Politica
Gianni Camporeale la pensa così
Intervista con il Consigliere comunale del PD. Crisi dei partiti tradizionali, stoccate agli amministratori locali e prospettive per il futuro del centrosinistra. Tutto in una chiacchierata
Giovinazzo - martedì 18 settembre 2018
13.15
È lui il "decano" Democratico in Consiglio comunale, l'uomo sempre presente, un ex amministratore prima, una spina nel fianco dell'attuale Giunta, poi.
Gianni Camporeale è l'anima "ex margheritina" del PD giovinazzese e detiene un record di presenze nella massima assise cittadina, segno tangibile del suo impegno ben oltre il ruolo di rappresentanza che è chiamato a ricoprire. La politica per lui è passione, voglia di fare qualcosa di positivo per il territorio, ma è anche battaglie verbali, scontro dialettico con gli avversari, mai però considerati nemici. A lui abbiamo chiesto di dare la sua visione del momento nazionale del suo partito e di farci il quadro della situazione locale dal suo punto di vista. E questo è ciò che ci ha risposto.
La crisi dei partiti tradizionali ha fatto virare, soprattutto un elettorato giovane, su forza nuove come il Movimento 5 Stelle. Che lettura dà del momento politico a livello nazionale del suo partito d'appartenenza? Quali correttivi a suo avviso debbono essere apportati per migliorare il rapporto con la base?
Il Partito Democratico è reduce da una batosta elettorale e dunque è il momento della ricostruzione e soprattutto della ripartenza, non certo del suo superamento. Sono stato il primo segretario cittadino di questo partito, ma, per quanto mi riguarda, non dobbiamo avere alcun preconcetto a porci il problema di cambiare, come Pd, nome, logo e immagine (e comunicazione!) per essere più in sintonia col vento del tempo. Si deve, però, lavorare su un nuovo progetto, si deve innovare la sua identità pur avendo rispetto della sua giovane storia, perché è il momento della necessità di costruire una nuova "alleanza per l'alternativa" che faccia perno su un Pd che funzioni da spazio aggregante, da "campo base", da cui ripartire e che abbia all'interno le forze alla sua sinistra e i moderati, ma anche i corpi intermedi a cominciare dall'associazionismo.
Premesso che molti dei sei milioni di cittadini che avevano votato per il Pd nel 2008, alle recenti votazioni, hanno finito con lo scegliere il Movimento 5 Stelle o sono restati a casa e siccome, credo, che molti di quegli elettori oggi sono certamente in sofferenza per il dominio della Lega sul governo, il Pd è ad essi e a chi non ha votato che deve rivolgersi. Lo deve fare, però, con un partito che si reiventi in una forma politica originale, priva del perenne conflitto interno che ne ha caratterizzato gli ultimi anni, fatto di democratici che devono unirsi e smetterla con la prassi esasperante delle divisioni interne e delle scissioni testimoniali. Quegli elettori non tornano indietro automaticamente e in un periodo storico in cui la società è segnata da una sensazione di precarietà che la domina, dove la paura prevarica la speranza, il Pd, a mio avviso, pur mantenendo deve come prima cosa riappropriarsi del mandato di rappresentanza definendo una proposta in grado di assicurare sicurezza sociale. Per far ciò bisogna ritornare ad "ascoltare la strada", a parlare con la gente, ad ascoltare i loro bisogni per scoprire come si può essere utili alla collettività.
Consigliere, qual è la situazione interna al Partito Democratico giovinazzese dopo le amministrative del 2017 e la ripartenza del dialogo con PrimaVera Alternativa? Quali progetti ci sono e quali obiettivi intendete raggiungere per il futuro a medio termine?
È innegabile che anche la sezione cittadina abbia risentito delle difficoltà attraversate dalla politica nazionale del partito e mi riferisco soprattutto a quel perenne conflitto interno e alle scissioni a cui facevo cenno prima che sicuramente bene non ha fatto all'immagine del nostro partito. Questo, tra le altre cose, non ha consentito di presentarci alle ultime amministrative con una alleanza più allargata, ma di contro, a mio avviso, sta agevolando un processo di rigenerazione del partito specialmente nella forma organizzativa e dell'attività di comunicazione con l'apporto fondamentale di un bel gruppo di ragazzi. Credo che il dialogo con PrimaVera Alternativa abbia avuto solo un'interruzione coincisa con il primo turno delle elezioni amministrative ed il riavvio si sta costruendo su altre basi, ovvero sui contenuti e non su semplici accordi politici.
Restando personalmente sempre convinto dell'idea che il Partito Democratico è nato per unire storie, culture e provenienze diverse e che deve avere un pluralismo di leader e di posizioni, riteniamo che l'obiettivo a medio termine sia quello di amplificare la sua capacità di saper intercettare le esigenze dei cittadini e consolidare la sua posizione di punto di riferimento per la comunità. E posso affermare con soddisfazione che il segretario Mimmo Brancato insieme alla segretaria ed al direttivo sta perseguendo con convinzione e determinazione questa strada.
Veniamo alle cose di casa nostra. Ci racconta cosa è successo nell'ultimo Consiglio comunale, vicenda vista con gli occhi di un membro dell'opposizione? Iannone dice che, nonostante la vostra pregiudiziale fosse legittima, non dovevate uscire al momento del voto. Che ne pensa?
Fermo restando l'importanza del punto all'ordine del giorno alla cui discussione, sono certo, l'intera opposizione avrebbe fornito il proprio contributo, è successo un qualcosa su cui non potevamo certo soprassedere. È stato messo in atto una evidente violazione del Regolamento del Consiglio Comunale, riconosciuta, appunto dalla stessa maggioranza. Ciò che, però, ci ha maggiormente sconcertati è stata la giustificazione addotta, ovvero di non sapere quale commissione convocare, un qualcosa mai udita prima in un consiglio comunale. Hanno, però, poi incaricato l'assessore Depalo con delega ai lavori pubblici di relazionare in consiglio comunale. Ed allora, pur nel dubbio e nell'imbarazzo che li ha pervasi, mi chiedo: "Perché non aver convocato a questo punto la commissione consiliare dei lavori pubblici?". Devo poi contraddire quanto dichiarato dal consigliere Iannone nell'affermare che le opposizioni sono venute in possesso della documentazione con "largo" anticipo, in verità ricevuta il pomeriggio del 29 agosto con il consiglio comunale convocato per il 31 di agosto. Per di più, proprio il sottoscritto, considerata la scadenza del 7 settembre, ha proposto durante l'assise comunale di convocare la commissione consiliare e il consiglio comunale rispettivamente per i giorni 3 e 4 settembre o anche successivi. I tempi, dunque, non erano affatto del tutto stringenti, ma anche tale proposta non è stata accolta dall'intera maggioranza. Credo che quindi di fronte ad una palese e riconosciuta violazione del Regolamento ed al rigetto di una proposta che avrebbe sanato una manifesta superficialità della loro azione amministrativa, non si poteva certo rimanere in aula rendendosi complici di tutto ciò.
In Consiglio comunale si nota una comunanza di intenti con PVA. Crede questo possa essere il viatico per una presentazione in coalizione alle amministrative future?
Credo che parlare oggi di questi discorsi sia davvero prematuro, considerato che si è votato soltanto poco più di un anno fa. Però, come già detto in precedenza, l'attività politica ed amministrativa di opposizione con PVA è comune e la convergenza di intenti e sui contenuti è quasi sempre pressoché totale. Di questo non credo ci sia molto da meravigliarsi, considerato che tanti componenti e simpatizzanti di PVA sono stati in passato elettori e militanti del Partito Democratico. Naturalmente occorrerà consolidare una volontà politica univoca, ma sono persuaso che con il lavoro comune i presupposti per ciò ci saranno tutti, anche perché ho la sensazione che tutto il popolo giovinazzese di centro-sinistra, stanchi di questa amministrazione, ce lo chieda con forza.
Cosa non vi è piaciuto nella gestione del restyling di via Marina? Siete stati molto critici con l'idea di proporre quella inaugurazione in pompa magna.
L'elaborazione e l'esecuzione del progetto di via Marina sono il perfetto emblema dell'inefficienza dell'operato amministrativo della precedente ed attuale maggioranza. Un qualcosa che è iniziato il 2013, l'anno successivo della prima elezione Depalma, e conclusasi soltanto lo scorso luglio, alla faccia della tanto decantata operatività. È stato un continuo cambio di posizioni, di progetti elaborati e poi cambiati, un susseguirsi di delibere, insomma uno sconcertante "andirivieni" procedimentale che ha comportato per la nostra comunità inutili costi e anche non di poco conto. Basti pensare che a fronte di un'opera aggiudicata per 155.563,31 euro, sono stati spesi inutilmente ben circa 96.000 euro per progettazioni poi modificate, scavi, sorveglianza archeologica, indagine GPR, incarichi legali e spese liquidate per la soccombenza nelle cause intentate e vinte dall'azienda vincitrice dell'appalto. Dopo tutto questo spreco dovuto in questo caso a cattiva amministrazione, quasi a mascherare tale imperizia, si sono spesi ulteriori circa 35.000 euro per l'inaugurazione dell'opera, che altro non è stato che la messa in sicurezza della passeggiata storica di via Marina, un intervento che in altri tempi sarebbe rientrato nell'ordinaria attività amministrativa della Città. Cosa principalmente non ci è piaciuto di tutta la storia di via Marina? Aver gettato al vento tanti soldi prelevati dalle tasche dei cittadini.
D1.1. Negli anni in tanti, politici e non, hanno additato il Partito Democratico giovinazzese come il maggiore responsabile politico di quella vicenda. Gli atti giudiziari, in realtà, non sembrano essere andati in quella direzione. Ecco, sull'evoluzione della vicenda cosa pensa? Cosa accadrà e quali le soluzioni possibili a suo avviso per rendere l'area più vivibile?
Innegabilmente una brutta pagina di storia per la nostra Città, ma in cui, come stanno dimostrando gli atti giudiziari, la politica e il Partito Democratico non c'entrano alcunché. O meglio la politica c'entra nel momento in cui ha strumentalizzato la vicenda per perseguire il consenso, giocando sulla pelle e sulla disperazione di tanti concittadini che hanno investito lì i loro capitali. Ricordo ancora quando nel 2012 l'appena eletto sindaco Depalma asseriva di essere intenzionato ad esplorare tutte le soluzioni urbanistiche che potessero divenire un "risorsa" e non un "problema" a questa triste vicenda. Di lì a poco confermava la decisione, già presa dalla precedente amministrazione ed osteggiata durante la campagna elettorale, di costituirsi parte civile nel processo e per poi finire a chiedere un risarcimento milionario ai residenti. Personalmente ho sempre pensato che la politica potesse e possa intervenire ben poco nella vicenda se non quello, come era nelle intenzioni contenute nella delibera approvata dall'amministrazione Natalicchio, di costituirsi parte civile affinché il Comune, quale parte attorea, potesse fiancheggiare e sostenere i residenti. È del tutto evidente che il processo giudiziario deve fare il suo corso fino alla sua ultimazione.
È chiaro anche che l'Amministrazione, da un po' di tempo, è nelle condizioni di poter operare, compatibilmente con le autorizzazioni della magistratura, per rendere l'area più vivibile. Ad oggi, però, constatiamo solo dichiarazioni di buoni propositi, ma che hanno prodotto al momento l'emigrazione di una nota società con tanto di pubbliche e dure critiche rivolte all'Amministrazione per la sua assenza e, mi consta personalmente, anche di un residente che si è trasferito nel centro cittadino, perché stanco di vivere in una zona ritenuta addirittura dannosa per la crescita dei propri figli. A mio avviso è arrivato il momento in cui l'Amministrazione deve dar seguito alle parole con i fatti e adoperarsi concretamente, per lo meno per sistemare la viabilità e l'illuminazione al fine di garantire maggiore vivibilità e sicurezza ai residenti.
Le è stato riconosciuto anche dalla maggioranza di essere un Consigliere infaticabile, un uomo che ha al meglio ricoperto incarichi sia di amministratore sia di oppositore. La lusinga?
Credo che ad ognuno di noi faccia piacere ricevere attestazioni di stima, per di più se, come voi dite, nel mio caso, arrivino da più parti ed in modo trasversale. Penso di essermi guadagnato tale giudizio positivo negli anni attraverso lo studio e l'impegno profuso con tanta passione, sempre e comunque indipendentemente dall'incarico ricoperto nell'attività ammnistrativa e politica.
Chiudiamo con un suo auspicio per il futuro del PD giovinazzese. Ha campo libero, può rivolgersi direttamente ai lettori, ai colleghi Consiglieri, al segretario Mimmo Brancato ed agli iscritti. Cosa sente di dir loro?
Ritengo che il PD giovinazzese, pur risentendo di riflesso dell'attuale problematicità del partito nazionale, continua ad essere un punto di riferimento per la nostra comunità, perché sempre vicino alla gente e pronto ad ascoltare i loro bisogni. Perciò più che un augurio, l'invito che rivolgo al mio segretario Mimmo Brancato e a tutto il popolo dei democratici è quello di rafforzare la prossimità ai problemi dei cittadini con persone in carne ed ossa che ascoltino e lavorino dal basso, perché l'alternativa a quello che c'è è sempre possibile.
Auspico, invece, che ognuno dei lettori, nel limite della sua possibilità e disponibilità, possa dedicare una parte del proprio tempo alla politica della nostra Città per migliorare la vita quotidiana, perché come scriveva Gandhi: "In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica".
Gianni Camporeale è l'anima "ex margheritina" del PD giovinazzese e detiene un record di presenze nella massima assise cittadina, segno tangibile del suo impegno ben oltre il ruolo di rappresentanza che è chiamato a ricoprire. La politica per lui è passione, voglia di fare qualcosa di positivo per il territorio, ma è anche battaglie verbali, scontro dialettico con gli avversari, mai però considerati nemici. A lui abbiamo chiesto di dare la sua visione del momento nazionale del suo partito e di farci il quadro della situazione locale dal suo punto di vista. E questo è ciò che ci ha risposto.
La crisi dei partiti tradizionali ha fatto virare, soprattutto un elettorato giovane, su forza nuove come il Movimento 5 Stelle. Che lettura dà del momento politico a livello nazionale del suo partito d'appartenenza? Quali correttivi a suo avviso debbono essere apportati per migliorare il rapporto con la base?
Il Partito Democratico è reduce da una batosta elettorale e dunque è il momento della ricostruzione e soprattutto della ripartenza, non certo del suo superamento. Sono stato il primo segretario cittadino di questo partito, ma, per quanto mi riguarda, non dobbiamo avere alcun preconcetto a porci il problema di cambiare, come Pd, nome, logo e immagine (e comunicazione!) per essere più in sintonia col vento del tempo. Si deve, però, lavorare su un nuovo progetto, si deve innovare la sua identità pur avendo rispetto della sua giovane storia, perché è il momento della necessità di costruire una nuova "alleanza per l'alternativa" che faccia perno su un Pd che funzioni da spazio aggregante, da "campo base", da cui ripartire e che abbia all'interno le forze alla sua sinistra e i moderati, ma anche i corpi intermedi a cominciare dall'associazionismo.
Premesso che molti dei sei milioni di cittadini che avevano votato per il Pd nel 2008, alle recenti votazioni, hanno finito con lo scegliere il Movimento 5 Stelle o sono restati a casa e siccome, credo, che molti di quegli elettori oggi sono certamente in sofferenza per il dominio della Lega sul governo, il Pd è ad essi e a chi non ha votato che deve rivolgersi. Lo deve fare, però, con un partito che si reiventi in una forma politica originale, priva del perenne conflitto interno che ne ha caratterizzato gli ultimi anni, fatto di democratici che devono unirsi e smetterla con la prassi esasperante delle divisioni interne e delle scissioni testimoniali. Quegli elettori non tornano indietro automaticamente e in un periodo storico in cui la società è segnata da una sensazione di precarietà che la domina, dove la paura prevarica la speranza, il Pd, a mio avviso, pur mantenendo deve come prima cosa riappropriarsi del mandato di rappresentanza definendo una proposta in grado di assicurare sicurezza sociale. Per far ciò bisogna ritornare ad "ascoltare la strada", a parlare con la gente, ad ascoltare i loro bisogni per scoprire come si può essere utili alla collettività.
Consigliere, qual è la situazione interna al Partito Democratico giovinazzese dopo le amministrative del 2017 e la ripartenza del dialogo con PrimaVera Alternativa? Quali progetti ci sono e quali obiettivi intendete raggiungere per il futuro a medio termine?
È innegabile che anche la sezione cittadina abbia risentito delle difficoltà attraversate dalla politica nazionale del partito e mi riferisco soprattutto a quel perenne conflitto interno e alle scissioni a cui facevo cenno prima che sicuramente bene non ha fatto all'immagine del nostro partito. Questo, tra le altre cose, non ha consentito di presentarci alle ultime amministrative con una alleanza più allargata, ma di contro, a mio avviso, sta agevolando un processo di rigenerazione del partito specialmente nella forma organizzativa e dell'attività di comunicazione con l'apporto fondamentale di un bel gruppo di ragazzi. Credo che il dialogo con PrimaVera Alternativa abbia avuto solo un'interruzione coincisa con il primo turno delle elezioni amministrative ed il riavvio si sta costruendo su altre basi, ovvero sui contenuti e non su semplici accordi politici.
Restando personalmente sempre convinto dell'idea che il Partito Democratico è nato per unire storie, culture e provenienze diverse e che deve avere un pluralismo di leader e di posizioni, riteniamo che l'obiettivo a medio termine sia quello di amplificare la sua capacità di saper intercettare le esigenze dei cittadini e consolidare la sua posizione di punto di riferimento per la comunità. E posso affermare con soddisfazione che il segretario Mimmo Brancato insieme alla segretaria ed al direttivo sta perseguendo con convinzione e determinazione questa strada.
Veniamo alle cose di casa nostra. Ci racconta cosa è successo nell'ultimo Consiglio comunale, vicenda vista con gli occhi di un membro dell'opposizione? Iannone dice che, nonostante la vostra pregiudiziale fosse legittima, non dovevate uscire al momento del voto. Che ne pensa?
Fermo restando l'importanza del punto all'ordine del giorno alla cui discussione, sono certo, l'intera opposizione avrebbe fornito il proprio contributo, è successo un qualcosa su cui non potevamo certo soprassedere. È stato messo in atto una evidente violazione del Regolamento del Consiglio Comunale, riconosciuta, appunto dalla stessa maggioranza. Ciò che, però, ci ha maggiormente sconcertati è stata la giustificazione addotta, ovvero di non sapere quale commissione convocare, un qualcosa mai udita prima in un consiglio comunale. Hanno, però, poi incaricato l'assessore Depalo con delega ai lavori pubblici di relazionare in consiglio comunale. Ed allora, pur nel dubbio e nell'imbarazzo che li ha pervasi, mi chiedo: "Perché non aver convocato a questo punto la commissione consiliare dei lavori pubblici?". Devo poi contraddire quanto dichiarato dal consigliere Iannone nell'affermare che le opposizioni sono venute in possesso della documentazione con "largo" anticipo, in verità ricevuta il pomeriggio del 29 agosto con il consiglio comunale convocato per il 31 di agosto. Per di più, proprio il sottoscritto, considerata la scadenza del 7 settembre, ha proposto durante l'assise comunale di convocare la commissione consiliare e il consiglio comunale rispettivamente per i giorni 3 e 4 settembre o anche successivi. I tempi, dunque, non erano affatto del tutto stringenti, ma anche tale proposta non è stata accolta dall'intera maggioranza. Credo che quindi di fronte ad una palese e riconosciuta violazione del Regolamento ed al rigetto di una proposta che avrebbe sanato una manifesta superficialità della loro azione amministrativa, non si poteva certo rimanere in aula rendendosi complici di tutto ciò.
In Consiglio comunale si nota una comunanza di intenti con PVA. Crede questo possa essere il viatico per una presentazione in coalizione alle amministrative future?
Credo che parlare oggi di questi discorsi sia davvero prematuro, considerato che si è votato soltanto poco più di un anno fa. Però, come già detto in precedenza, l'attività politica ed amministrativa di opposizione con PVA è comune e la convergenza di intenti e sui contenuti è quasi sempre pressoché totale. Di questo non credo ci sia molto da meravigliarsi, considerato che tanti componenti e simpatizzanti di PVA sono stati in passato elettori e militanti del Partito Democratico. Naturalmente occorrerà consolidare una volontà politica univoca, ma sono persuaso che con il lavoro comune i presupposti per ciò ci saranno tutti, anche perché ho la sensazione che tutto il popolo giovinazzese di centro-sinistra, stanchi di questa amministrazione, ce lo chieda con forza.
Cosa non vi è piaciuto nella gestione del restyling di via Marina? Siete stati molto critici con l'idea di proporre quella inaugurazione in pompa magna.
L'elaborazione e l'esecuzione del progetto di via Marina sono il perfetto emblema dell'inefficienza dell'operato amministrativo della precedente ed attuale maggioranza. Un qualcosa che è iniziato il 2013, l'anno successivo della prima elezione Depalma, e conclusasi soltanto lo scorso luglio, alla faccia della tanto decantata operatività. È stato un continuo cambio di posizioni, di progetti elaborati e poi cambiati, un susseguirsi di delibere, insomma uno sconcertante "andirivieni" procedimentale che ha comportato per la nostra comunità inutili costi e anche non di poco conto. Basti pensare che a fronte di un'opera aggiudicata per 155.563,31 euro, sono stati spesi inutilmente ben circa 96.000 euro per progettazioni poi modificate, scavi, sorveglianza archeologica, indagine GPR, incarichi legali e spese liquidate per la soccombenza nelle cause intentate e vinte dall'azienda vincitrice dell'appalto. Dopo tutto questo spreco dovuto in questo caso a cattiva amministrazione, quasi a mascherare tale imperizia, si sono spesi ulteriori circa 35.000 euro per l'inaugurazione dell'opera, che altro non è stato che la messa in sicurezza della passeggiata storica di via Marina, un intervento che in altri tempi sarebbe rientrato nell'ordinaria attività amministrativa della Città. Cosa principalmente non ci è piaciuto di tutta la storia di via Marina? Aver gettato al vento tanti soldi prelevati dalle tasche dei cittadini.
D1.1. Negli anni in tanti, politici e non, hanno additato il Partito Democratico giovinazzese come il maggiore responsabile politico di quella vicenda. Gli atti giudiziari, in realtà, non sembrano essere andati in quella direzione. Ecco, sull'evoluzione della vicenda cosa pensa? Cosa accadrà e quali le soluzioni possibili a suo avviso per rendere l'area più vivibile?
Innegabilmente una brutta pagina di storia per la nostra Città, ma in cui, come stanno dimostrando gli atti giudiziari, la politica e il Partito Democratico non c'entrano alcunché. O meglio la politica c'entra nel momento in cui ha strumentalizzato la vicenda per perseguire il consenso, giocando sulla pelle e sulla disperazione di tanti concittadini che hanno investito lì i loro capitali. Ricordo ancora quando nel 2012 l'appena eletto sindaco Depalma asseriva di essere intenzionato ad esplorare tutte le soluzioni urbanistiche che potessero divenire un "risorsa" e non un "problema" a questa triste vicenda. Di lì a poco confermava la decisione, già presa dalla precedente amministrazione ed osteggiata durante la campagna elettorale, di costituirsi parte civile nel processo e per poi finire a chiedere un risarcimento milionario ai residenti. Personalmente ho sempre pensato che la politica potesse e possa intervenire ben poco nella vicenda se non quello, come era nelle intenzioni contenute nella delibera approvata dall'amministrazione Natalicchio, di costituirsi parte civile affinché il Comune, quale parte attorea, potesse fiancheggiare e sostenere i residenti. È del tutto evidente che il processo giudiziario deve fare il suo corso fino alla sua ultimazione.
È chiaro anche che l'Amministrazione, da un po' di tempo, è nelle condizioni di poter operare, compatibilmente con le autorizzazioni della magistratura, per rendere l'area più vivibile. Ad oggi, però, constatiamo solo dichiarazioni di buoni propositi, ma che hanno prodotto al momento l'emigrazione di una nota società con tanto di pubbliche e dure critiche rivolte all'Amministrazione per la sua assenza e, mi consta personalmente, anche di un residente che si è trasferito nel centro cittadino, perché stanco di vivere in una zona ritenuta addirittura dannosa per la crescita dei propri figli. A mio avviso è arrivato il momento in cui l'Amministrazione deve dar seguito alle parole con i fatti e adoperarsi concretamente, per lo meno per sistemare la viabilità e l'illuminazione al fine di garantire maggiore vivibilità e sicurezza ai residenti.
Le è stato riconosciuto anche dalla maggioranza di essere un Consigliere infaticabile, un uomo che ha al meglio ricoperto incarichi sia di amministratore sia di oppositore. La lusinga?
Credo che ad ognuno di noi faccia piacere ricevere attestazioni di stima, per di più se, come voi dite, nel mio caso, arrivino da più parti ed in modo trasversale. Penso di essermi guadagnato tale giudizio positivo negli anni attraverso lo studio e l'impegno profuso con tanta passione, sempre e comunque indipendentemente dall'incarico ricoperto nell'attività ammnistrativa e politica.
Chiudiamo con un suo auspicio per il futuro del PD giovinazzese. Ha campo libero, può rivolgersi direttamente ai lettori, ai colleghi Consiglieri, al segretario Mimmo Brancato ed agli iscritti. Cosa sente di dir loro?
Ritengo che il PD giovinazzese, pur risentendo di riflesso dell'attuale problematicità del partito nazionale, continua ad essere un punto di riferimento per la nostra comunità, perché sempre vicino alla gente e pronto ad ascoltare i loro bisogni. Perciò più che un augurio, l'invito che rivolgo al mio segretario Mimmo Brancato e a tutto il popolo dei democratici è quello di rafforzare la prossimità ai problemi dei cittadini con persone in carne ed ossa che ascoltino e lavorino dal basso, perché l'alternativa a quello che c'è è sempre possibile.
Auspico, invece, che ognuno dei lettori, nel limite della sua possibilità e disponibilità, possa dedicare una parte del proprio tempo alla politica della nostra Città per migliorare la vita quotidiana, perché come scriveva Gandhi: "In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica".