Eventi e cultura
Generazioni a confronto: famiglie di ieri e di oggi
Ieri sera l'incontro del corso formativo "Le relazioni familiari"
Giovinazzo - giovedì 19 novembre 2015
11.35
Nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze "Le relazioni familiari" , organizzato dalla Parrocchia di S. Maria Assunta di Giovinazzo, in collaborazione con l'Assessorato alla Solidarietà Sociale e l'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo e con la cattedra di Filosofia Morale, Bioetica ed Etica della Comunicazione dell'Università degli Studi di Bari e il Master in Counseling bioetica e filosofica del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso. Il corso è valido per la formazione giornalistica obbligatoria.
Il sociologo Enzo Fiorentino ha affrontato il difficile tema "Le relazioni tra generazioni in famiglia", quarto incontro del corso di formazione sulle "Relazioni familiari".
Ieri sera in sala San Felice c'è stata una nuova opportunità d'ascolto e riflessione condivisa sulla famiglia, intesa come luogo della relazione per eccellenza. Pur affermando ciò, il sociologo giovinazzese ha constatato che la "famiglia lunga" è un modello di famiglia molto presente nella società odierna, in cui convivono tre diverse generazioni, con visioni di vita assai differenti tra loro.
In questa tipologia di famiglia, gli anziani, la coppia e i figli (molto spesso solo uno, nda) si confrontano tra loro, ma non comunicano sufficientemente; stabilire relazioni è utile per la creazione di un'identità personale, sociale e culturale. Il figlio, in tutto ciò, s'inserisce da bambino, ma difficilmente diviene un adulto responsabile perché, visti gli scenari di crisi lavorativa, con annesse difficoltà economiche, resta e vive con i genitori in una relazione iperprotettiva. Ed in tal modo salta l'identità generazionale.
A ciò si aggiunge la diminuzione di matrimoni e la denatalità: fenomeni, secondo Fiorentino, legati anche ad un futuro incerto che non dà garanzie (ed il passaggio sulla crisi economica ne è una dimostrazione, ndr). In tal modo c'è un "rallentamento generazionale", si perdono modelli di vita e valori. In questo scenario attuale (il riferimento di Fiorentino è stato anche al comma 6 della legge 107 del 13 luglio 2015 sulla "Buona Scuola", ndr), si affaccia, inoltre, la "diversità" ovvero l'allontanamento da un modello tradizionale e culturale di famiglia, con la difficoltà che ne consegue di accettare tali nuovi modelli.
La famiglia resta, comunque, un'istituzione sociale alla base delle relazioni di ogni individuo. Nella famiglia c'è e ci sarà sempre cura ed attenzione responsabile del figlio che va aiutato, nella crescita prima e seguito nelle scelte che compierà, in futuro. «Non dimentichiamo mai - ha affermato il formatore ed educatore Enzo Fiorentino - che i figli vivono di esempi e di questo la famiglia ne è concretamente responsabile». La scuola, dal canto suo, ha una funzione importante; dovrebbe far attenzione non solo alla conquista delle competenze, ma anche alla formazione sana e consapevole dei ragazzi sin dall'infanzia.
Il sociologo, ha citato diversi studiosi e le loro teorie che ampliano il campo sull'argomento, portando poi l'attenzione verso l'attualità, analizzando alcuni aspetti. Ci si è chiesti, infatti, come mai questi giovani, vissuti in Europa, talvolta studenti o addirittura laureati siano diventati terroristi. Fiorentino ha quindi tentato di dare una sua interpretazione, analizzando anche alcuni aspetti del conflitto in atto tra civiltà e tra culture.
La risposta è una ipotesi che si fa concreta: è possibile, come le cronache raccontano, che questi ragazzi non siano mai divenuti adulti davvero, ma siano stati indottrinati e fuorviati, divenendo quasi inconsapevolmente portatori di morte.
Se questo fosse vero, il sociologo ha affermato che può dipendere dal fatto che la famiglia, ad un certo punto del percorso educativo, ha perso le redini. A ciò si unisce la mancanza di personalizzazione della società , di umanizzazione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Anche la politica ha le sue responsabilità, secondo Fiorentino, perché non c'è abbastanza attenzione verso una valorizzazione completa della prima agenzia educativa, che è appunto la famiglia. Questo atteggiamento, questo indirizzo aumenta la mancanza di valorizzazione della "cultura familiare". Il pericolo è che una generazione non diventi mai adulta; nella propria famiglia si sta bene, si resta sempre "forever young" e da ciò deriverebbe una generazione pigra, assuefatta ed a volte attratta da modelli valoriali errati.
La sfida per un futuro sereno e vivibile si vince se si è propositivi. La necessità di modelli e valori comportamentali fanno l'uomo del domani. L'equilibrio nella collaborazione tra scuola, famiglia, politica e società, è l'auspicio espresso a fine serata, porterà ad un futuro sostenibile.
Il sociologo Enzo Fiorentino ha affrontato il difficile tema "Le relazioni tra generazioni in famiglia", quarto incontro del corso di formazione sulle "Relazioni familiari".
Ieri sera in sala San Felice c'è stata una nuova opportunità d'ascolto e riflessione condivisa sulla famiglia, intesa come luogo della relazione per eccellenza. Pur affermando ciò, il sociologo giovinazzese ha constatato che la "famiglia lunga" è un modello di famiglia molto presente nella società odierna, in cui convivono tre diverse generazioni, con visioni di vita assai differenti tra loro.
In questa tipologia di famiglia, gli anziani, la coppia e i figli (molto spesso solo uno, nda) si confrontano tra loro, ma non comunicano sufficientemente; stabilire relazioni è utile per la creazione di un'identità personale, sociale e culturale. Il figlio, in tutto ciò, s'inserisce da bambino, ma difficilmente diviene un adulto responsabile perché, visti gli scenari di crisi lavorativa, con annesse difficoltà economiche, resta e vive con i genitori in una relazione iperprotettiva. Ed in tal modo salta l'identità generazionale.
A ciò si aggiunge la diminuzione di matrimoni e la denatalità: fenomeni, secondo Fiorentino, legati anche ad un futuro incerto che non dà garanzie (ed il passaggio sulla crisi economica ne è una dimostrazione, ndr). In tal modo c'è un "rallentamento generazionale", si perdono modelli di vita e valori. In questo scenario attuale (il riferimento di Fiorentino è stato anche al comma 6 della legge 107 del 13 luglio 2015 sulla "Buona Scuola", ndr), si affaccia, inoltre, la "diversità" ovvero l'allontanamento da un modello tradizionale e culturale di famiglia, con la difficoltà che ne consegue di accettare tali nuovi modelli.
La famiglia resta, comunque, un'istituzione sociale alla base delle relazioni di ogni individuo. Nella famiglia c'è e ci sarà sempre cura ed attenzione responsabile del figlio che va aiutato, nella crescita prima e seguito nelle scelte che compierà, in futuro. «Non dimentichiamo mai - ha affermato il formatore ed educatore Enzo Fiorentino - che i figli vivono di esempi e di questo la famiglia ne è concretamente responsabile». La scuola, dal canto suo, ha una funzione importante; dovrebbe far attenzione non solo alla conquista delle competenze, ma anche alla formazione sana e consapevole dei ragazzi sin dall'infanzia.
Il sociologo, ha citato diversi studiosi e le loro teorie che ampliano il campo sull'argomento, portando poi l'attenzione verso l'attualità, analizzando alcuni aspetti. Ci si è chiesti, infatti, come mai questi giovani, vissuti in Europa, talvolta studenti o addirittura laureati siano diventati terroristi. Fiorentino ha quindi tentato di dare una sua interpretazione, analizzando anche alcuni aspetti del conflitto in atto tra civiltà e tra culture.
La risposta è una ipotesi che si fa concreta: è possibile, come le cronache raccontano, che questi ragazzi non siano mai divenuti adulti davvero, ma siano stati indottrinati e fuorviati, divenendo quasi inconsapevolmente portatori di morte.
Se questo fosse vero, il sociologo ha affermato che può dipendere dal fatto che la famiglia, ad un certo punto del percorso educativo, ha perso le redini. A ciò si unisce la mancanza di personalizzazione della società , di umanizzazione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Anche la politica ha le sue responsabilità, secondo Fiorentino, perché non c'è abbastanza attenzione verso una valorizzazione completa della prima agenzia educativa, che è appunto la famiglia. Questo atteggiamento, questo indirizzo aumenta la mancanza di valorizzazione della "cultura familiare". Il pericolo è che una generazione non diventi mai adulta; nella propria famiglia si sta bene, si resta sempre "forever young" e da ciò deriverebbe una generazione pigra, assuefatta ed a volte attratta da modelli valoriali errati.
La sfida per un futuro sereno e vivibile si vince se si è propositivi. La necessità di modelli e valori comportamentali fanno l'uomo del domani. L'equilibrio nella collaborazione tra scuola, famiglia, politica e società, è l'auspicio espresso a fine serata, porterà ad un futuro sostenibile.