Vita di città
Il Comitato per la Salute Pubblica fotografa la "Giovinazzo metropolitana"
Dopo l'importante incontro di giovedì sera in sala San Felice
Giovinazzo - sabato 5 marzo 2016
13.17
La prima di tre tappe per scattare un'istantanea realistica sul ruolo di Giovinazzo nella nuova dimensione metropolitana. Questo lo scopo di tre incontri organizzati dal Comitato per la Salute Pubblica, coordinato da Santo Restivo e Luigi Beltempo.
Giovedì, la sala San Felice ha ospitato il primo appuntamento, con la moderazione del collega Mino Ciocia, in cui si sono succeduti gli interventi dei professori Nicola Martinelli ed Isidoro Mortellaro, rispettivamente docenti presso il Politecnico e l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari. In un comunicato postumo, il Comitato stesso ha voluto sottolineare come l'incontro sia riuscito a rivelare «aspetti nascosti della nostra vita cittadina, spesso trascurati da un dibattito politico d'altri tempi, ancorato alla vita del "paesello" che non c'è più».
«E così - spiegano - si è scoperto che, con poco più di 20 mila abitanti, Giovinazzo deve sgomitare in una realtà di 1 milione 260 mila abitanti, alla cui testa stanno un Sindaco e un Consiglio metropolitano di 18 consiglieri (nessuno di Giovinazzo!). Sarà questa nuova realtà - spiegano -, ancora informe e ancora senza strumenti operativi, a decidere sulle scelte strategiche che toccheranno la nostra vita: ambiente, mobilità, uso del territorio, scelte urbanistiche e di sviluppo generali. Insomma, sarà molto più dura di prima per chi soprattutto vorrà insistere in visioni del nostro futuro completamente scollegate dal resto del mondo e della realtà barese».
«Conteranno le aggregazioni di comuni - sottolinea la nota che racconta quanto emerso dall'incontro -, le scelte condivise con altri, come del resto siamo già costretti a fare per salute, rifiuti, acquisti ecc.. A nulla varrà il girovagare per uffici e Assessorati, del resto spariti dalla nuova realtà metropolitana, organizzata per ora ancora per deleghe dirette e in maniera informale attorno alla figura centrale del Sindaco metropolitano».
Poi la stoccata ad alcuni esponenti politici: «E pensare che c'è anche chi - ricordano dal Comitato -, approfittando della propria presenza nel Consiglio metropolitano, medita (stando ad alcune esternazioni recentemente fatte a Giovinazzo) di calarsi dall'alto, per catapultarsi con tanto di liste più o meno raccogliticce alle prossime elezioni comunali, magari vantando accessi ai fondi - in verità molto copiosi - destinati alle aree metropolitane per futuri investimenti».
La parte più interessante, però, restano i dati che la serata di giovedì ha fatto emergere con molta efficacia. Così, ad esempio, è stato spiegato che «si è scoperto che già da tanto tempo Giovinazzo è diventata metropolitana, si è completamente trasformata. Un tempo il 57% di chi lavorava lo faceva nell'industria, locale o provinciale. Oggi siamo appena al 24% circa (ultimi dati del censimento).
Ogni giorno il 56% circa della sua popolazione attiva - insomma chi lavora o studia - deve spostarsi fuori Giovinazzo per farlo, per buona parte in direzione Bari e per un terzo circa verso Molfetta. Una tendenza inarrestabile: tra i due ultimi censimenti la cifra dei pendolari giornalieri è aumentata di oltre 500 unità. Insomma per campare o addestrarsi a campare bisogna uscire dal paese. Straordinario è diventato il peso delle pensioni e del passato, tanto da oscurare anche il possibile futuro.
Lo sguardo - ricordano ancora quelli del Comitato -, alla ricerca di rimedi, da tempo si è rivolto al turismo. Ma qui il discorso è tutt'altro che facile e sicuramente privo, per ora, di risposte globali. Attualmente gli addetti al settore rappresentano poco più del 7% della popolazione attiva. Da tempo lamentano un calo generale di interesse e presenze, complice anche la recente riorganizzazione serale e notturna delle città vicine.
Quanto alla presenza turistica vera e propria Giovinazzo si difende. È da sempre la quarta in provincia dopo Monopoli, Alberobello e Polignano. Nel 2014, ultimi dati disponibili, ha totalizzato 85mila presenze turistiche in albergo e extra-alberghiero, al 73% fatte di italiani. Altri i dati del più recente passato. Oltre i 100 mila nel 2005 e 2007, 107 mila nel 2008. Stabilmente sopra i 90 mila fino al 2011».
Insomma si sarebbe fatto un passo indietro. Il Comitato, quindi, si è posto un interrogativo e si è dato anche una risposta: «Cosa fare - domandano - con una strumentazione alberghiera e para-alberghiera che in tutto il circondario (ovvero comprendendo anche città come Bitonto, Molfetta e Terlizzi) schiera il 78% circa di stanze e letti disponibili e alcune grosse realtà imprenditoriali?
E qui le note si fanno dolenti. Operatori ed esperti del settore (Federalberghi) indicano per la nostra area un tasso di occupazione delle stanze ancora troppo basso. In questa situazione è irrealistico pensare alla possibilità di nuovi investimenti in presenza di attrezzature e spazi ancora poco utilizzati. Una ulteriore analisi dei flussi turistici - è la chiosa - fa emergere la centralità dell'Aeroporto "Karol Wojtyla" e soprattutto dei suoi voli low-cost.
Lì c'è un volano centrale per i flussi che animano l'intera area. Anche da questi dati emerge la necessità di una concentrazione di sforzi sul complesso dell'area e di unioni sovracomunali in grado di esercitare forza e pressione».
Prossimo appuntamento fissato per giovedì 10 marzo, sempre in sala San Felice, per parlare di lavoro all'interno dell'Area Metropolitana. Interverrà il prof. Federico Pirro dell'Università di Bari.
Giovedì, la sala San Felice ha ospitato il primo appuntamento, con la moderazione del collega Mino Ciocia, in cui si sono succeduti gli interventi dei professori Nicola Martinelli ed Isidoro Mortellaro, rispettivamente docenti presso il Politecnico e l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari. In un comunicato postumo, il Comitato stesso ha voluto sottolineare come l'incontro sia riuscito a rivelare «aspetti nascosti della nostra vita cittadina, spesso trascurati da un dibattito politico d'altri tempi, ancorato alla vita del "paesello" che non c'è più».
«E così - spiegano - si è scoperto che, con poco più di 20 mila abitanti, Giovinazzo deve sgomitare in una realtà di 1 milione 260 mila abitanti, alla cui testa stanno un Sindaco e un Consiglio metropolitano di 18 consiglieri (nessuno di Giovinazzo!). Sarà questa nuova realtà - spiegano -, ancora informe e ancora senza strumenti operativi, a decidere sulle scelte strategiche che toccheranno la nostra vita: ambiente, mobilità, uso del territorio, scelte urbanistiche e di sviluppo generali. Insomma, sarà molto più dura di prima per chi soprattutto vorrà insistere in visioni del nostro futuro completamente scollegate dal resto del mondo e della realtà barese».
«Conteranno le aggregazioni di comuni - sottolinea la nota che racconta quanto emerso dall'incontro -, le scelte condivise con altri, come del resto siamo già costretti a fare per salute, rifiuti, acquisti ecc.. A nulla varrà il girovagare per uffici e Assessorati, del resto spariti dalla nuova realtà metropolitana, organizzata per ora ancora per deleghe dirette e in maniera informale attorno alla figura centrale del Sindaco metropolitano».
Poi la stoccata ad alcuni esponenti politici: «E pensare che c'è anche chi - ricordano dal Comitato -, approfittando della propria presenza nel Consiglio metropolitano, medita (stando ad alcune esternazioni recentemente fatte a Giovinazzo) di calarsi dall'alto, per catapultarsi con tanto di liste più o meno raccogliticce alle prossime elezioni comunali, magari vantando accessi ai fondi - in verità molto copiosi - destinati alle aree metropolitane per futuri investimenti».
La parte più interessante, però, restano i dati che la serata di giovedì ha fatto emergere con molta efficacia. Così, ad esempio, è stato spiegato che «si è scoperto che già da tanto tempo Giovinazzo è diventata metropolitana, si è completamente trasformata. Un tempo il 57% di chi lavorava lo faceva nell'industria, locale o provinciale. Oggi siamo appena al 24% circa (ultimi dati del censimento).
Ogni giorno il 56% circa della sua popolazione attiva - insomma chi lavora o studia - deve spostarsi fuori Giovinazzo per farlo, per buona parte in direzione Bari e per un terzo circa verso Molfetta. Una tendenza inarrestabile: tra i due ultimi censimenti la cifra dei pendolari giornalieri è aumentata di oltre 500 unità. Insomma per campare o addestrarsi a campare bisogna uscire dal paese. Straordinario è diventato il peso delle pensioni e del passato, tanto da oscurare anche il possibile futuro.
Lo sguardo - ricordano ancora quelli del Comitato -, alla ricerca di rimedi, da tempo si è rivolto al turismo. Ma qui il discorso è tutt'altro che facile e sicuramente privo, per ora, di risposte globali. Attualmente gli addetti al settore rappresentano poco più del 7% della popolazione attiva. Da tempo lamentano un calo generale di interesse e presenze, complice anche la recente riorganizzazione serale e notturna delle città vicine.
Quanto alla presenza turistica vera e propria Giovinazzo si difende. È da sempre la quarta in provincia dopo Monopoli, Alberobello e Polignano. Nel 2014, ultimi dati disponibili, ha totalizzato 85mila presenze turistiche in albergo e extra-alberghiero, al 73% fatte di italiani. Altri i dati del più recente passato. Oltre i 100 mila nel 2005 e 2007, 107 mila nel 2008. Stabilmente sopra i 90 mila fino al 2011».
Insomma si sarebbe fatto un passo indietro. Il Comitato, quindi, si è posto un interrogativo e si è dato anche una risposta: «Cosa fare - domandano - con una strumentazione alberghiera e para-alberghiera che in tutto il circondario (ovvero comprendendo anche città come Bitonto, Molfetta e Terlizzi) schiera il 78% circa di stanze e letti disponibili e alcune grosse realtà imprenditoriali?
E qui le note si fanno dolenti. Operatori ed esperti del settore (Federalberghi) indicano per la nostra area un tasso di occupazione delle stanze ancora troppo basso. In questa situazione è irrealistico pensare alla possibilità di nuovi investimenti in presenza di attrezzature e spazi ancora poco utilizzati. Una ulteriore analisi dei flussi turistici - è la chiosa - fa emergere la centralità dell'Aeroporto "Karol Wojtyla" e soprattutto dei suoi voli low-cost.
Lì c'è un volano centrale per i flussi che animano l'intera area. Anche da questi dati emerge la necessità di una concentrazione di sforzi sul complesso dell'area e di unioni sovracomunali in grado di esercitare forza e pressione».
Prossimo appuntamento fissato per giovedì 10 marzo, sempre in sala San Felice, per parlare di lavoro all'interno dell'Area Metropolitana. Interverrà il prof. Federico Pirro dell'Università di Bari.