Politica
Il Consiglio di Stato compensa le spese tra De Gennaro e il Comune di Giovinazzo
Oggetto del contendere una richiesta di accesso agli atti. Primavera Alternativa: «Far valere un diritto sacrosanto è costato 10 mila euro di spese legali ai cittadini»
Giovinazzo - martedì 27 ottobre 2020
10.15
La quarta sezione del Consiglio di Stato ha accolto in parte l'appello presentato da Daniele De Gennaro, consigliere comunale di opposizione del gruppo Primavera Alternativa a Giovinazzo. I giudici amministrativi di secondo grado hanno dichiarato la «cessazione della materia del contendere sul ricorso di primo grado n° 921 del 2019 e compensa le spese dei due gradi del giudizio» e disposto «che il Comune appellato rimborsi all'appellante quanto da egli effettivamente versato a titolo di contributo unificato per i due gradi del giudizio».
La vicenda ha avuto inizio nel giugno 2019 quando De Gennaro presentò una richiesta di accesso agli atti riguardo una delibera di Giunta sul gradimento (vero o presunto) che sarebbe stato espresso «a un non meglio precisato progetto di rigenerazione dell'area industriale ex Afp». L'oggetto del contendere è stato perciò l'atteggiamento dell'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Tommaso Depalma.
L'esponente di Primavera Alternativa si è rivolto in primo grado al Tar Puglia chiedendo la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dal Comune di Giovinazzo sulla sua istanza di accesso datata 10 giugno 2019. I giudici di Bari, con la sentenza n° 1450 del 2019, hanno dichiarato il ricorso inammissibile, rilevando che lo stesso interessato aveva dichiarato di aver ricevuto la documentazione richiesta, con una nota comunale in data 18 luglio 2019. De Gennaro era stato perciò costretto al pagamento delle spese del giudizio.
La nuova pronuncia, in termini concreti, ha invece compensato fra le parti le spese complessive delle udienze di Tar e Consiglio di Stato.
«Sta di fatto che quella documentazione al nostro consigliere comunale è stata consegnata solo dopo la proposizione di un ricorso al Tar, in barba a legge e regolamenti che invece ne impongono la consegna "senza ritardo" ai consiglieri richiedenti» è la posizione espressa da Primavera Alterntiva in una nota.
«C'è voluto un anno e mezzo perché il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di Daniele De Gennaro, mettesse fine a questo indegno teatrino, che ha visto coinvolta anche la massima assise cittadina, ristabilendo il sacrosanto diritto di democrazia secondo cui la mancata o tardiva consegna della documentazione diventa un atto lesivo delle prerogative di un consigliere comunale e, più in generale, dei cittadini» è l'opinione del movimento civico.
«Resta l'amarezza di un atteggiamento arrogante e sprezzante delle regole, più volte reiterato nei confronti delle opposizioni, che oltre ad aver costretto un cittadino ad approdare fino al Consiglio di Stato per far valere un diritto basilare di democrazia, è costato alla collettività giovinazzese oltre 10 mila euro di compensi legali corrisposti al difensore dell'Ente» hanno evidenziato. «Ma c'è anche la consapevolezza che i diritti non possano essere calpestati e vadano difesi strenuamente. E Primavera Alternativa e Daniele de Gennaro con questo giudizio hanno inteso difendere tutti i cittadini, affinché soprusi ed angherie come quelle perpetrate nei loro confronti non abbiano mai più a ripetersi» hanno concluso. Nessuna replica, per il momento, dall'amministrazione comunale.
La vicenda ha avuto inizio nel giugno 2019 quando De Gennaro presentò una richiesta di accesso agli atti riguardo una delibera di Giunta sul gradimento (vero o presunto) che sarebbe stato espresso «a un non meglio precisato progetto di rigenerazione dell'area industriale ex Afp». L'oggetto del contendere è stato perciò l'atteggiamento dell'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Tommaso Depalma.
L'esponente di Primavera Alternativa si è rivolto in primo grado al Tar Puglia chiedendo la declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dal Comune di Giovinazzo sulla sua istanza di accesso datata 10 giugno 2019. I giudici di Bari, con la sentenza n° 1450 del 2019, hanno dichiarato il ricorso inammissibile, rilevando che lo stesso interessato aveva dichiarato di aver ricevuto la documentazione richiesta, con una nota comunale in data 18 luglio 2019. De Gennaro era stato perciò costretto al pagamento delle spese del giudizio.
La nuova pronuncia, in termini concreti, ha invece compensato fra le parti le spese complessive delle udienze di Tar e Consiglio di Stato.
«Sta di fatto che quella documentazione al nostro consigliere comunale è stata consegnata solo dopo la proposizione di un ricorso al Tar, in barba a legge e regolamenti che invece ne impongono la consegna "senza ritardo" ai consiglieri richiedenti» è la posizione espressa da Primavera Alterntiva in una nota.
«C'è voluto un anno e mezzo perché il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello di Daniele De Gennaro, mettesse fine a questo indegno teatrino, che ha visto coinvolta anche la massima assise cittadina, ristabilendo il sacrosanto diritto di democrazia secondo cui la mancata o tardiva consegna della documentazione diventa un atto lesivo delle prerogative di un consigliere comunale e, più in generale, dei cittadini» è l'opinione del movimento civico.
«Resta l'amarezza di un atteggiamento arrogante e sprezzante delle regole, più volte reiterato nei confronti delle opposizioni, che oltre ad aver costretto un cittadino ad approdare fino al Consiglio di Stato per far valere un diritto basilare di democrazia, è costato alla collettività giovinazzese oltre 10 mila euro di compensi legali corrisposti al difensore dell'Ente» hanno evidenziato. «Ma c'è anche la consapevolezza che i diritti non possano essere calpestati e vadano difesi strenuamente. E Primavera Alternativa e Daniele de Gennaro con questo giudizio hanno inteso difendere tutti i cittadini, affinché soprusi ed angherie come quelle perpetrate nei loro confronti non abbiano mai più a ripetersi» hanno concluso. Nessuna replica, per il momento, dall'amministrazione comunale.