Attualità
Il 18 settembre Giovinazzo ricorda Francesco Rucci
La Medaglia d'oro al Merito Civile scomparve 35 anni fa
Giovinazzo - lunedì 12 settembre 2016
05.30
Assassinato dalla follia terrorista. Francesco Rucci, vicebrigadiere giovinazzese del Corpo degli Agenti di custodia, in servizio nel carcere di San Vittore a Milano, fu ucciso nella sua auto dal Nucleo di Comunisti il 18 settembre 1981. A lui, il Ministero dell'Interno ha conferito la Medaglia d'Oro al Merito Civile nel settembre del 2007, consegnata al figlio Franco dall'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (in foto).
Giovinazzo gli renderà omaggio con una messa presso la chiesa dell'Immacolata, proprio in occasione dell'anniversario della morte, il 18 settembre prossimo, alle ore 19.00. Alle 7.40 di quel maledetto giorno, tra via Merula e via Lodovico Il Moro, nel capoluogo meneghino, quattro terroristi comunisti lo crivellarono di colpi, tendendogli un agguato mortale.
Uno dei suoi carnefici è quel Sergio Segio, ex Prima Linea, già coinvolto nell'omicidio del giudice Emilio Alessandrini, una delle facce più note degli anni di piombo, oggi volontario nel sociale. La sua detenzione è già terminata, non senza destare sdegno in chi conobbe ed amò Francesco Rucci, morto a 25 anni vittima dell'eversione rossa. La sua unica colpa, si apprese dopo, era quella di essere un servitore dello Stato che lavorava in una casa circondariale in cui questa frangia di ex membri di Prima Linea asseriva esservi un clima di terrore nei confronti dei detenuti, soprattutto politici.
Milano ha dedicato al martire del terrorismo di sinistra i giardini di piazzale Martini con questa motivazione: «Per far riaffiorare con decisione la fede dei milanesi nella democrazia e nella non violenza».
La sua città natale, al pari del capoluogo lombardo, non lo ha dimenticato ed ogni anno, con qualsiasi Amministrazione, il suo ricordo si fa più vivo, forte, tangibile, nonostante lo schiaffo subito dalla giustizia italiana, rivelatasi in diverse occasioni fin troppo clemente con chi, con la violenza ed il pretesto della lotta armata, ha mantenuto il Paese per tanti anni sull'orlo di una guerra civile.
Giovinazzo gli renderà omaggio con una messa presso la chiesa dell'Immacolata, proprio in occasione dell'anniversario della morte, il 18 settembre prossimo, alle ore 19.00. Alle 7.40 di quel maledetto giorno, tra via Merula e via Lodovico Il Moro, nel capoluogo meneghino, quattro terroristi comunisti lo crivellarono di colpi, tendendogli un agguato mortale.
Uno dei suoi carnefici è quel Sergio Segio, ex Prima Linea, già coinvolto nell'omicidio del giudice Emilio Alessandrini, una delle facce più note degli anni di piombo, oggi volontario nel sociale. La sua detenzione è già terminata, non senza destare sdegno in chi conobbe ed amò Francesco Rucci, morto a 25 anni vittima dell'eversione rossa. La sua unica colpa, si apprese dopo, era quella di essere un servitore dello Stato che lavorava in una casa circondariale in cui questa frangia di ex membri di Prima Linea asseriva esservi un clima di terrore nei confronti dei detenuti, soprattutto politici.
Milano ha dedicato al martire del terrorismo di sinistra i giardini di piazzale Martini con questa motivazione: «Per far riaffiorare con decisione la fede dei milanesi nella democrazia e nella non violenza».
La sua città natale, al pari del capoluogo lombardo, non lo ha dimenticato ed ogni anno, con qualsiasi Amministrazione, il suo ricordo si fa più vivo, forte, tangibile, nonostante lo schiaffo subito dalla giustizia italiana, rivelatasi in diverse occasioni fin troppo clemente con chi, con la violenza ed il pretesto della lotta armata, ha mantenuto il Paese per tanti anni sull'orlo di una guerra civile.