Cronaca
Giovinazzese salva per miracolo nella ressa di piazza San Carlo
Il suo racconto: «Vissuto qualcosa di terribile, non ho mai visto tanto sangue e tanti feriti»
Giovinazzo - lunedì 5 giugno 2017
06.00
Un'esperienza che non si dimentica facilmente, che lascia il segno per la paura di non farcela ed il terrore nel vedere tanta gente ferita.
A raccontarcela è stata Marienza, una designer giovinazzese di talento presente sabato sera in piazza San Carlo, a Torino, per assistere alla finale di Champions League persa dalla Juventus per 4-1 con il Real Madrid. Quella piazza in cui ci sono stati oltre 1.500 feriti per la ressa creata forse solo dallo scoppio di un petardo.
Marienza è nel capoluogo piemontese da diversi anni per lavoro e con il suo ragazzo, Michele Fabio, voleva solo divertirsi ed assistere ad una partita di calcio. Lei la conosciamo fin troppo bene e col suo carattere gioviale avrebbe fatto fatica a pensare ad una piazza in festa come ad una possibile occasione per provare terrore.
Eppure, poco dopo le 22.00, è stata travolta dalla folla impaurita, forse da un rumore simile ad uno scoppio, ed ha perso una scarpa. Si è salvata dall'essere calpestata solo perché il fidanzato, coraggiosamente, l'ha presa in braccio dopo essere caduta ed ha corso nella direzione in cui tutti scappavano.
In un post apparso su Facebook, Marienza ha spiegato quelle sensazioni terribili: «Cosa ho vissuto ieri sera (sabato,ndr) è qualcosa di terribile, non ho mai visto tanto sangue e tanti feriti. Sto bene grazie a Michele Fabio che mi ha raccolta da terra e caricata in spalla portandomi in salvo perché avevo perso una scarpa.
Il terrore ha vinto - è poi la sua amara riflessione - e dobbiamo chiuderci in casa e non partecipare più a nulla. Solo in questo modo daremo un messaggio! Sarà un piccolo sacrificio ad investimento per cercare di stare bene in futuro. Perché se continuiamo a far finta di nulla - è la sua idea dopo la bruttissima esperienza -non risolveremo nulla, anzi, per ogni minima stupidaggine sarà sempre peggio. In questo momento spero che la Juve stia accanto a chi non è stato fortunato come noi».
Il riferimento è alle persone che versano in gravi condizioni, tra cui un bimbo di 7 anni, per il cedimento di una ringhiera che dava sulle scale di accesso ad un parcheggio sotterraneo a piazza San Carlo.
Noi abbiamo poi contattato Marienza per chiederle come stesse e se anche lei avesse sentito quel botto, quel rumore forte: «Ho sentito solo un rumore tipo pompa che gonfia i palloncini, quando si fa fluire il gas. Poi la gente ha iniziato a correre. Qualcuno diceva di aver visto un bagliore: io ho visto solo panico e tanto sangue».
Sangue dei feriti, più di 1.500, soprattutto per i tagli dovuti alla corsa sul tappeto di bottiglie di vetro sparse sulla piazza (vi era un divieto del Sindaco Appendino non rispettato).
L'esperienza vissuta da Marienza, che spera il suo racconto serva a fare chiarezza, è comune a quella di tanti altri pugliesi presenti lì, quando tutto è accaduto apparentemente senza motivo. Ma se qualcuno ha generato quel panico, allora dovrà risponderne seriamente davanti alle autorità competenti, sperando sia individuato al più presto. Ed in questo senso qualche segnale è arrivato, secondo fonti giornalistiche, già nella serata di ieri.
I piccoli dolori post ressa di Marienza passeranno in fretta. A lei ed al fidanzato, invece, resteranno a lungo dentro i segni indelebili di una serata di festa trasformata in una quasi tragedia dalle dimensioni abnormi.
A raccontarcela è stata Marienza, una designer giovinazzese di talento presente sabato sera in piazza San Carlo, a Torino, per assistere alla finale di Champions League persa dalla Juventus per 4-1 con il Real Madrid. Quella piazza in cui ci sono stati oltre 1.500 feriti per la ressa creata forse solo dallo scoppio di un petardo.
Marienza è nel capoluogo piemontese da diversi anni per lavoro e con il suo ragazzo, Michele Fabio, voleva solo divertirsi ed assistere ad una partita di calcio. Lei la conosciamo fin troppo bene e col suo carattere gioviale avrebbe fatto fatica a pensare ad una piazza in festa come ad una possibile occasione per provare terrore.
Eppure, poco dopo le 22.00, è stata travolta dalla folla impaurita, forse da un rumore simile ad uno scoppio, ed ha perso una scarpa. Si è salvata dall'essere calpestata solo perché il fidanzato, coraggiosamente, l'ha presa in braccio dopo essere caduta ed ha corso nella direzione in cui tutti scappavano.
In un post apparso su Facebook, Marienza ha spiegato quelle sensazioni terribili: «Cosa ho vissuto ieri sera (sabato,ndr) è qualcosa di terribile, non ho mai visto tanto sangue e tanti feriti. Sto bene grazie a Michele Fabio che mi ha raccolta da terra e caricata in spalla portandomi in salvo perché avevo perso una scarpa.
Il terrore ha vinto - è poi la sua amara riflessione - e dobbiamo chiuderci in casa e non partecipare più a nulla. Solo in questo modo daremo un messaggio! Sarà un piccolo sacrificio ad investimento per cercare di stare bene in futuro. Perché se continuiamo a far finta di nulla - è la sua idea dopo la bruttissima esperienza -non risolveremo nulla, anzi, per ogni minima stupidaggine sarà sempre peggio. In questo momento spero che la Juve stia accanto a chi non è stato fortunato come noi».
Il riferimento è alle persone che versano in gravi condizioni, tra cui un bimbo di 7 anni, per il cedimento di una ringhiera che dava sulle scale di accesso ad un parcheggio sotterraneo a piazza San Carlo.
Noi abbiamo poi contattato Marienza per chiederle come stesse e se anche lei avesse sentito quel botto, quel rumore forte: «Ho sentito solo un rumore tipo pompa che gonfia i palloncini, quando si fa fluire il gas. Poi la gente ha iniziato a correre. Qualcuno diceva di aver visto un bagliore: io ho visto solo panico e tanto sangue».
Sangue dei feriti, più di 1.500, soprattutto per i tagli dovuti alla corsa sul tappeto di bottiglie di vetro sparse sulla piazza (vi era un divieto del Sindaco Appendino non rispettato).
L'esperienza vissuta da Marienza, che spera il suo racconto serva a fare chiarezza, è comune a quella di tanti altri pugliesi presenti lì, quando tutto è accaduto apparentemente senza motivo. Ma se qualcuno ha generato quel panico, allora dovrà risponderne seriamente davanti alle autorità competenti, sperando sia individuato al più presto. Ed in questo senso qualche segnale è arrivato, secondo fonti giornalistiche, già nella serata di ieri.
I piccoli dolori post ressa di Marienza passeranno in fretta. A lei ed al fidanzato, invece, resteranno a lungo dentro i segni indelebili di una serata di festa trasformata in una quasi tragedia dalle dimensioni abnormi.