Attualità
Giovinazzo presente alla Giornata Nazionale per le vittime innocenti di mafia (FOTO)
Oltre 40.000 persone in strada, tanti i giovani. Il gonfalone giovinazzese ha sfilato per le strade di Foggia
Giovinazzo - giovedì 22 marzo 2018
05.00
Vento freddo e pioggia non li hanno fermati. Giovani, tanti giovani, l'associazionismo cattolico e laico, amministratori da ogni parte d'Italia hanno sfilato ieri per le strade di Foggia, città scelta per la Giornata Nazionale in memoria delle vittime innocenti di mafia organizzata da Libera di don Luigi Ciotti con Avviso Pubblico.
Nella città di Foggia ha sfilato anche il gonfalone della città di Giovinazzo, con una rappresentanza del Corpo di Polizia Locale, dietro cui c'erano il Presidente del Consiglio comunale, Alfonso Arbore, ed il referente cittadino di Avviso Pubblico, il Consigliere Pietro Sifo, poi raggiunti dal Sindaco, Tommaso Depalma e dall'Assessore alla Legalità, Michele Sollecito (insieme con le scolaresche nella foto in home).
Con loro gli scout, Consiglieri di opposizione, le associazioni del territorio e gli studenti che hanno urlato il loro "no" alla mafia, al crimine organizzato che inghiotte ogni anno vite innocenti e fette importanti dell'economia nazionale e meridionale in particolare.
«Mattinata freddissima a Foggia riscaldata dalle parole di don Ciotti che, ancora una volta, ha parlato dell'importanza del "noi" piuttosto che dell'"io", dell'importanza dell'essere uniti e coesi nel rigettare e contrastare il fenomeno mafioso - ha commentato il Sindaco Depalma -. Sono riuscito a incontrare, nonostante le migliaia di persone presenti, anche la rappresentanza dei nostri studenti del Liceo "Matteo Spinelli" e delle scuole secondarie inferiori "Marconi" e "Buonarroti", provati dal freddo, ma consapevoli dell'importanza dell'evento che avevano vissuto. Una mattinata straordinaria nella quale, con centinaia di rappresentanti istituzionali, abbiamo ribadito il nostro no forte e chiaro alla mafia e a qualsiasi forma di malaffare».
Subito dopo il rientro dal capoluogo dauno, ci ha rilasciato una dichiarazione Alfonso Arbore, il quale ha rimarcato le emozioni vissute in una giornata in cui il calore degli uomini, fuor di retorica, ha attenuato il freddo meteorologico, ma ha anche voluto andare oltre, facendo qualche considerazione più amara.
«Per me è stata la prima volta e l'aspetto che mi ha fatto più orrore è stato ascoltare gli oltre novecento nomi scanditi di vittime innocenti delle mafie - ci ha detto -. Un sentimento mitigato dalla presenza di tanti giovani da ogni parte d'Italia ed anche della nostra cittadina, simbolo di speranza. Eravamo oltre 40.000 ed hanno marciato con noi, con tanta gioia e voglia di vedere un Paese nuovo, diverso. E per diverso - ha continuato - intendo dire una nazione che non si basi più sulle tante chiacchiere della politica dell'antimafia, ma che lotta convintamente contro i mafiosi. Che non ci sia più demagogia - ha rimarcato -, che le marce, per quanto significative, abbiano poi un seguito.
Per quanto riguarda Giovinazzo - ha evidenziato - sottolineo la mancanza di un numero adeguato di uomini delle forze dell'ordine, richiamando tuttavia cittadinanza e soprattutto noi amministratori a fare la nostra parte in tema di legalità. Ma resta un punto ineludibile: è lo Stato che deve investire, dando la possibilità alla gente di stare tranquilla, di non essere preda del crimine e soprattutto di evitare che quel crimine organizzato soffochi l'economia, creando sacche di disperazione ed evitando che il benessere possa diffondersi».
Nella città di Foggia ha sfilato anche il gonfalone della città di Giovinazzo, con una rappresentanza del Corpo di Polizia Locale, dietro cui c'erano il Presidente del Consiglio comunale, Alfonso Arbore, ed il referente cittadino di Avviso Pubblico, il Consigliere Pietro Sifo, poi raggiunti dal Sindaco, Tommaso Depalma e dall'Assessore alla Legalità, Michele Sollecito (insieme con le scolaresche nella foto in home).
Con loro gli scout, Consiglieri di opposizione, le associazioni del territorio e gli studenti che hanno urlato il loro "no" alla mafia, al crimine organizzato che inghiotte ogni anno vite innocenti e fette importanti dell'economia nazionale e meridionale in particolare.
«Mattinata freddissima a Foggia riscaldata dalle parole di don Ciotti che, ancora una volta, ha parlato dell'importanza del "noi" piuttosto che dell'"io", dell'importanza dell'essere uniti e coesi nel rigettare e contrastare il fenomeno mafioso - ha commentato il Sindaco Depalma -. Sono riuscito a incontrare, nonostante le migliaia di persone presenti, anche la rappresentanza dei nostri studenti del Liceo "Matteo Spinelli" e delle scuole secondarie inferiori "Marconi" e "Buonarroti", provati dal freddo, ma consapevoli dell'importanza dell'evento che avevano vissuto. Una mattinata straordinaria nella quale, con centinaia di rappresentanti istituzionali, abbiamo ribadito il nostro no forte e chiaro alla mafia e a qualsiasi forma di malaffare».
Subito dopo il rientro dal capoluogo dauno, ci ha rilasciato una dichiarazione Alfonso Arbore, il quale ha rimarcato le emozioni vissute in una giornata in cui il calore degli uomini, fuor di retorica, ha attenuato il freddo meteorologico, ma ha anche voluto andare oltre, facendo qualche considerazione più amara.
«Per me è stata la prima volta e l'aspetto che mi ha fatto più orrore è stato ascoltare gli oltre novecento nomi scanditi di vittime innocenti delle mafie - ci ha detto -. Un sentimento mitigato dalla presenza di tanti giovani da ogni parte d'Italia ed anche della nostra cittadina, simbolo di speranza. Eravamo oltre 40.000 ed hanno marciato con noi, con tanta gioia e voglia di vedere un Paese nuovo, diverso. E per diverso - ha continuato - intendo dire una nazione che non si basi più sulle tante chiacchiere della politica dell'antimafia, ma che lotta convintamente contro i mafiosi. Che non ci sia più demagogia - ha rimarcato -, che le marce, per quanto significative, abbiano poi un seguito.
Per quanto riguarda Giovinazzo - ha evidenziato - sottolineo la mancanza di un numero adeguato di uomini delle forze dell'ordine, richiamando tuttavia cittadinanza e soprattutto noi amministratori a fare la nostra parte in tema di legalità. Ma resta un punto ineludibile: è lo Stato che deve investire, dando la possibilità alla gente di stare tranquilla, di non essere preda del crimine e soprattutto di evitare che quel crimine organizzato soffochi l'economia, creando sacche di disperazione ed evitando che il benessere possa diffondersi».