Eventi e cultura
"Giovinazzo Teatro", spettacolo nello spettacolo
Nuovi consensi per le esibizioni de "I sani da legare" e "La torre del drago"
Giovinazzo - lunedì 7 settembre 2015
11.13
Fine settimana ricchissimo di emozioni e di spunti di riflessione grazie a "Giovinazzo Teatro", la rassegna nazionale, organizzata dal Gruppo Teatro "Moduloesse" con la preziosa collaborazione del Comitato Regionale F.I.T.A. Puglia e l'Associazione "Ascenaperta" e patrocinata, inoltre, dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo e dalla Regione Puglia.
Gag divertenti e simpatia trascinante hanno caratterizzato "Più vera del vero" (dal francese "Plus vraie que nature"), pièce del commediografo Martial Courcier proposta al pubblico nel secondo sabato della rassegna dalla compagnia "I sani da legare" di Tivoli con la regia di Gianni Uda. La relazione tra intelligenza artificiale ed i sentimenti è il tema alla base di questa commedia, in cui il velo tra realtà ed illusione è sottilissimo e tutto diventa possibile grazie alla forza dell'amore. Aspetti evocati attraverso la paradossale storia amorosa tra Giulio e Chloe, androide super tecnologico che abbandona a poco a poco i movimenti meccanici per diventare "più vera del vero".
Una donna nelle sembianze e nei progetti, che finirà per far innamorare il dirigente e tirar fuori il lato romantico nascosto in lui. Bravi i tre attori, Stefano Currò, Barbara Seghetti e Gianni Uda, nel riprodurre le tante sfumature che contraddistinguono la commedia di Courcier, soprattutto nel finale, quando i toni si fanno più drammatici con l'arrivo di una notizia che dissolve l'incanto creatosi in precedenza.
Una bella favola odierna, che ha convinto soprattutto per la disinvoltura degli artisti nel mettere in scena i cambiamenti di registro ed i molteplici stati d'animo dei personaggi.
Un'intrigante miscela di sentimenti ed emozioni sintetizza l'originale "Dinastie Bastarde (la storia del Re Diavolo), con cui si è esibita ieri sera la giovane e vivace compagnia "La torre del drago" della vicina Bitritto. La tragedia, scritta e diretta da Luigi Facchino, fa un fedele dipinto dell'animo umano attraverso le vicende di Dalach, figlio illegittimo di Ultan, re dell'immaginaria isola nordica di Alun.
Il patto con il diavolo del ragazzo, la sua vita dissoluta, l'odi et amo nei confronti del padre e l'invidia verso i fratelli, fino all'incontro inaspettato con l'amore, sono tutti momenti topici che gli attori hanno saputo mettere in scena con grande verosimiglianza e confermano la propensione del regista verso una ricerca approfondita della misteriosa sfera interiore umana.
Già "La fiera delle falsità", con cui il gruppo si era fatto conoscere dal pubblico di "Giovinazzo Teatro" nella scorsa edizione, aveva rivelato l'interesse di Facchino per il complesso universo emozionale umano attraverso la messa in scena dell'idea pirandelliana della maschera. Due ore intense di spettacolo, vissute con partecipazione dal pubblico per il riferimento intelligente a dinamiche interiori di grande attualità ed il sapiente utilizzo di effetti scenici.
Entusiasta anche l'Assessora alla Cultura, Marianna Paladino, che dal suo profilo Facebook ha commentato: «È difficile spiegare un'emozione frutto di una perfetta alchimia. È come innamorarsi ogni volta, come se fosse la prima. Travolgente, intenso, una passione fortissima. È l'effetto che fa l'arte a chi si lascia conquistare. Una delle sue tante declinazioni, il teatro, stasera, ha colpito e affondato. Una scossa, tanta adrenalina e poi tanti spunti di riflessione. La cultura é vita! Grazie di cuore!».
E quel grazie va a chi, come il Gruppo Teatro Moduloesse e la F.I.T.A. Puglia da anni crede in questa che, a buon diritto, è divenuta una delle rassegne clou dell'Estate Giovinazzese.
"Giovinazzo Teatro" non smette di stupire e di conquistare il pubblico, intrattenendolo in modo sano ed invitandolo a ciò che Franco Martini, nel corso della serata di debutto della rassegna, ha definito come «una degustazione di teatro». Senza ombra di dubbio, dovremo aspettarci tanti altri sapori ed odori negli ultimi due appuntamenti fissati per i prossimi sabato e domenica, nell'ormai rodata cornice offerta dal giardino della scuola primaria "San Giovanni Bosco".
Da non perdere assolutamente!
Gag divertenti e simpatia trascinante hanno caratterizzato "Più vera del vero" (dal francese "Plus vraie que nature"), pièce del commediografo Martial Courcier proposta al pubblico nel secondo sabato della rassegna dalla compagnia "I sani da legare" di Tivoli con la regia di Gianni Uda. La relazione tra intelligenza artificiale ed i sentimenti è il tema alla base di questa commedia, in cui il velo tra realtà ed illusione è sottilissimo e tutto diventa possibile grazie alla forza dell'amore. Aspetti evocati attraverso la paradossale storia amorosa tra Giulio e Chloe, androide super tecnologico che abbandona a poco a poco i movimenti meccanici per diventare "più vera del vero".
Una donna nelle sembianze e nei progetti, che finirà per far innamorare il dirigente e tirar fuori il lato romantico nascosto in lui. Bravi i tre attori, Stefano Currò, Barbara Seghetti e Gianni Uda, nel riprodurre le tante sfumature che contraddistinguono la commedia di Courcier, soprattutto nel finale, quando i toni si fanno più drammatici con l'arrivo di una notizia che dissolve l'incanto creatosi in precedenza.
Una bella favola odierna, che ha convinto soprattutto per la disinvoltura degli artisti nel mettere in scena i cambiamenti di registro ed i molteplici stati d'animo dei personaggi.
Un'intrigante miscela di sentimenti ed emozioni sintetizza l'originale "Dinastie Bastarde (la storia del Re Diavolo), con cui si è esibita ieri sera la giovane e vivace compagnia "La torre del drago" della vicina Bitritto. La tragedia, scritta e diretta da Luigi Facchino, fa un fedele dipinto dell'animo umano attraverso le vicende di Dalach, figlio illegittimo di Ultan, re dell'immaginaria isola nordica di Alun.
Il patto con il diavolo del ragazzo, la sua vita dissoluta, l'odi et amo nei confronti del padre e l'invidia verso i fratelli, fino all'incontro inaspettato con l'amore, sono tutti momenti topici che gli attori hanno saputo mettere in scena con grande verosimiglianza e confermano la propensione del regista verso una ricerca approfondita della misteriosa sfera interiore umana.
Già "La fiera delle falsità", con cui il gruppo si era fatto conoscere dal pubblico di "Giovinazzo Teatro" nella scorsa edizione, aveva rivelato l'interesse di Facchino per il complesso universo emozionale umano attraverso la messa in scena dell'idea pirandelliana della maschera. Due ore intense di spettacolo, vissute con partecipazione dal pubblico per il riferimento intelligente a dinamiche interiori di grande attualità ed il sapiente utilizzo di effetti scenici.
Entusiasta anche l'Assessora alla Cultura, Marianna Paladino, che dal suo profilo Facebook ha commentato: «È difficile spiegare un'emozione frutto di una perfetta alchimia. È come innamorarsi ogni volta, come se fosse la prima. Travolgente, intenso, una passione fortissima. È l'effetto che fa l'arte a chi si lascia conquistare. Una delle sue tante declinazioni, il teatro, stasera, ha colpito e affondato. Una scossa, tanta adrenalina e poi tanti spunti di riflessione. La cultura é vita! Grazie di cuore!».
E quel grazie va a chi, come il Gruppo Teatro Moduloesse e la F.I.T.A. Puglia da anni crede in questa che, a buon diritto, è divenuta una delle rassegne clou dell'Estate Giovinazzese.
"Giovinazzo Teatro" non smette di stupire e di conquistare il pubblico, intrattenendolo in modo sano ed invitandolo a ciò che Franco Martini, nel corso della serata di debutto della rassegna, ha definito come «una degustazione di teatro». Senza ombra di dubbio, dovremo aspettarci tanti altri sapori ed odori negli ultimi due appuntamenti fissati per i prossimi sabato e domenica, nell'ormai rodata cornice offerta dal giardino della scuola primaria "San Giovanni Bosco".
Da non perdere assolutamente!