il voto.
Quindi secondo il Pd quella convocazione non sarebbe valida, la conferenza dei capi gruppo non si sarebbe dovuta svolgere e di conseguenza il consiglio comunale non si sarebbe dovuto svolgere. «Come può il garante dei regolamenti - si chiede il Pd – stralciare gli stessi per riuscire ad organizzare il lavoro del consiglio? Il presidente del consiglio ha largamente dimostrato che l'unica garanzia e salvaguardia in cui riesce, è quella sua e di pochi consiglieri».
«Ritengo di aver agito nel giusto – questa la replica di Favuzzi –. La richiesta di mie dimissioni da parte delle opposizioni appare pretestuosa. Il loro pensiero è rivolto alla forma e non alla sostanza. Non posso consentire il blocco istituzionale del consiglio comunale per soddisfare i narcisismi di qualcuno. Ho ricevuto il sostegno e la fiducia dell'intera maggioranza sul mio operato e questo mi da la forza di andare avanti per il bene della città».