Cronaca
Il patto tra i clan: «Un'alleanza contro gli Strisciuglio»
Da un lato i Di Cosola, i Parisi, i Diomede e i Capriati, mentre dall'altro gli uomini della Luna
Giovinazzo - mercoledì 14 dicembre 2016
I Carabinieri, ieri mattina, hanno chiuso il cerchio intorno al clan barese dei Di Cosola nell'ambito dell'indagine sul presunto voto di scambio mafioso alle elezioni regionali del 2015 in Puglia.
Sono 22 gli arresti effettuati all'alba ed eseguiti dai militari dell'Arma di Bari. Unità cinofile, metal detector, sofisticate strumentazioni e un elicottero sono stati utilizzati dai Carabinieri nell'operazione finalizzata a chiudere il cerchio sull'agguerrito clan. In carcere sono finiti anche presunti capi e affiliati del sodalizio. Tra questi tre giovinazzesi: il 42enne Carmine Maisto, il 37enne Pasquale Maisto e il 28enne Piero Mesecorto.
Le indagini hanno documentato anche come i Di Cosola, dopo il pentimento di alcuni esponenti e le operazioni antimafia che avevano indebolito il clan esponendolo ad agguati, avessero deciso di stringere alleanze con i Parisi, i Mercante-Diomede e i Capriati per fronteggiare i nemici Strisciuglio: «Un vero e proprio accordo di programma», lo ha definito il comandante provinciale di Bari, il colonnello Vincenzo Molinese.
«Questo è un particolare inedito - ha commentato Molinese - che però si inserisce nella normale strategia di vita della criminalità organizzata di tipo mafioso molecolare. Dopo gli ultimi arresti il clan Di Cosola si è riorganizzato per rimanere pericoloso sul territorio - ha proseguito - tanto da promuovere un accordo con altri clan per combattere il comune nemico degli Strisciuglio».
Al momento nello scacchiere pugliese si trovano da un lato i Di Cosola, i Parisi (operanti nel quartiere Japigia), i Mercante-Diomede (presenti al rione San Paolo) e i Capriati (egemoni a Bari vecchia), mentre dall'altro gli Strisciuglio. «Se questa alleanza è stata promossa – ha spiegato Molinese – è perché il volume di uomini a disposizione dei clan è simile, ma la forza dei singoli rende gli Strisciuglio più pericolosi degli altri».
Le parti in gioco però potrebbero cambiare in futuro. «La criminalità barese è contraddistinta da una geometria variabile, molecolare» ha detto Molinese, riprendendo una definizione del procuratore di Bari Giuseppe Volpe. «Non è possibile pensare – ha concluso – che certe alleanze possano permanere per lungo tempo. Sono accordi di programma che vengono stretti e conclusi all'esigenza».
Sono 22 gli arresti effettuati all'alba ed eseguiti dai militari dell'Arma di Bari. Unità cinofile, metal detector, sofisticate strumentazioni e un elicottero sono stati utilizzati dai Carabinieri nell'operazione finalizzata a chiudere il cerchio sull'agguerrito clan. In carcere sono finiti anche presunti capi e affiliati del sodalizio. Tra questi tre giovinazzesi: il 42enne Carmine Maisto, il 37enne Pasquale Maisto e il 28enne Piero Mesecorto.
Le indagini hanno documentato anche come i Di Cosola, dopo il pentimento di alcuni esponenti e le operazioni antimafia che avevano indebolito il clan esponendolo ad agguati, avessero deciso di stringere alleanze con i Parisi, i Mercante-Diomede e i Capriati per fronteggiare i nemici Strisciuglio: «Un vero e proprio accordo di programma», lo ha definito il comandante provinciale di Bari, il colonnello Vincenzo Molinese.
«Questo è un particolare inedito - ha commentato Molinese - che però si inserisce nella normale strategia di vita della criminalità organizzata di tipo mafioso molecolare. Dopo gli ultimi arresti il clan Di Cosola si è riorganizzato per rimanere pericoloso sul territorio - ha proseguito - tanto da promuovere un accordo con altri clan per combattere il comune nemico degli Strisciuglio».
Al momento nello scacchiere pugliese si trovano da un lato i Di Cosola, i Parisi (operanti nel quartiere Japigia), i Mercante-Diomede (presenti al rione San Paolo) e i Capriati (egemoni a Bari vecchia), mentre dall'altro gli Strisciuglio. «Se questa alleanza è stata promossa – ha spiegato Molinese – è perché il volume di uomini a disposizione dei clan è simile, ma la forza dei singoli rende gli Strisciuglio più pericolosi degli altri».
Le parti in gioco però potrebbero cambiare in futuro. «La criminalità barese è contraddistinta da una geometria variabile, molecolare» ha detto Molinese, riprendendo una definizione del procuratore di Bari Giuseppe Volpe. «Non è possibile pensare – ha concluso – che certe alleanze possano permanere per lungo tempo. Sono accordi di programma che vengono stretti e conclusi all'esigenza».