Politica
Iannone a tutto campo sulla controversia legata al cimitero comunale
Intervista all'esponente forzista dopo l'incandescente Consiglio comunale della scorsa settimana
Giovinazzo - martedì 9 luglio 2019
13.18
Un Consiglio comunale che ha lasciato strascichi polemici, quello andato in scena in Sala San Felice la scorsa settimana. Sul tavolo della discussione, animatissima tra Ruggero Iannone e Antonello Natalicchio, la controversia legata al cimitero comunale ed alla soccombenza dell'Ente nella controversia in sede civile tra Comune di Giovinazzo e famiglia Tricarico.
Abbiamo quindi inteso non scrivere un pezzo con le nostre impressioni, che poco interessano il lettore e che avrebbero finito per essere inevitabilmente incomplete. Abbiamo invece chiesto ai protagonisti di raccontare al meglio il loro punto di vista. Di seguito l'intervista a Ruggero Iannone. Poi toccherà ad Antonello Natalicchio.
Consigliere Iannone, ci ricostruisce le vicenda legata alla controversia tra Tricarico e il Comune di Giovinazzo?
Molto semplice. La vicenda risale intorno alla fine degli anni 2000 quando il Sig. Tricarico, padre dell'attuale proprietario delle serre, manifestò con lettera scritta la volontà di cedere al ns. Comune tutta l'area adiacente il cimitero. Poi subentrò (penso alla morte del padre) il figlio il sig. Giuseppe il quale modificò parzialmente quanto detto dal padre volendo concedere al comune solo una parte del terreno, mentre per la restante parte aveva intenzione di realizzare serre per continuare a svolgere l'attività florovivaistica. Cosa che fu concessa dall'allora amministrazione Natalicchio, per poter avere, ritengo, margini più concreti per acquisire il terreno, seppur in parte, per l'ampliamento del cimitero. Il problema è che il Tricarico realizzò le serre come da permesso di costruire nr. 53 del 06.04.2005 (senza l'autorizzazione paesaggistica che imponeva ed impone il vincolo assoluto di inedificabilità della zona). Il Comune ha anche consentito la riduzione della fascia di rispetto cimiteriale per favorire la realizzazione delle serre e solo successivamente ci fu l'ampliamento del cimitero con l'approvazione delle delibere di consiglio comunale nr. 26 del 28.04.2005 (approvazione del progetto definitivo) e nr. 41del 30.06.2005 (riapprovazione del progetto definitivo) senza tuttavia la notifica al sig. Tricarico del decreto di esproprio del terreno. Questo decreto fondamentale avrebbe dovuto essere notificato al signor Tricarico entro il 28 aprile 2010 ossia entro i 5 anni dall'approvazione della delibera di consiglio comunale n. 26 del 28 aprile 2005 quando si approvò l'ampliamento del cimitero e si dichiarò la pubblica utilità dell'opera. Questo lo ha sentenziato il TAR Puglia con sentenza 405 del 12 marzo 2015 cristallizzando le responsabilità dell'allora Amministrazione Natalicchio. L'assenza di questo atto di esproprio, propedeutico all'acquisizione della titolarità del terreno, ha giocato a favore del Tricarico che non si è accontentato della proposta di acquisto fatta dal Comune (euro 54mila). Di conseguenza non si è mai conclusa l'acquisizione della proprietà al patrimonio comunale dell'area oggetto dell'ampliamento del cimitero. Alla fine oggi abbiamo pagato al sig. Tricarico poco più di euro 229mila per quella parte di terreno dove si è realizzato il nuovo cimitero.
Perché a suo avviso ed a parere della maggioranza le colpe sono dell'Amministrazione guidata da Antonello Natalicchio?
Perché non si può prima concedere al Tricarico l'autorizzazione a costruire le serre e poi trovare un accordo bonario per acquisto del terreno oggetto dell'ampliamento. È come se io dessi al venditore prima i soldi per l'acquisto di un appartamento che intendo comprare e poi chiedessi allo stesso di stipulare l'atto di compravendita. Vi sembra normale? Il potere contrattuale è passato così dalle mani del Comune nelle mani di Tricarico (avendo già realizzato le serre); tenuto conto anche del fatto che c'era stata una pregressa corrispondenza/trattativa tra il Comune ed il Tricarico in merito al valore del terreno senza trovare un accordo come sopra evidenziato (il Comune proponeva euro 54mila circa ed il Tricarico chiedeva 100mila euro circa).
Lei si è detto poco convinto anche dell'atteggiamento in Aula dei Consiglieri di PVA: vuole esplicitare meglio questa sua posizione? Perché non è stato chiaro per tutti coloro i quali l'ascoltavano, noi compresi.
Perché il punto all'o.d.g., cioè il riconoscimento del debito del comune di euro 229mila a favore del sig. Tricarico (vincitore della causa con sentenza definitiva e su cui avremmo potuto risparmiare se fosse stato formalizzato e contrattualizzato il preventivo accordo come detto innanzi) non sarebbe stato oggetto di discussione e dibattito da parte dell'opposizione e quindi anche di PVA (come avviene invece giustamente e sistematicamente su tutti i punti messi all'o.d.g. dei vari consigli comunali) se non avessi sollevato io la questione, manifestando il mio disappunto sul loro silenzio. Il mio intervento è stato provocatorio perché ben conscio che avrei trattato un argomento che loro non gradivano trattare, in quanto sarebbero giunti alla mia stessa conclusione e cioè accertare la responsabilità dell'Amministrazione Natalicchio. Ciò avrebbe provocato un incidente diplomatico tra PVA e PD, visto il loro avvicinamento soprattutto in prospettiva delle prossime amministrative, ed anche constatare apertamente le inadempienze e le responsabilità di un dipendente comunale politicamente molto vicino a loro.
Cosa resta da fare ora per limitare i danni alle casse comunali?
Purtroppo i danni sono già stati fatti e non si può tornare indietro, anzi se ne aggiungeranno verosimilmente altri per le casse comunali, perché da quanto è emerso, da tutta questa sciagurata vicenda, la concessione edilizia a suo tempo rilasciata a Tricarico in data 6.4.2005 è priva dell'autorizzazione paesaggistica come previsto dall'art. 142 del D.Lgs. nr. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio in vigore dal 1 maggio 2004) che è antecedente più di un anno rispetto al permesso di costruire. La vicenda non l'ho certo sollevata io ma vi è una corrispondenza tra il nostro Comune e la Soprintendenza di Bari su questo tema. Dunque sarà necessario valutare tutti gli aspetti per ricondurre nell'alveo della legalità questa incresciosa vicenda.
Abbiamo quindi inteso non scrivere un pezzo con le nostre impressioni, che poco interessano il lettore e che avrebbero finito per essere inevitabilmente incomplete. Abbiamo invece chiesto ai protagonisti di raccontare al meglio il loro punto di vista. Di seguito l'intervista a Ruggero Iannone. Poi toccherà ad Antonello Natalicchio.
Consigliere Iannone, ci ricostruisce le vicenda legata alla controversia tra Tricarico e il Comune di Giovinazzo?
Molto semplice. La vicenda risale intorno alla fine degli anni 2000 quando il Sig. Tricarico, padre dell'attuale proprietario delle serre, manifestò con lettera scritta la volontà di cedere al ns. Comune tutta l'area adiacente il cimitero. Poi subentrò (penso alla morte del padre) il figlio il sig. Giuseppe il quale modificò parzialmente quanto detto dal padre volendo concedere al comune solo una parte del terreno, mentre per la restante parte aveva intenzione di realizzare serre per continuare a svolgere l'attività florovivaistica. Cosa che fu concessa dall'allora amministrazione Natalicchio, per poter avere, ritengo, margini più concreti per acquisire il terreno, seppur in parte, per l'ampliamento del cimitero. Il problema è che il Tricarico realizzò le serre come da permesso di costruire nr. 53 del 06.04.2005 (senza l'autorizzazione paesaggistica che imponeva ed impone il vincolo assoluto di inedificabilità della zona). Il Comune ha anche consentito la riduzione della fascia di rispetto cimiteriale per favorire la realizzazione delle serre e solo successivamente ci fu l'ampliamento del cimitero con l'approvazione delle delibere di consiglio comunale nr. 26 del 28.04.2005 (approvazione del progetto definitivo) e nr. 41del 30.06.2005 (riapprovazione del progetto definitivo) senza tuttavia la notifica al sig. Tricarico del decreto di esproprio del terreno. Questo decreto fondamentale avrebbe dovuto essere notificato al signor Tricarico entro il 28 aprile 2010 ossia entro i 5 anni dall'approvazione della delibera di consiglio comunale n. 26 del 28 aprile 2005 quando si approvò l'ampliamento del cimitero e si dichiarò la pubblica utilità dell'opera. Questo lo ha sentenziato il TAR Puglia con sentenza 405 del 12 marzo 2015 cristallizzando le responsabilità dell'allora Amministrazione Natalicchio. L'assenza di questo atto di esproprio, propedeutico all'acquisizione della titolarità del terreno, ha giocato a favore del Tricarico che non si è accontentato della proposta di acquisto fatta dal Comune (euro 54mila). Di conseguenza non si è mai conclusa l'acquisizione della proprietà al patrimonio comunale dell'area oggetto dell'ampliamento del cimitero. Alla fine oggi abbiamo pagato al sig. Tricarico poco più di euro 229mila per quella parte di terreno dove si è realizzato il nuovo cimitero.
Perché a suo avviso ed a parere della maggioranza le colpe sono dell'Amministrazione guidata da Antonello Natalicchio?
Perché non si può prima concedere al Tricarico l'autorizzazione a costruire le serre e poi trovare un accordo bonario per acquisto del terreno oggetto dell'ampliamento. È come se io dessi al venditore prima i soldi per l'acquisto di un appartamento che intendo comprare e poi chiedessi allo stesso di stipulare l'atto di compravendita. Vi sembra normale? Il potere contrattuale è passato così dalle mani del Comune nelle mani di Tricarico (avendo già realizzato le serre); tenuto conto anche del fatto che c'era stata una pregressa corrispondenza/trattativa tra il Comune ed il Tricarico in merito al valore del terreno senza trovare un accordo come sopra evidenziato (il Comune proponeva euro 54mila circa ed il Tricarico chiedeva 100mila euro circa).
Lei si è detto poco convinto anche dell'atteggiamento in Aula dei Consiglieri di PVA: vuole esplicitare meglio questa sua posizione? Perché non è stato chiaro per tutti coloro i quali l'ascoltavano, noi compresi.
Perché il punto all'o.d.g., cioè il riconoscimento del debito del comune di euro 229mila a favore del sig. Tricarico (vincitore della causa con sentenza definitiva e su cui avremmo potuto risparmiare se fosse stato formalizzato e contrattualizzato il preventivo accordo come detto innanzi) non sarebbe stato oggetto di discussione e dibattito da parte dell'opposizione e quindi anche di PVA (come avviene invece giustamente e sistematicamente su tutti i punti messi all'o.d.g. dei vari consigli comunali) se non avessi sollevato io la questione, manifestando il mio disappunto sul loro silenzio. Il mio intervento è stato provocatorio perché ben conscio che avrei trattato un argomento che loro non gradivano trattare, in quanto sarebbero giunti alla mia stessa conclusione e cioè accertare la responsabilità dell'Amministrazione Natalicchio. Ciò avrebbe provocato un incidente diplomatico tra PVA e PD, visto il loro avvicinamento soprattutto in prospettiva delle prossime amministrative, ed anche constatare apertamente le inadempienze e le responsabilità di un dipendente comunale politicamente molto vicino a loro.
Cosa resta da fare ora per limitare i danni alle casse comunali?
Purtroppo i danni sono già stati fatti e non si può tornare indietro, anzi se ne aggiungeranno verosimilmente altri per le casse comunali, perché da quanto è emerso, da tutta questa sciagurata vicenda, la concessione edilizia a suo tempo rilasciata a Tricarico in data 6.4.2005 è priva dell'autorizzazione paesaggistica come previsto dall'art. 142 del D.Lgs. nr. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio in vigore dal 1 maggio 2004) che è antecedente più di un anno rispetto al permesso di costruire. La vicenda non l'ho certo sollevata io ma vi è una corrispondenza tra il nostro Comune e la Soprintendenza di Bari su questo tema. Dunque sarà necessario valutare tutti gli aspetti per ricondurre nell'alveo della legalità questa incresciosa vicenda.