Politica
Geosito a Ponente, l'intervento del PD
I Democratici ribadiscono in una nota il loro punto di vista
Giovinazzo - martedì 9 febbraio 2016
«Giovinazzo terra di fascino e cultura millenaria. Quella cultura che un'Amministrazione che si candida al governo della città deve avere bene a cuore ma che prima di avere a cuore dovrebbe conoscere. È doveroso fare una piccola premessa: il PD è totalmente a favore dei lavori di ristrutturazione del lungomare di Levante, lungomare di Ponente e via Marina. Lo testimonia il fatto che tutti i finanziamenti per la realizzazione di queste opere sono targati PD. Viene da sé che quando parliamo di cultura e conoscenza affermiamo che questi lavori li avremmo fatti nel rispetto di quella cultura millenaria che ha formato le nostre genti».
Questo l'incipit di un nuovo comunicato, a firma della Segreteria cittadina del Partito Democratico, che prende posizione su alcuni grandi cantieri avviati a Giovinazzo ed in particolare sul geosito che sarebbe presente a Ponente.
I Democratici, infatti, scrivono: «Ci ritroviamo a registrare tutta una serie di criticità:
- Via Marina, l'epopea del fallimento di questa amministrazione (spesi 65.000 euro per essere tristemente al punto di partenza);
- Lungomare di Levante, ritrovamento delle mura di cinta del centro storico (cosa fare?);
- Lungomare di Ponente, di cui racconteremo in maniera asettica quello che sta succedendo. Uno dei tanti abusi a nostro danno ai quali il sindaco Depalma ci ha abituato».
«Noi non mettiamo sotto accusa i lavori di consolidamento del tratto di costa a rischio idrogeologico sul lungomare di Ponente - ribadiscono dal PD -. L'attenzione - spiegano - la focalizziamo sulla «Rotonda», il luogo dove in questi giorni i lavori appaiono più invasivi. "È un luogo dove insiste un geosito di rilevanza nazionale - queste le nostre accuse - su cui i lavori di consolidamento stanno prevedendo l'uso massiccio del cemento". In effetti secondo la "Carta geologica della Murgia", e secondo una relazione che l'accompagna, quel luogo è formato da "brecce ad intercalasti nel calcare, risalenti al periodo del Cretaceo, il cui colore scuro è attribuibile alla presenza di materia organica che impregnava il sedimento carbonatico". Formazioni rocciose "che - si legge ancora nella relazione redatta dai geologi - permettono di effettuare una correlazione regionale con aree che abbiano registrato lo stesso fenomeno di abbassamento del livello del mare. La falesia è costituita da una successione calcarea stratificata a cui si intercalano tre livelli magnificamente conservati"».
Poi la presa di posizione chiara sulla gestione dell'Amministrazione comunale di tutta la vicenda: «Per questo - sottolinea la Segreteria a guida di Michele Delle Fontane - noi nutriamo delle perplessità riguardo il tipo di intervento per il risanamento del suddetto tratto di costa. Ma questo solo per individuare forme di intervento meno invasive».
I piddini richiamano poi un quesito posto da Depalma sui social: «"L'intero intervento è passato attraverso le maglie di una conferenza di servizi - scriveva - a cui sono stati presenti Enti e tecnici che poi hanno dato il loro benestare. Evidentemente tutto sta procedendo secondo regole che vanno a salvaguardare quell'area anche secondo questo aspetto. È possibile - si chiedeva giorni fa il Sindaco - che tra i tanti tecnici che hanno discusso il progetto in tutte le sue fasi, nessuno sapesse della presenza del geosito? O peggio che nessuno abbia visto preventivamente le carte geologiche?"».
I Democratici attaccano duro e rispondono al quesito di Tommaso Depalma: «Evidentemente no!! Sentiamo di rispondere al Sindaco. Anzi, sicuri di fare cosa gradita per sopperire all'ignoranza (non conoscenza) del primo cittadino, gli vorremmo ricordare che a poche centinaia di metri di distanza vi è un altro geosito di interesse nazionale, in Cala Crocifisso, che insiste sul fondo del mare».
Questa la chiosa, a cui Depalma e la sua squadra potrà eventualmente replicare come nel costume della nostra testata. Resta l'interrogativo sollevato dalle opposizioni (dentro e fuori il Consiglio comunale) circa l'iter da seguire adesso che tutto è venuto a galla. E le loro preoccupazioni coincidono con quelle di molti cittadini.
Questo l'incipit di un nuovo comunicato, a firma della Segreteria cittadina del Partito Democratico, che prende posizione su alcuni grandi cantieri avviati a Giovinazzo ed in particolare sul geosito che sarebbe presente a Ponente.
I Democratici, infatti, scrivono: «Ci ritroviamo a registrare tutta una serie di criticità:
- Via Marina, l'epopea del fallimento di questa amministrazione (spesi 65.000 euro per essere tristemente al punto di partenza);
- Lungomare di Levante, ritrovamento delle mura di cinta del centro storico (cosa fare?);
- Lungomare di Ponente, di cui racconteremo in maniera asettica quello che sta succedendo. Uno dei tanti abusi a nostro danno ai quali il sindaco Depalma ci ha abituato».
«Noi non mettiamo sotto accusa i lavori di consolidamento del tratto di costa a rischio idrogeologico sul lungomare di Ponente - ribadiscono dal PD -. L'attenzione - spiegano - la focalizziamo sulla «Rotonda», il luogo dove in questi giorni i lavori appaiono più invasivi. "È un luogo dove insiste un geosito di rilevanza nazionale - queste le nostre accuse - su cui i lavori di consolidamento stanno prevedendo l'uso massiccio del cemento". In effetti secondo la "Carta geologica della Murgia", e secondo una relazione che l'accompagna, quel luogo è formato da "brecce ad intercalasti nel calcare, risalenti al periodo del Cretaceo, il cui colore scuro è attribuibile alla presenza di materia organica che impregnava il sedimento carbonatico". Formazioni rocciose "che - si legge ancora nella relazione redatta dai geologi - permettono di effettuare una correlazione regionale con aree che abbiano registrato lo stesso fenomeno di abbassamento del livello del mare. La falesia è costituita da una successione calcarea stratificata a cui si intercalano tre livelli magnificamente conservati"».
Poi la presa di posizione chiara sulla gestione dell'Amministrazione comunale di tutta la vicenda: «Per questo - sottolinea la Segreteria a guida di Michele Delle Fontane - noi nutriamo delle perplessità riguardo il tipo di intervento per il risanamento del suddetto tratto di costa. Ma questo solo per individuare forme di intervento meno invasive».
I piddini richiamano poi un quesito posto da Depalma sui social: «"L'intero intervento è passato attraverso le maglie di una conferenza di servizi - scriveva - a cui sono stati presenti Enti e tecnici che poi hanno dato il loro benestare. Evidentemente tutto sta procedendo secondo regole che vanno a salvaguardare quell'area anche secondo questo aspetto. È possibile - si chiedeva giorni fa il Sindaco - che tra i tanti tecnici che hanno discusso il progetto in tutte le sue fasi, nessuno sapesse della presenza del geosito? O peggio che nessuno abbia visto preventivamente le carte geologiche?"».
I Democratici attaccano duro e rispondono al quesito di Tommaso Depalma: «Evidentemente no!! Sentiamo di rispondere al Sindaco. Anzi, sicuri di fare cosa gradita per sopperire all'ignoranza (non conoscenza) del primo cittadino, gli vorremmo ricordare che a poche centinaia di metri di distanza vi è un altro geosito di interesse nazionale, in Cala Crocifisso, che insiste sul fondo del mare».
Questa la chiosa, a cui Depalma e la sua squadra potrà eventualmente replicare come nel costume della nostra testata. Resta l'interrogativo sollevato dalle opposizioni (dentro e fuori il Consiglio comunale) circa l'iter da seguire adesso che tutto è venuto a galla. E le loro preoccupazioni coincidono con quelle di molti cittadini.