Eventi e cultura
Giovinazzo e Molfetta unite nella cultura grazie al FAI
Oltre 800 visitatori da tutta la regione per le Giornate d'Autunno svoltesi nello scorso fine settimana
Giovinazzo - mercoledì 20 ottobre 2021
Comunicato Stampa
800 visitatori sabato 16 e domenica 17 ottobre per le Giornate FAI d'Autunno a Giovinazzo e Molfetta.
L'evento nazionale di apertura e promozione dei luoghi della cultura e delle architetture del paese, è finalizzato alla raccolta di fondi utili per il restauro e la valorizzazione dei beni gestiti direttamente dalla Fondazione.
Si è trattata della decima edizione durante la quale con la presenza dei numerosi volontari, sono stati aperti al pubblico oltre 600 luoghi, in 300 città: il filo conduttore delle aperture di questa edizione ha riguardato la memoria ed il carattere militare di 42 di questi luoghi in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto, ricorrenza per la quale è stato sottoscritto un protocollo tra del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate e Fondo per l'Ambiente Italiano.
Questa indicazione ha riguardato anche il Gruppo FAI di Giovinazzo con l'apertura della Vedetta sul Mediterraneo, struttura in pietra, realizzata nel 1920 a cura della Regia Marina come presidio militare, inizialmente adibita a telegrafo e successivamente come fanale marittimo presidiato nel secondo dopoguerra dai militari tedeschi. In questa circostanza e grazie alla disponibilità della Associazione Onlus "Vedetta sul Mediterraneo" e del suo presidente Nicolò Carnimeo, dal piazzale del Fortino aragonese su cui si eleva il corpo della Vedetta i narratori e volontari narratori hanno potuto illustrare agli oltre 700 visitatori intervenuti i punti preminenti della città storica. Attraverso le postazioni istituite dai volontari si è articolato un racconto ricco di notazioni storiche, fonti documentarie e suggestioni, che a partire dal periodo romano dell'Imperatore Traiano corrispondente al 274 d.c. anno di fondazione delle mura urbane, ha toccato il periodo normanno-svevo con la Concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta ed il Palazzo Ducale. In particolare è stato illustrato il recupero parziale della balconata continua in pietra che prospetta sul fronte posteriore a mare, visibile dal piazzale della Vedetta. In ultimo attraverso un video sono state illustrate la storia e le attività ed i servizi svolti all'interno della vedetta a cura della "Associazione Vedetta sul Mediterraneo", come la funzione di bibliomediateca con oltre 4000 volumi dedicati al mare, e le occasioni di promozione della letteratura di mare e di tutela della risorsa marina. Non senza alcuni riferimenti alla marineria locale ed al porto antistante, una cala naturale larga 80 mt e profonda 100, base per traffici commerciali con il Gargano, la penisola dalmata e la Repubblica di Venezia.
I numerosissimi visitatori registrati sono giunti da molti centri della Puglia (Venosa, Martina Franca, Andria, Spinazzola) e da fuori regione, insieme ai turisti stranieri di passaggio come tedeschi, inglesi, olandesi e perfino due israeliani, incuriositi dalla circostanza e dalla bellezza del paesaggio marino, supportati dai nostri volontari che si sono espressi anche in lingua inglese.
I volontari di Molfetta hanno invece illustrato quella che oggi è nota come Piazza Garibaldi e villa comunale; l'interesse per questo luogo riviene nel corso dei primi anni del 1800 quando l'amministrazione comunale proprietaria di buona parte dei suoli adibiti ad orti urbani, malsani ed in cattivo stato di manutenzione, decide di riconnettere la citta storica ed il mare con quella che si prefigurava come l'espansione moderna della citta intorno al Corso Umberto ed alla Stazione ferroviaria. Il progetto di sistemazione a piazza urbana sarà affidato nel 1830 all'architetto Mastropasqua, e successivamente alla sua morte all'architetto De Iudicibus, che nel 1862 consegnerà anche i disegni della quinta urbana in stile neoclassico. Sono elementi di interesse, oltre alle essenze naturali tipiche di queste piazze del Sud d'Italia come pini, lecci, ulivi, siepi di bosso e pitosforo, la presenza di una statuaria di ottima fattura realizzata da artisti di questo periodo, rappresentata da busti in bronzo ed in pietra calcarea dedicati a uomini illustri della nazione, alcuni nativi di Molfetta, come l'intellettuale socialista ed antifascista Gaetano Salvemini, o il sindacalista Giuseppe di Vittorio, oltre a scienziati medici ed un vescovo promotore della realizzazione del preventorio cittadino. Non ultimo il busto dedicato al generale rivoluzionario sudamericano Simon Bolivar, dono di due emigrati molfettesi per l'accoglienza ricevuta dal Venezuela nella loro esperienza di lavoro come migranti.
In entrambi i Comuni vi è stata una cospicua raccolta di fondi in questa edizione che è coincisa con un ritorno ad aperture ordinarie dopo le limitazioni dovute alla pandemia (pur verificando il possesso del green pass a ciascun visitatore ed il richiamo ad indossare le mascherine previste per legge).
L'evento nazionale di apertura e promozione dei luoghi della cultura e delle architetture del paese, è finalizzato alla raccolta di fondi utili per il restauro e la valorizzazione dei beni gestiti direttamente dalla Fondazione.
Si è trattata della decima edizione durante la quale con la presenza dei numerosi volontari, sono stati aperti al pubblico oltre 600 luoghi, in 300 città: il filo conduttore delle aperture di questa edizione ha riguardato la memoria ed il carattere militare di 42 di questi luoghi in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto, ricorrenza per la quale è stato sottoscritto un protocollo tra del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate e Fondo per l'Ambiente Italiano.
LA VEDETTA SUL MEDITERRANEO A GIOVINAZZO
Questa indicazione ha riguardato anche il Gruppo FAI di Giovinazzo con l'apertura della Vedetta sul Mediterraneo, struttura in pietra, realizzata nel 1920 a cura della Regia Marina come presidio militare, inizialmente adibita a telegrafo e successivamente come fanale marittimo presidiato nel secondo dopoguerra dai militari tedeschi. In questa circostanza e grazie alla disponibilità della Associazione Onlus "Vedetta sul Mediterraneo" e del suo presidente Nicolò Carnimeo, dal piazzale del Fortino aragonese su cui si eleva il corpo della Vedetta i narratori e volontari narratori hanno potuto illustrare agli oltre 700 visitatori intervenuti i punti preminenti della città storica. Attraverso le postazioni istituite dai volontari si è articolato un racconto ricco di notazioni storiche, fonti documentarie e suggestioni, che a partire dal periodo romano dell'Imperatore Traiano corrispondente al 274 d.c. anno di fondazione delle mura urbane, ha toccato il periodo normanno-svevo con la Concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta ed il Palazzo Ducale. In particolare è stato illustrato il recupero parziale della balconata continua in pietra che prospetta sul fronte posteriore a mare, visibile dal piazzale della Vedetta. In ultimo attraverso un video sono state illustrate la storia e le attività ed i servizi svolti all'interno della vedetta a cura della "Associazione Vedetta sul Mediterraneo", come la funzione di bibliomediateca con oltre 4000 volumi dedicati al mare, e le occasioni di promozione della letteratura di mare e di tutela della risorsa marina. Non senza alcuni riferimenti alla marineria locale ed al porto antistante, una cala naturale larga 80 mt e profonda 100, base per traffici commerciali con il Gargano, la penisola dalmata e la Repubblica di Venezia.I numerosissimi visitatori registrati sono giunti da molti centri della Puglia (Venosa, Martina Franca, Andria, Spinazzola) e da fuori regione, insieme ai turisti stranieri di passaggio come tedeschi, inglesi, olandesi e perfino due israeliani, incuriositi dalla circostanza e dalla bellezza del paesaggio marino, supportati dai nostri volontari che si sono espressi anche in lingua inglese.
PIAZZA GARIBALDI A MOLFETTA
I volontari di Molfetta hanno invece illustrato quella che oggi è nota come Piazza Garibaldi e villa comunale; l'interesse per questo luogo riviene nel corso dei primi anni del 1800 quando l'amministrazione comunale proprietaria di buona parte dei suoli adibiti ad orti urbani, malsani ed in cattivo stato di manutenzione, decide di riconnettere la citta storica ed il mare con quella che si prefigurava come l'espansione moderna della citta intorno al Corso Umberto ed alla Stazione ferroviaria. Il progetto di sistemazione a piazza urbana sarà affidato nel 1830 all'architetto Mastropasqua, e successivamente alla sua morte all'architetto De Iudicibus, che nel 1862 consegnerà anche i disegni della quinta urbana in stile neoclassico. Sono elementi di interesse, oltre alle essenze naturali tipiche di queste piazze del Sud d'Italia come pini, lecci, ulivi, siepi di bosso e pitosforo, la presenza di una statuaria di ottima fattura realizzata da artisti di questo periodo, rappresentata da busti in bronzo ed in pietra calcarea dedicati a uomini illustri della nazione, alcuni nativi di Molfetta, come l'intellettuale socialista ed antifascista Gaetano Salvemini, o il sindacalista Giuseppe di Vittorio, oltre a scienziati medici ed un vescovo promotore della realizzazione del preventorio cittadino. Non ultimo il busto dedicato al generale rivoluzionario sudamericano Simon Bolivar, dono di due emigrati molfettesi per l'accoglienza ricevuta dal Venezuela nella loro esperienza di lavoro come migranti.In entrambi i Comuni vi è stata una cospicua raccolta di fondi in questa edizione che è coincisa con un ritorno ad aperture ordinarie dopo le limitazioni dovute alla pandemia (pur verificando il possesso del green pass a ciascun visitatore ed il richiamo ad indossare le mascherine previste per legge).