Mons. Cornacchia. <span>Foto Gianluca Battista</span>
Mons. Cornacchia. Foto Gianluca Battista
Cronaca

Gli auguri di Buon Natale di Mons. Domenico Cornacchia

Il messaggio del vescovo ai giovinazzesi: «È la festa del silenzio»

Carissime amiche e carissimi amici, auguri di buone feste natalizie.
Di solito noi siamo molto generosi nello sprecare, direi quasi, le parole, ma la festa del Natale a mio modo di vedere è la festa del silenzio, è la festa dell'ascolto. Regaliamoci un pochino di questo tempo che si fa ascolto. Il Verbo noi lo sappiamo significa Parola, la Parola in questo caso diventa carne, diventa umanità, diventa nostra storia. Pertanto andiamo anche noi come i pastori verso Betlemme. San Luca ci racconta che, questa categoria di persone, i pastori per la società, per il modo di pensare dell'epoca non erano assolutamente considerati come persona attive nella società, erano quasi dei parassiti, delle persone che dovevano vivere ai margini dell'ambito sociale, infatti vivevano nelle grotte, nelle capanne, nelle caverne.
Ecco vedete io penso che noi dobbiamo invitare questi uomini semplici, i quali ci ricorda l'Evangelista Luca "senza indugio", vale a dire senza troppo pensare si mettono in cammino verso Betlemme.
Sapete la parola Betlemme significa "casa del pane", e per i nostri anziani, per i nostri contadini di un tempo quando c'era il pane, c'era l'essenziale; dopo una lunga giornata di lavoro, di attività, di attesa e di sacrificio era sufficiente attingere alla loro bisaccia il necessario per vivere. Ecco il Natale per me è proprio questo: recarsi a Betlemme e nutrirsi di questo cibo divino che è la Parola di Dio.
L'Evangelista Luca aggiunge un altro particolare, dice che Maria, la mamma di Gesù adagiò il suo piccolo nella mangiatoia. Nella mangiatoia i nostri pastori, i nostri contadini mettevano il necessario per nutrire il loro bestiame. Ecco che in qualche modo l'invito che il Signore ci rivolge è questo: andare verso di lui, di chinarci verso questa mangiatoia divina perché è lì che noi troviamo la forza, l'energia, la luce, la grinta per rimetterci in cammino, esattamente come è accaduto per i pastori i quali tornarono sui loro passi, portando a tutti la testimonianza di quello che avevano udito e visto.
Auguro a tutti di poter fare quest'esperienza, di ascoltare ciò di cui noi dobbiamo farci testimoni. Gesù è la Luce, è la Vita, noi pure dobbiamo farci luce, dobbiamo poter alimentare o accendere una piccola fiammella alimentare una fiaccola che si sta spegnendo specie nel cuore dei ragazzi e dei giovani, in tante famiglie provate dalla pandemia, dalla disoccupazione, da una malattia e da un lutto. Vedete Natale è questo e la festa dell'intimità, è la festa del raccoglimento e del silenzio facciamo parlare le nostre opere, facciamo parlare i nostri cuori.
Apprestiamoci così anche a vivere il passaggio al nuovo anno 2022, voglio ricordare che il 2021 per noi chiesa diocesana si chiude con un dono immenso che abbiamo ricevuto dal Signore tramite la sua Chiesa, il 25 novembre scorso – lo sappiamo – Il Santo Padre papa Francesco ha firmato il decreto di venerabilità del Servo di Dio don Tonino Bello nostro pastore, nostra guida spirituale e soprattutto nostro esempio di una carità vissuta. È stato definito vescovo fatto popolo, io direi vescovo che emana ancora dal suo cuore, dalla sua mente, dalla sua penna quella luce necessaria perché noi possiamo sentirci pellegrini verso la città del pane, verso Gesù che si fa pane per noi.
Auguri a tutti carissimi che il 2022 porti serenità, porti salute, porti lavoro dovunque ce n'è più bisogno. Maria Santissima la mamma di Gesù ci accompagni, ci prenda per mano e soprattutto ci inviti a non distrarci mai, ad avere fiducia in Colui che è nato grazie alla sua fede.
Auguri a tutti, il Signore vi benedica.


Mons. Domenico Cornacchia
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