Eventi e cultura
I versi della rinascita
Il ruolo della poesia e del poeta secondo Bonifacio Vincenzi
Giovinazzo - giovedì 17 settembre 2015
14.14
Una poesia del non tangibile, ma non per questo priva di sostanza per la pregnanza di quegli interrogativi che toccano le radici dell'esistenza umana.
Questo è quanto più volte sottolineato a proposito del fare poesia di Bonifacio Vincenzi, nel corso dell'incontro di presentazione della sua ultima raccolta "Le bambine di Carroll", moderato ieri sera da Oreste Bellini, Presidente de "Il Musagete", nel contenitore culturale offerto dalla sala San Felice.
Nelle parole di Griselda Doka, dottoranda in Studi letterari, linguistici, filologici e traduttologici presso l'Università degli Studi della Calabria, e Mariagrazia Scarnecchia, psicologa, psicoterapeuta e direttrice di "Aljon Editrice", entrambe intervenute durante l'incontro, Vincenzi crea dei versi che si sforzano in ogni modo di dare un senso ad una realtà che lo ha perso completamente.
Un susseguirsi di enigmi che compongono l'enigma più grande, quello sul senso della vita, pervadono la poesia di Vincenzi e più che mai quest'ultima raccolta. A questi grandi misteri esistenziali, il poeta calabrese cerca di dare una risposta riscoprendo la figura di Alice, protagonista del romanzo fantastico "Alice's Adventures in Wonderland" di Lewis Carroll, e suggerendo di andare oltre lo specchio, come fa la ragazzina, per superare le paure e far cadere il muro dell'inganno che tutto copre ed altera. Un'altra strada è quella dell'amore, sentimento autentico e primordiale che deve portare all'aiuto reciproco.
Si è respirato un'atmosfera rilassata, volta al dialogo e allo scambio di idee, soprattutto quando Vincenzi ha risposto alle domande dell'Assessora alla Cultura, Marianna Paladino, sul ruolo della poesia e del poeta oggi. «La poesia - ha affermato - potrebbe fare miracoli. Il nostro problema è che la nostra essenza viene mortificata costantemente dal nostro modo trascurato di vivere, che ci fa dimenticare il motivo per cui noi esistiamo. In questa condizione - ha continuato - non si insegna più ad amare, il che ci porta a diventare sempre più lontani dal nostro sentire. La poesia, invece, - ha poi chiosato - ha un qualcosa in più, capace di restituirci quell'interiorità e quella spiritualità di cui abbiamo bisogno per ricreare un rapporto con noi stessi e tornare a vivere con consapevolezza».
Una profondità ed una sensibilità quelli che emergono nella produzione poetica di Vincenzi, che Giovinazzo vorrà sentire ancora, magari nell'ambito di manifestazioni di più ampia portata che danno lustro alla poesia, come la "Notte Bianca della Poesia" ,"Poesie al Balcone" o "Tra Note e Versi".
Questo è quanto più volte sottolineato a proposito del fare poesia di Bonifacio Vincenzi, nel corso dell'incontro di presentazione della sua ultima raccolta "Le bambine di Carroll", moderato ieri sera da Oreste Bellini, Presidente de "Il Musagete", nel contenitore culturale offerto dalla sala San Felice.
Nelle parole di Griselda Doka, dottoranda in Studi letterari, linguistici, filologici e traduttologici presso l'Università degli Studi della Calabria, e Mariagrazia Scarnecchia, psicologa, psicoterapeuta e direttrice di "Aljon Editrice", entrambe intervenute durante l'incontro, Vincenzi crea dei versi che si sforzano in ogni modo di dare un senso ad una realtà che lo ha perso completamente.
Un susseguirsi di enigmi che compongono l'enigma più grande, quello sul senso della vita, pervadono la poesia di Vincenzi e più che mai quest'ultima raccolta. A questi grandi misteri esistenziali, il poeta calabrese cerca di dare una risposta riscoprendo la figura di Alice, protagonista del romanzo fantastico "Alice's Adventures in Wonderland" di Lewis Carroll, e suggerendo di andare oltre lo specchio, come fa la ragazzina, per superare le paure e far cadere il muro dell'inganno che tutto copre ed altera. Un'altra strada è quella dell'amore, sentimento autentico e primordiale che deve portare all'aiuto reciproco.
Si è respirato un'atmosfera rilassata, volta al dialogo e allo scambio di idee, soprattutto quando Vincenzi ha risposto alle domande dell'Assessora alla Cultura, Marianna Paladino, sul ruolo della poesia e del poeta oggi. «La poesia - ha affermato - potrebbe fare miracoli. Il nostro problema è che la nostra essenza viene mortificata costantemente dal nostro modo trascurato di vivere, che ci fa dimenticare il motivo per cui noi esistiamo. In questa condizione - ha continuato - non si insegna più ad amare, il che ci porta a diventare sempre più lontani dal nostro sentire. La poesia, invece, - ha poi chiosato - ha un qualcosa in più, capace di restituirci quell'interiorità e quella spiritualità di cui abbiamo bisogno per ricreare un rapporto con noi stessi e tornare a vivere con consapevolezza».
Una profondità ed una sensibilità quelli che emergono nella produzione poetica di Vincenzi, che Giovinazzo vorrà sentire ancora, magari nell'ambito di manifestazioni di più ampia portata che danno lustro alla poesia, come la "Notte Bianca della Poesia" ,"Poesie al Balcone" o "Tra Note e Versi".