Politica
IMU e TARI: «Conferme scandalose ed imbarazzanti»
Il Comitato per la Salute Pubblica replica all'assessore Pansini
Giovinazzo - domenica 19 giugno 2016
15.11
Continua a far discutere la determinazione delle tariffe IMU e TARI. Questa volta a replicare all'Amministrazione comunale ed all'assessore Antonia Pansini è il Comitato per la Salute Pubblica, coordinato da Luigi Beltempo e Santo Restivo.
«La dottoressa Antonia Pansini - scrivono-, assessore al Bilancio del Comune di Giovinazzo, ha voluto rispondere ai quesiti che in molti, noi compresi, avevamo avanzato, sottolineando errori commessi dall'Amministrazione Depalma nella determinazione, in particolare, delle aliquote IMU sui contratti di locazione a canone concordato. Sulla questione principale che noi avevamo posto – se la riduzione del 25% si applica all'aliquota dell'anno scorso del 6,6 per mille o a quella decisa quest'anno del 9,6 – l'assessora rende noto fondamentalmente che l'amministrazione Depalma ha deciso di "sottoporre apposito quesito al Dipartimento delle Finanze"».
«Come sarebbe? - si chiedono quelli del Comitato -. Il Dipartimento delle Finanze ha già risposto pubblicamente fin dal 28 gennaio 2016 ad analogo quesito nel corso di un pubblico convegno, come si evince dal documento "Telefisco" che ogni cittadino può agevolmente ricercare e scaricare dal sito del Dipartimento. E nello stesso senso vanno tutte le delibere di altri Comuni, in particolare quella del Comune di Bari, anch'essa pubblica. Del resto la stessa assessora è costretta ad ammettere– solo ora, però - che la legge di Stabilità all'art.1, comma 26 (L.28 dicembre 2015) dispone l'inefficacia di ogni possibile aumento deliberato in materia dagli Enti locali rispetto al 2015. Peccato che di questa inefficacia - come anche della possibilità di pagare la rata del 16 giugno in base alle aliquote dell'anno precedente (altra stranezza ora sottolineata) - l'amministrazione Depalma o l'assessore Pansini non abbia fatto menzione alcuna né nella delibera comunale di determinazione del tributo né nella lettera inviata a tutti i contribuenti. In quest'ultima in particolare si legge letteralmente anche a proposito dell'IMU in questione che: "Con delibera del Consiglio Comunale n. 22 del 30/04/2016, sono state stabilite le seguenti aliquote valide per il versamento del 2016: …. 9,6 per mille"».
Poi l'attacco frontale: «Questo è quanto l'Amministrazione Depalma ha comunicato pubblicamente ai cittadini. Non altro! Cosa deve fare il contribuente? - è l'interrogativo del coordinamento-. Leggere e comportarsi di conseguenza o interpretare liberamente? Ora l'assessore, in risposta ai pubblici rilievi, cincischia, cita leggi del 2011 che dovrebbero "derogare" a leggi del 2016 (quando mai si è visto che una norma passata deroga a quelle future?) e soprattutto si fa beffe dei cittadini.
Infatti, prova a mettere le mani avanti dicendo letteralmente che "eventuali correzioni saranno da applicare nella rata a saldo del 16-12-2016". Insomma, pazienza se il cittadino a giugno sarà stato costretto a pagare di più. Potrà rifarsi a fine anno. Strano modo di ragionare - è il commento - e di riconoscere i diritti dei contribuenti: intanto il Comune fa cassa e ingrassa a loro spese».
Dal Comitato ritengono inoltre che in coda alla risposta dell'assessore vi sia il "veleno". «Chiudendo la sua risposta - evidenziano - l'assessore arriva a minacciare "l'attivazione urgente di un controllo della Guardia di Finanza presso tutti gli attori che si interfacciano nella stipula dei contratti di locazione a canone concordato: parlo di proprietari, agenzie immobiliari ecc. Sempre più spesso si tende ad eludere il fisco da un lato stipulando un contratto di locazione a canone concordato atto a far pagare meno tributi ai proprietari e a normalizzare un contratto di locazione, dall'altro si concorda con gli affittuari una somma da pagare a nero. Scoveremo questi evasori".
Propositi inquietanti - sentenziano -, conditi con affermazioni di pura diffamazione. Da quali fonti e prove l'assessore ricava questa particolare pericolosità fiscale e sociale di coloro che ricorrono ai canoni concordati? Saranno alla ricerca anche di un vantaggio fiscale, ma con un indubbio effetto di calmiere sugli affitti (oltre che con il carico di controlli accentuati da parte tanto degli uffici tributari quanto del locale esattore).
Preferisce l'assessore solo i canoni di libero mercato, che sicuramente hanno un qualche effetto spiacevole sui bilanci delle famiglie? E tra chi sceglie il libero mercato non ci sono coloro che non dichiarano affatto alcun fitto o dichiarano fitti nettamente inferiori a quelli percepiti? Niente controlli per costoro? E l'assessore - chiosano - non manda la Guardia di Finanza a coloro che pubblicamente dichiarano meno redditi dei loro dipendenti o non ne dichiarano affatto, magari girando in SUV o in Porsche?».
In conclusione altri interrogativi tra l'ironico e l'amaro rivolti ad Antonia Pansini ed agli amministratori: «Solo ora rivolge quesiti al Ministero. E prima? Solo ora sottolinea che non è possibile aumentare le tariffe rispetto al 2015. E prima?».
Ovviamente ai diretti interessati possibilità di replica.
«La dottoressa Antonia Pansini - scrivono-, assessore al Bilancio del Comune di Giovinazzo, ha voluto rispondere ai quesiti che in molti, noi compresi, avevamo avanzato, sottolineando errori commessi dall'Amministrazione Depalma nella determinazione, in particolare, delle aliquote IMU sui contratti di locazione a canone concordato. Sulla questione principale che noi avevamo posto – se la riduzione del 25% si applica all'aliquota dell'anno scorso del 6,6 per mille o a quella decisa quest'anno del 9,6 – l'assessora rende noto fondamentalmente che l'amministrazione Depalma ha deciso di "sottoporre apposito quesito al Dipartimento delle Finanze"».
«Come sarebbe? - si chiedono quelli del Comitato -. Il Dipartimento delle Finanze ha già risposto pubblicamente fin dal 28 gennaio 2016 ad analogo quesito nel corso di un pubblico convegno, come si evince dal documento "Telefisco" che ogni cittadino può agevolmente ricercare e scaricare dal sito del Dipartimento. E nello stesso senso vanno tutte le delibere di altri Comuni, in particolare quella del Comune di Bari, anch'essa pubblica. Del resto la stessa assessora è costretta ad ammettere– solo ora, però - che la legge di Stabilità all'art.1, comma 26 (L.28 dicembre 2015) dispone l'inefficacia di ogni possibile aumento deliberato in materia dagli Enti locali rispetto al 2015. Peccato che di questa inefficacia - come anche della possibilità di pagare la rata del 16 giugno in base alle aliquote dell'anno precedente (altra stranezza ora sottolineata) - l'amministrazione Depalma o l'assessore Pansini non abbia fatto menzione alcuna né nella delibera comunale di determinazione del tributo né nella lettera inviata a tutti i contribuenti. In quest'ultima in particolare si legge letteralmente anche a proposito dell'IMU in questione che: "Con delibera del Consiglio Comunale n. 22 del 30/04/2016, sono state stabilite le seguenti aliquote valide per il versamento del 2016: …. 9,6 per mille"».
Poi l'attacco frontale: «Questo è quanto l'Amministrazione Depalma ha comunicato pubblicamente ai cittadini. Non altro! Cosa deve fare il contribuente? - è l'interrogativo del coordinamento-. Leggere e comportarsi di conseguenza o interpretare liberamente? Ora l'assessore, in risposta ai pubblici rilievi, cincischia, cita leggi del 2011 che dovrebbero "derogare" a leggi del 2016 (quando mai si è visto che una norma passata deroga a quelle future?) e soprattutto si fa beffe dei cittadini.
Infatti, prova a mettere le mani avanti dicendo letteralmente che "eventuali correzioni saranno da applicare nella rata a saldo del 16-12-2016". Insomma, pazienza se il cittadino a giugno sarà stato costretto a pagare di più. Potrà rifarsi a fine anno. Strano modo di ragionare - è il commento - e di riconoscere i diritti dei contribuenti: intanto il Comune fa cassa e ingrassa a loro spese».
Dal Comitato ritengono inoltre che in coda alla risposta dell'assessore vi sia il "veleno". «Chiudendo la sua risposta - evidenziano - l'assessore arriva a minacciare "l'attivazione urgente di un controllo della Guardia di Finanza presso tutti gli attori che si interfacciano nella stipula dei contratti di locazione a canone concordato: parlo di proprietari, agenzie immobiliari ecc. Sempre più spesso si tende ad eludere il fisco da un lato stipulando un contratto di locazione a canone concordato atto a far pagare meno tributi ai proprietari e a normalizzare un contratto di locazione, dall'altro si concorda con gli affittuari una somma da pagare a nero. Scoveremo questi evasori".
Propositi inquietanti - sentenziano -, conditi con affermazioni di pura diffamazione. Da quali fonti e prove l'assessore ricava questa particolare pericolosità fiscale e sociale di coloro che ricorrono ai canoni concordati? Saranno alla ricerca anche di un vantaggio fiscale, ma con un indubbio effetto di calmiere sugli affitti (oltre che con il carico di controlli accentuati da parte tanto degli uffici tributari quanto del locale esattore).
Preferisce l'assessore solo i canoni di libero mercato, che sicuramente hanno un qualche effetto spiacevole sui bilanci delle famiglie? E tra chi sceglie il libero mercato non ci sono coloro che non dichiarano affatto alcun fitto o dichiarano fitti nettamente inferiori a quelli percepiti? Niente controlli per costoro? E l'assessore - chiosano - non manda la Guardia di Finanza a coloro che pubblicamente dichiarano meno redditi dei loro dipendenti o non ne dichiarano affatto, magari girando in SUV o in Porsche?».
In conclusione altri interrogativi tra l'ironico e l'amaro rivolti ad Antonia Pansini ed agli amministratori: «Solo ora rivolge quesiti al Ministero. E prima? Solo ora sottolinea che non è possibile aumentare le tariffe rispetto al 2015. E prima?».
Ovviamente ai diretti interessati possibilità di replica.