Eventi e cultura
Giornate FAI di Primavera: 7.000 visitatori a Giovinazzo
Soddisfazione della delegazione locale per un risultato oltre le più rosee aspettative
Giovinazzo - martedì 28 marzo 2017
05.00
Che in Italia ed in Puglia ci sia fame di cultura è ormai un fatto acquisito ed a testimoniarlo c'è il dato sulle presenze a Giovinazzo durante le due Giornate FAI di Primavera, andate in scena lo scorso weekend.
Sono stati infatti oltre 7.000 i visitatori che si sono innamorati del Casale detto Torre Rufolo, in agro tra Giovinazzo e Terlizzi, e del centralissimo e sempre affascinante Istituto Vittorio Emanuele II. Soddisfazione è stata espressa dalla locale delegazione FAI, nata nel 2014 e che in questi anni è molto cresciuta in fatto di organizzazione e qualità dei percorsi proposti.
L' architetto Michele Camporeale, coordinatore cittadino, ha concluso che «nella ricorrenza del 25º anno della istituzione delle Giornate di Primavera, la presenza di un così alto numero di visitatori conferma il ruolo del FAI nel portare a conoscenza dei cittadini il valore del patrimonio della nazione, secondo il dettato secondo cui "senza memoria non vi è futuro"».
Di fondamentale importanza si è rivelata, hanno rimarcato dal FAI, la presenza di oltre 70 Apprendisti Ciceroni provenienti dal Liceo Classico -Scientifico "Matteo Spinelli", capaci di condurre al meglio i visitatori lungo i due percorsi.
«La nostra riconoscenza - scrivono dal FAI - va alla Dirigente scolastica, prof.ssa Antonia Speranza, e ai docenti che in queste settimane si sono resi disponibili nell'ospitarci per la formazione dei ragazzi anche oltre l'orario di studio. Tra di loro i professori Mariangela Bavaro, Maria Pappagallo, Gianni Palumbo per il progetto di alternanza scuola-lavoro, coadiuvati da Patrizia Petta, Ilenia Macina, Cristina Caccavo, Giulio Elia, Raffaella Modugno. In questa esperienza è emerso fortemente il senso di appartenenza dei ragazzi al loro territorio - evidenzia ancora una nota - attraverso l'approfondimento della storia dei luoghi da visitare; risalta la loro innata capacità di comunicazione in un ambito specialistico come quello della cultura».
Un altro tassello importante per la riuscita dell'evento lo ha messo il Nucleo di volontariato e Protezione Civile 41 di Bari, coordinato da Vincenzo Dagostino, che ha garantito l'ordine e lo svolgimento senza problema alcuno della due giorni, anche in luoghi in cui non era semplice garantire sicurezza.
Le Giornate FAI di Primavera a Giovinazzo hanno goduto del supporto della Città Metropolitana di Bari, decisiva nell'apertura dell'IVE, di Oliveti d'Italia ed Assoproli Bari, importanti presso Torre Rufolo, e del patrocinio del Comune di Giovinazzo.
Il percorso, articolato tra campagna e centro cittadino, ha permesso ai visitatori di entrare in contatto sia con una realtà rurale strettamente connessa al territorio attraverso la produzione nei secoli di olio, vero oro giallo della zona, sia di angoli del poderoso immobile settecentesco, ex convento dei domenicani, che conserva il suo fascino immutato nonostante decenni di decadenza.
La delegazione FAI di Giovinazzo ha dunque centrato il suo obiettivo principale: far riscoprire tesori non visitabili ogni giorno e ribadire, semmai ve ne fosse bisogno, la centralità dell'aspetto storico-culturale nella crescita (anche economica) di una comunità.
Sono stati infatti oltre 7.000 i visitatori che si sono innamorati del Casale detto Torre Rufolo, in agro tra Giovinazzo e Terlizzi, e del centralissimo e sempre affascinante Istituto Vittorio Emanuele II. Soddisfazione è stata espressa dalla locale delegazione FAI, nata nel 2014 e che in questi anni è molto cresciuta in fatto di organizzazione e qualità dei percorsi proposti.
L' architetto Michele Camporeale, coordinatore cittadino, ha concluso che «nella ricorrenza del 25º anno della istituzione delle Giornate di Primavera, la presenza di un così alto numero di visitatori conferma il ruolo del FAI nel portare a conoscenza dei cittadini il valore del patrimonio della nazione, secondo il dettato secondo cui "senza memoria non vi è futuro"».
Di fondamentale importanza si è rivelata, hanno rimarcato dal FAI, la presenza di oltre 70 Apprendisti Ciceroni provenienti dal Liceo Classico -Scientifico "Matteo Spinelli", capaci di condurre al meglio i visitatori lungo i due percorsi.
«La nostra riconoscenza - scrivono dal FAI - va alla Dirigente scolastica, prof.ssa Antonia Speranza, e ai docenti che in queste settimane si sono resi disponibili nell'ospitarci per la formazione dei ragazzi anche oltre l'orario di studio. Tra di loro i professori Mariangela Bavaro, Maria Pappagallo, Gianni Palumbo per il progetto di alternanza scuola-lavoro, coadiuvati da Patrizia Petta, Ilenia Macina, Cristina Caccavo, Giulio Elia, Raffaella Modugno. In questa esperienza è emerso fortemente il senso di appartenenza dei ragazzi al loro territorio - evidenzia ancora una nota - attraverso l'approfondimento della storia dei luoghi da visitare; risalta la loro innata capacità di comunicazione in un ambito specialistico come quello della cultura».
Un altro tassello importante per la riuscita dell'evento lo ha messo il Nucleo di volontariato e Protezione Civile 41 di Bari, coordinato da Vincenzo Dagostino, che ha garantito l'ordine e lo svolgimento senza problema alcuno della due giorni, anche in luoghi in cui non era semplice garantire sicurezza.
Le Giornate FAI di Primavera a Giovinazzo hanno goduto del supporto della Città Metropolitana di Bari, decisiva nell'apertura dell'IVE, di Oliveti d'Italia ed Assoproli Bari, importanti presso Torre Rufolo, e del patrocinio del Comune di Giovinazzo.
Il percorso, articolato tra campagna e centro cittadino, ha permesso ai visitatori di entrare in contatto sia con una realtà rurale strettamente connessa al territorio attraverso la produzione nei secoli di olio, vero oro giallo della zona, sia di angoli del poderoso immobile settecentesco, ex convento dei domenicani, che conserva il suo fascino immutato nonostante decenni di decadenza.
La delegazione FAI di Giovinazzo ha dunque centrato il suo obiettivo principale: far riscoprire tesori non visitabili ogni giorno e ribadire, semmai ve ne fosse bisogno, la centralità dell'aspetto storico-culturale nella crescita (anche economica) di una comunità.