Politica
Grillo: «Reddito di cittadinanza misura fallimentare. Formazione e cultura al centro del progetto»
La nota del candidato alla Camera dei Deputati del terzo polo nel collegio uninominale Puglia 04
Giovinazzo - lunedì 5 settembre 2022
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«Accolgo con piacere la richiesta del dott. Abbaticchio di conoscere la posizione dei candidati, ancor di più perché entrambi viviamo sul territorio locale e conosciamo le necessità e le criticità della nostra terra - scrive Benedetto Grillo, candidato alla Camera dei Deputati del terzo polo nel collegio uninominale Puglia 04.
«Quanto al delicato tema del lavoro, credo nell'esigenza prioritaria di garantire a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa, che debba passare attraverso una serie di azioni condivise con le parti sociali: una legge sulla rappresentanza che combatta il fenomeno dei contratti pirata ed assicuri che siano validi solo i contratti firmati da organizzazioni realmente rappresentative.
In merito al reddito di cittadinanza, ritengo che sia stata una misura estremamente fallimentare, perché non è riuscita nell'intento – pur condivisibile – di essere sia strumento di assistenza che di inserimento nel mondo del lavoro.
I dati parlano chiaro, a fronte di 20 miliardi spesi nel primo anno e mezzo, lo strumento ha generato nuova occupazione a tempo indeterminato per meno del 4,5% dei percettori. Inoltre, lo strumento si è dimostrato quasi inutile persino nel contrasto alla povertà, in quanto il 56% delle famiglie che vivono in uno stato di povertà assoluta non riceve il c.d. reddito di cittadinanza.
Occorrono modiche e meccanismi di adeguamento, che consentano davvero ai cittadini di inserirsi nel mondo lavorativo e rendano più giusti e inclusivi i criteri di accesso. Questo risultato potrebbe essere raggiunto attraverso l'utilizzo corretto delle risorse umane ad oggi non collocate, la riforma dei centri per l'impiego e l'utilizzo di agenzie private del lavoro, che abbiano la funzione di cercare un impiego ai percettori di reddito tramite colloqui mensili, in modo da monitorare la ricerca di lavoro. Per coloro che non utilizzano tale forma di ricerca di lavoro, ci sarebbe l'immediata sospensione del reddito di cittadinanza.
Mi piacerebbe anche far notare come tutti buoni propositi circa le misure economiche ed assistenziali sarebbero vane senza dei percorsi formativi: abbiamo bisogno di rimettere la cultura al centro di ogni progetto, in modo forte e deciso.
Il potenziamento della cultura e della formazione è la via maestra per consentire ai cittadini di maturare competenze che siano in linea con il mercato del lavoro, creando una pianificazione nazionale che possa agevolare l'incontro tra domanda e offerta di personale qualificato in tutti i settori.
L'impegno massiccio delle Istituzioni di ogni ordine e grado nel campo della cultura consente di prevenire situazioni di allarme sociale - che sono sempre più frequenti nelle nostre città, dove riguardano soprattutto i giovani e le categorie fragili – e di recuperare soggetti che, diversamente, diventerebbero dediti alla criminalità».
«Quanto al delicato tema del lavoro, credo nell'esigenza prioritaria di garantire a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa, che debba passare attraverso una serie di azioni condivise con le parti sociali: una legge sulla rappresentanza che combatta il fenomeno dei contratti pirata ed assicuri che siano validi solo i contratti firmati da organizzazioni realmente rappresentative.
In merito al reddito di cittadinanza, ritengo che sia stata una misura estremamente fallimentare, perché non è riuscita nell'intento – pur condivisibile – di essere sia strumento di assistenza che di inserimento nel mondo del lavoro.
I dati parlano chiaro, a fronte di 20 miliardi spesi nel primo anno e mezzo, lo strumento ha generato nuova occupazione a tempo indeterminato per meno del 4,5% dei percettori. Inoltre, lo strumento si è dimostrato quasi inutile persino nel contrasto alla povertà, in quanto il 56% delle famiglie che vivono in uno stato di povertà assoluta non riceve il c.d. reddito di cittadinanza.
Occorrono modiche e meccanismi di adeguamento, che consentano davvero ai cittadini di inserirsi nel mondo lavorativo e rendano più giusti e inclusivi i criteri di accesso. Questo risultato potrebbe essere raggiunto attraverso l'utilizzo corretto delle risorse umane ad oggi non collocate, la riforma dei centri per l'impiego e l'utilizzo di agenzie private del lavoro, che abbiano la funzione di cercare un impiego ai percettori di reddito tramite colloqui mensili, in modo da monitorare la ricerca di lavoro. Per coloro che non utilizzano tale forma di ricerca di lavoro, ci sarebbe l'immediata sospensione del reddito di cittadinanza.
Mi piacerebbe anche far notare come tutti buoni propositi circa le misure economiche ed assistenziali sarebbero vane senza dei percorsi formativi: abbiamo bisogno di rimettere la cultura al centro di ogni progetto, in modo forte e deciso.
Il potenziamento della cultura e della formazione è la via maestra per consentire ai cittadini di maturare competenze che siano in linea con il mercato del lavoro, creando una pianificazione nazionale che possa agevolare l'incontro tra domanda e offerta di personale qualificato in tutti i settori.
L'impegno massiccio delle Istituzioni di ogni ordine e grado nel campo della cultura consente di prevenire situazioni di allarme sociale - che sono sempre più frequenti nelle nostre città, dove riguardano soprattutto i giovani e le categorie fragili – e di recuperare soggetti che, diversamente, diventerebbero dediti alla criminalità».