Eventi e cultura
Idee a confronto sulle coppie in crisi
Ieri sera penultimo appuntamento del corso "Le relazioni familiari"
Giovinazzo - giovedì 26 novembre 2015
05.00
"Le relazioni familiari nella coppia in crisi" è stato il tema che ha interessato e coinvolto piacevolmente un numeroso pubblico accorso in Sala San Felice ieri sera per seguire il penultimo incontro del corso di formazione dal titolo "Le relazioni familiari".
Il corso, valido per la formazione giornalistica, è stato organizzato, come avviene con successo da undici anni a questa parte, dalla Parrocchia di S. Maria Assunta di Giovinazzo, in collaborazione con l'Assessorato alla Solidarietà Sociale, l'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo, la cattedra di Filosofia Morale, Bioetica ed Etica della Comunicazione dell'Università degli Studi di Bari e il Master in Counseling bioetica e filosofica- Dipartimento di "Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso".
Dopo l'introduzione di Don Benedetto Fiorentino, parroco della Cattedrale di Giovinazzo, che ha puntato i riflettori sulle ferite che scaturiscono da problemi di carattere affettivo. A suo parere la decisione di sposarsi deve essere, per entrambi i coniugi, un impegno rivolto alla collaborazione, alla responsabilità e all'impegno a migliorarsi.
La relatrice, la dottoressa di ricerca in Pedagogia, Teresa Marcotrigiano, non ha tenuto una rituale relazione, ma ha voluto interagire col pubblico presente, folto e decisamente coinvolto dall'argomento. L'analisi svolta dalla pedagogista giovinazzese è stata quindi equilibrata, sana nei contenuti e concreta negli esempi, ricca di valori etici e suggerimenti. Il suo intervento si è aperto con un preciso concetto secondo cui, nella coppia che vuol creare una famiglia, al primo posto ci deve essere il rispetto e la responsabilità. In primis verso le proprie azioni e poi verso il coniuge e verso i figli. Il rispetto verso se stessi vuol dire volersi bene, non essere sempre insoddisfatti ed arrabbiati con il mondo, accettare i propri limiti, i difetti e riconoscere gli eventuali errori.
A causa di ciò scarichiamo, ingiustamente, la nostra rabbia su chi ci vive accanto. Rispettare se stessi è importante per rispettare l'altro coniuge, ma non esiste una ricetta, un decalogo da seguire, perché siamo diversi e dobbiamo mettere sempre in atto quella forma di rispetto utile a sanare le criticità.
La relatrice considera importanti quattro valori, paladini del vivere insieme: l'amore, l'indipendenza, il dialogo e la pazienza. Ha poi evidenziato di togliere queste parole dall'astrattezza, calandole nella realtà quotidiana. Ha poi evidenziato quanto sia importante donarsi all'altro, dedicarsi con attenzione all'altro e vivere mettendo in campo il dialogo bilaterale, senza che un coniuge prevalga sull'altro. Solo lavorando su stessi, migliorandosi, agendo con umiltà, riconoscendo le proprie debolezze e sorridendo di più si può costruire un rapporto d'amore che viva di buoni esempi, buoni sentimenti e che principalmente faccia bene alla stessa famiglia.
Si è trattato di un intervento davvero apprezzabile, arricchito dal contributo finale di molti tra i presenti. Ci piace sottolineare quello del collega Giovanni La Candia, il quale, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ha sottolineato l'importanza di dire un "no" secco a tutte le forme di violenza, anche quelle perpetrate ai danni di molti uomini, vittime, anch'essi, di alcuni comportamenti femminili. Un contributo interessante, ampiamente condiviso dalla platea.
Ultimo incontro del ciclo "Le relazioni familiari", mercoledì 2 dicembre alle ore 19.00 sempre in Sala San Felice.
Il corso, valido per la formazione giornalistica, è stato organizzato, come avviene con successo da undici anni a questa parte, dalla Parrocchia di S. Maria Assunta di Giovinazzo, in collaborazione con l'Assessorato alla Solidarietà Sociale, l'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo, la cattedra di Filosofia Morale, Bioetica ed Etica della Comunicazione dell'Università degli Studi di Bari e il Master in Counseling bioetica e filosofica- Dipartimento di "Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso".
Dopo l'introduzione di Don Benedetto Fiorentino, parroco della Cattedrale di Giovinazzo, che ha puntato i riflettori sulle ferite che scaturiscono da problemi di carattere affettivo. A suo parere la decisione di sposarsi deve essere, per entrambi i coniugi, un impegno rivolto alla collaborazione, alla responsabilità e all'impegno a migliorarsi.
La relatrice, la dottoressa di ricerca in Pedagogia, Teresa Marcotrigiano, non ha tenuto una rituale relazione, ma ha voluto interagire col pubblico presente, folto e decisamente coinvolto dall'argomento. L'analisi svolta dalla pedagogista giovinazzese è stata quindi equilibrata, sana nei contenuti e concreta negli esempi, ricca di valori etici e suggerimenti. Il suo intervento si è aperto con un preciso concetto secondo cui, nella coppia che vuol creare una famiglia, al primo posto ci deve essere il rispetto e la responsabilità. In primis verso le proprie azioni e poi verso il coniuge e verso i figli. Il rispetto verso se stessi vuol dire volersi bene, non essere sempre insoddisfatti ed arrabbiati con il mondo, accettare i propri limiti, i difetti e riconoscere gli eventuali errori.
A causa di ciò scarichiamo, ingiustamente, la nostra rabbia su chi ci vive accanto. Rispettare se stessi è importante per rispettare l'altro coniuge, ma non esiste una ricetta, un decalogo da seguire, perché siamo diversi e dobbiamo mettere sempre in atto quella forma di rispetto utile a sanare le criticità.
La relatrice considera importanti quattro valori, paladini del vivere insieme: l'amore, l'indipendenza, il dialogo e la pazienza. Ha poi evidenziato di togliere queste parole dall'astrattezza, calandole nella realtà quotidiana. Ha poi evidenziato quanto sia importante donarsi all'altro, dedicarsi con attenzione all'altro e vivere mettendo in campo il dialogo bilaterale, senza che un coniuge prevalga sull'altro. Solo lavorando su stessi, migliorandosi, agendo con umiltà, riconoscendo le proprie debolezze e sorridendo di più si può costruire un rapporto d'amore che viva di buoni esempi, buoni sentimenti e che principalmente faccia bene alla stessa famiglia.
Si è trattato di un intervento davvero apprezzabile, arricchito dal contributo finale di molti tra i presenti. Ci piace sottolineare quello del collega Giovanni La Candia, il quale, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne ha sottolineato l'importanza di dire un "no" secco a tutte le forme di violenza, anche quelle perpetrate ai danni di molti uomini, vittime, anch'essi, di alcuni comportamenti femminili. Un contributo interessante, ampiamente condiviso dalla platea.
Ultimo incontro del ciclo "Le relazioni familiari", mercoledì 2 dicembre alle ore 19.00 sempre in Sala San Felice.