Eventi e cultura
Gli scatti di Luciana Trappolino ancora in mostra all'IVE
Oltre duemila visitatori per "Natale in Arte" durante le festività
Giovinazzo - venerdì 11 gennaio 2019
Ha fatto centro l'Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, organizzatrice della rassegna "Natale in Arte", conclusasi il 6 gennaio scorso.
Nella Sala Primavera dell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo sono state in esposizione le foto caravggesche di Nico Quaranta e le tele di Isabel Spagnoletta, tra impressionismo e arte contemporanea. Con loro anche Luciana Trappolino e i suoi scatti che hanno immortalato "Le ultime donne tatuate del Myanmar", attirando la curiosità degli oltre 2.000 visitatori dell'ex convento domenicano.
Proprio l'artista salentina ha consentito ad un prolungamento della sua personale, che eccezionalmente si concluderà domenica prossima, 13 gennaio.
Consensi e un tutto esaurito nell'Auditorium Marano aveva riscosso anche il Gran Concerto di Natale, il 23 dicembre scorso, in cui l'Orchestra giovanile "Gabriella Cipriani", diretta dal Maestro Annalisa Andriani, aveva fatto da colonna sonora ai componimenti di otto poeti provenienti da tutta la Città Metropolitana di Bari. A questo va aggiunta la grande affluenza per la mostra di presepi artistici nelle sale Marano e Clessidra a cura dell'Aiap, evento patrocinato anche dal Comune di Giovinazzo.
«Il successo delle personali ed in particolare di quella di Luciana Trappolino - ha detto Nicola De Matteo, delegato IVE e a capo dell'Accademia -, riportata anche da quotidiani a tiratura nazionale, ci ha invogliato a prorogarla fino a domenica 13 gennaio. "Le ultime donne tatuata del Myanmar" ha molto colpito i visitatori non solo da un punto di vista della bellezza fotografica, ma soprattutto per i suoi risvolti antropologici e sociali».
Per Luciana Trappolino, la fotografia è un'esperienza esistenziale legata al viaggio, inteso non solo come sguardo privilegiato suipaesaggi naturali, ma soprattutto su quello umano. E la personale della Sala Primavera ben incarna questo spirito artistico, in cui l'indagine arriva a scavare fino all'essenza, alle radici di tradizioni solo apparentemente lontane da noi e dalla nostra cultura.
Nella Sala Primavera dell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo sono state in esposizione le foto caravggesche di Nico Quaranta e le tele di Isabel Spagnoletta, tra impressionismo e arte contemporanea. Con loro anche Luciana Trappolino e i suoi scatti che hanno immortalato "Le ultime donne tatuate del Myanmar", attirando la curiosità degli oltre 2.000 visitatori dell'ex convento domenicano.
Proprio l'artista salentina ha consentito ad un prolungamento della sua personale, che eccezionalmente si concluderà domenica prossima, 13 gennaio.
Consensi e un tutto esaurito nell'Auditorium Marano aveva riscosso anche il Gran Concerto di Natale, il 23 dicembre scorso, in cui l'Orchestra giovanile "Gabriella Cipriani", diretta dal Maestro Annalisa Andriani, aveva fatto da colonna sonora ai componimenti di otto poeti provenienti da tutta la Città Metropolitana di Bari. A questo va aggiunta la grande affluenza per la mostra di presepi artistici nelle sale Marano e Clessidra a cura dell'Aiap, evento patrocinato anche dal Comune di Giovinazzo.
«Il successo delle personali ed in particolare di quella di Luciana Trappolino - ha detto Nicola De Matteo, delegato IVE e a capo dell'Accademia -, riportata anche da quotidiani a tiratura nazionale, ci ha invogliato a prorogarla fino a domenica 13 gennaio. "Le ultime donne tatuata del Myanmar" ha molto colpito i visitatori non solo da un punto di vista della bellezza fotografica, ma soprattutto per i suoi risvolti antropologici e sociali».
Per Luciana Trappolino, la fotografia è un'esperienza esistenziale legata al viaggio, inteso non solo come sguardo privilegiato suipaesaggi naturali, ma soprattutto su quello umano. E la personale della Sala Primavera ben incarna questo spirito artistico, in cui l'indagine arriva a scavare fino all'essenza, alle radici di tradizioni solo apparentemente lontane da noi e dalla nostra cultura.