Politica
Gaetano Depalo è il nuovo Segretario cittadino di Forza Italia
Classe '75 succede al Commissario Domenico Damascelli
Giovinazzo - martedì 8 settembre 2015
16.41
L'ufficiosità c'era già dal 21 aprile scorso, con la nomina firmata dal Coordinatore Provinciale, Domenico Damascelli, in accordo con quello regionale, On. Luigi Vitali. Oggi, Gaetano Depalo, classe 1975, laureato in Giurisprudenza, è ufficialmente il nuovo Segretario cittadino di Forza Italia.
Il suo compito non sarà facile, a poco più di un anno e mezzo dalle prossime elezioni amministrative giovinazzesi. Il centro-destra lotta per ricompattarsi e lo fa soprattutto contro se stesso, troppo diviso in fazioni. Gaetano Depalo è tra quelli che crede nella compattezza di un fronte moderato, con persone che provengano dalla cultura liberale e da quella missina. Noi lo abbiamo sentito a margine di "Everest 2015", il campus nazionale politico dei giovani forzisti, chiusosi domenica 6 settembre presso l'hotel Riva del Sole. Ecco cosa è emerso.
Segretario, la sua elezione alla guida del partito a Giovinazzo vuol dire ricominciare da una nuova generazione?
«La mia nomina vuol dire che la sinergia delle idee, il dibattito costruttivo, il desiderio di essere parte attiva in una comunità piccola ma che deve affrontare mille problematiche può portare ad essere riconosciuti come meritori di fiducia altrui. Per andare, invece, nella direzione della domanda posta, il mio augurio più grande è che le nuove generazioni inizino a pensare che per cambiare, in qualsiasi contesto esse operino, c'è bisogno di impegnarsi ma, soprattutto, di esserci e di non essere, quindi, spettatori distratti e di rimando inermi».
Quali sono le linee programmatiche che intende discutere col partito e che vorrebbe portare avanti in questi primi mesi di incarico?
«Quando operi in un contesto dove il livore personale ha preso il sopravvento sul fare politica, ti piace pensare, magari egoisticamente, di poter essere di aiuto nel far capire che la politica stessa trova il suo principio ispiratore nel perseguire il bene comune. Quindi, prima di ipotizzare programmi, che sono la piattaforma di partenza per ogni comunione di intenti, sia indispensabile acquisire, a prescindere dalle ideologie politiche, la consapevolezza di lavorare tutti nell'interesse comune, lasciando da parte preconcetti e dietrologia, perseguendo l'idea di una città migliore».
La maggioranza a Palazzo di Città ha proposto a Ruggero Iannone, unico vostro Consigliere Comunale, di divenire il Presidente di una apposita commissione sull'Area di Sviluppo Industriale, mai decollata fino in fondo a Giovinazzo. Cosa ne pensa?
«Penso che la proposta sia figlia di un'azione portata avanti, negli anni, in Consiglio Comunale, mirata a non vedere il tuo antagonista politico come qualcosa da abbattere, ma come un portatore di idee che possono essere, come è fisiologico che possa accadere, in ogni contesto umano, sbagliate o perfettibili. Rivendico, infatti, le nostre battaglie sui temi ambientali avvallate dalle formali richieste dei vari Consigli Comunali monotematici, l'attivazione della videosorveglianza presente sul territorio sino ad allora mai resa operativa, l'evidenziare degli errori di calcolo sulle tariffe TARI e molto altro, solo perché ci pare giusto che la comunità sappia che la politica, in chiave locale, di questo si preoccupa: di catalizzare le problematiche evidenziate della gente o, in alternativa, rilevarle dalla lettura attenta delle carte, cercando di risolverle nel concreto. E per tornare alla domanda, penso che se operi bene anche gli "avversari politici" riconoscono la tua buona fede e le tue qualità e, se ci sarà un seguito alla proposta avanzata, è solo perché Forza Italia ed il suo consigliere hanno come credo quello di fare politica per qualcosa e non contro qualcuno».
Sul tema della discarica di San Pietro Pago vi siete spesi molto lo scorso autunno. La vostra posizione in merito resta identica a quella di allora? Giusta quindi la sua chiusura?
«La nostra posizione non è mai mutata e la richiesta di Consiglio Comunale monotematico, che ha certificato la volontà dell'intera assise di dire basta ad ulteriori ampliamenti, è la prova che era ferma volontà porre la parola fine su questo tema, in maniera anche formale. Quello che mi ha personalmente rattristato, ma questo lo dico da cittadino di questa città, e l'aver notato che ad accodarsi a questa battaglia sono accorsi, per un mero ritorno di immagine, anche coloro, ex amministratori, che hanno dimenticando di aver collaborato attivamente a questo stato, deprecabile, delle cose».
Forza Italia non ha sin qui preso posizione, almeno ufficialmente, sulla vicenda legata alla sentenza nel processo penale sulla zona artigianale D1.1. Quale è la vostra idea sull'intera vicenda?
«Quello che la sentenza ha chiarito, è che in questa città, grazie alla libera interpretazione delle leggi, l'illecito può divenire lecito. Non importa chi ne patirà le conseguenze, l'importante che nel paese dei burattini e del burattinaio l'interesse personale sia il principio ispiratore e non la morale. Senza entrare nel merito della vicenda tecnica sulla discussa opportunità o meno di una costituzione di parte civile. Essa rappresenta comunque un atto dovuto, in una ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, richiamata, quale alibi, soprattutto dagli ideatori di tale operazione speculativa, nella chiara intenzione di spostare l'attenzione dal vero problema.
Ma oltre questo tema, viene da fermarsi ad immaginare quali potrebbero essere gli scenari futuri in un caso in cui, a causa della "negligenza" di pochi, una intera comunità potrebbe risultare perdente. E perdenti saranno i proprietari degli immobili che, nel caso di soccombenza in giudizio definitivo, verranno colpiti dalla mannaia della giustizia. Ed ancora, perdente sarà l'intera comunità quando, in caso di vittoria dei medesimi, potremmo assistere ad eventuali, pesanti, azioni risarcitorie in danno ai noi tutti indistintamente. Tutto ciò a causa del "pressappochismo" di alcuni, noti ed occulti. Io ho invece l'assoluta certezza che se operi bene e nel rispetto delle regole, cosa evidentemente non accaduta, tali incresciose situazioni molto semplicemente non si verificano».
Chiudiamo con un tema discusso anche nel campus "Everest 2015" e che anima il dibattito interno a Forza Italia anche a livello nazionale. L'appeal del suo partito, in queste ultime tornate elettorali, è andato scemando. Come pensa di riconquistare, almeno su Giovinazzo, l'elettorato, soprattutto quello più giovane?
«Non esistono ricette per conquistare l'elettorato. L'augurio è che la gente giovane e meno giovane capisca che la politica è una macchina che prescinde dall'affluenza elettorale. 10-20-30% sono dati matematici, ma non scalfiscono l'operatività della stessa. L'Idea che deve radicarsi in ognuno è che essere parte di qualcosa, ti conferisce la possibilità di esprimere liberamente le tue idee. Soprattutto in ambito locale non c'è cosa più bella di poter dire di essere stato ispiratore di una idea, di aver contribuito alla realizzazione di un progetto o più semplicemente di aver aiutato qualcuno che magari era in difficoltà. La politica è ovunque, entra in ogni aspetto umano. Spetta dunque solo a noi cambiarla in meglio, con il nostro contributo attivo, perché è partecipando che si migliorano le cose, non asetticamente criticando e restando fuori dalla mischia».
Il suo compito non sarà facile, a poco più di un anno e mezzo dalle prossime elezioni amministrative giovinazzesi. Il centro-destra lotta per ricompattarsi e lo fa soprattutto contro se stesso, troppo diviso in fazioni. Gaetano Depalo è tra quelli che crede nella compattezza di un fronte moderato, con persone che provengano dalla cultura liberale e da quella missina. Noi lo abbiamo sentito a margine di "Everest 2015", il campus nazionale politico dei giovani forzisti, chiusosi domenica 6 settembre presso l'hotel Riva del Sole. Ecco cosa è emerso.
Segretario, la sua elezione alla guida del partito a Giovinazzo vuol dire ricominciare da una nuova generazione?
«La mia nomina vuol dire che la sinergia delle idee, il dibattito costruttivo, il desiderio di essere parte attiva in una comunità piccola ma che deve affrontare mille problematiche può portare ad essere riconosciuti come meritori di fiducia altrui. Per andare, invece, nella direzione della domanda posta, il mio augurio più grande è che le nuove generazioni inizino a pensare che per cambiare, in qualsiasi contesto esse operino, c'è bisogno di impegnarsi ma, soprattutto, di esserci e di non essere, quindi, spettatori distratti e di rimando inermi».
Quali sono le linee programmatiche che intende discutere col partito e che vorrebbe portare avanti in questi primi mesi di incarico?
«Quando operi in un contesto dove il livore personale ha preso il sopravvento sul fare politica, ti piace pensare, magari egoisticamente, di poter essere di aiuto nel far capire che la politica stessa trova il suo principio ispiratore nel perseguire il bene comune. Quindi, prima di ipotizzare programmi, che sono la piattaforma di partenza per ogni comunione di intenti, sia indispensabile acquisire, a prescindere dalle ideologie politiche, la consapevolezza di lavorare tutti nell'interesse comune, lasciando da parte preconcetti e dietrologia, perseguendo l'idea di una città migliore».
La maggioranza a Palazzo di Città ha proposto a Ruggero Iannone, unico vostro Consigliere Comunale, di divenire il Presidente di una apposita commissione sull'Area di Sviluppo Industriale, mai decollata fino in fondo a Giovinazzo. Cosa ne pensa?
«Penso che la proposta sia figlia di un'azione portata avanti, negli anni, in Consiglio Comunale, mirata a non vedere il tuo antagonista politico come qualcosa da abbattere, ma come un portatore di idee che possono essere, come è fisiologico che possa accadere, in ogni contesto umano, sbagliate o perfettibili. Rivendico, infatti, le nostre battaglie sui temi ambientali avvallate dalle formali richieste dei vari Consigli Comunali monotematici, l'attivazione della videosorveglianza presente sul territorio sino ad allora mai resa operativa, l'evidenziare degli errori di calcolo sulle tariffe TARI e molto altro, solo perché ci pare giusto che la comunità sappia che la politica, in chiave locale, di questo si preoccupa: di catalizzare le problematiche evidenziate della gente o, in alternativa, rilevarle dalla lettura attenta delle carte, cercando di risolverle nel concreto. E per tornare alla domanda, penso che se operi bene anche gli "avversari politici" riconoscono la tua buona fede e le tue qualità e, se ci sarà un seguito alla proposta avanzata, è solo perché Forza Italia ed il suo consigliere hanno come credo quello di fare politica per qualcosa e non contro qualcuno».
Sul tema della discarica di San Pietro Pago vi siete spesi molto lo scorso autunno. La vostra posizione in merito resta identica a quella di allora? Giusta quindi la sua chiusura?
«La nostra posizione non è mai mutata e la richiesta di Consiglio Comunale monotematico, che ha certificato la volontà dell'intera assise di dire basta ad ulteriori ampliamenti, è la prova che era ferma volontà porre la parola fine su questo tema, in maniera anche formale. Quello che mi ha personalmente rattristato, ma questo lo dico da cittadino di questa città, e l'aver notato che ad accodarsi a questa battaglia sono accorsi, per un mero ritorno di immagine, anche coloro, ex amministratori, che hanno dimenticando di aver collaborato attivamente a questo stato, deprecabile, delle cose».
Forza Italia non ha sin qui preso posizione, almeno ufficialmente, sulla vicenda legata alla sentenza nel processo penale sulla zona artigianale D1.1. Quale è la vostra idea sull'intera vicenda?
«Quello che la sentenza ha chiarito, è che in questa città, grazie alla libera interpretazione delle leggi, l'illecito può divenire lecito. Non importa chi ne patirà le conseguenze, l'importante che nel paese dei burattini e del burattinaio l'interesse personale sia il principio ispiratore e non la morale. Senza entrare nel merito della vicenda tecnica sulla discussa opportunità o meno di una costituzione di parte civile. Essa rappresenta comunque un atto dovuto, in una ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, richiamata, quale alibi, soprattutto dagli ideatori di tale operazione speculativa, nella chiara intenzione di spostare l'attenzione dal vero problema.
Ma oltre questo tema, viene da fermarsi ad immaginare quali potrebbero essere gli scenari futuri in un caso in cui, a causa della "negligenza" di pochi, una intera comunità potrebbe risultare perdente. E perdenti saranno i proprietari degli immobili che, nel caso di soccombenza in giudizio definitivo, verranno colpiti dalla mannaia della giustizia. Ed ancora, perdente sarà l'intera comunità quando, in caso di vittoria dei medesimi, potremmo assistere ad eventuali, pesanti, azioni risarcitorie in danno ai noi tutti indistintamente. Tutto ciò a causa del "pressappochismo" di alcuni, noti ed occulti. Io ho invece l'assoluta certezza che se operi bene e nel rispetto delle regole, cosa evidentemente non accaduta, tali incresciose situazioni molto semplicemente non si verificano».
Chiudiamo con un tema discusso anche nel campus "Everest 2015" e che anima il dibattito interno a Forza Italia anche a livello nazionale. L'appeal del suo partito, in queste ultime tornate elettorali, è andato scemando. Come pensa di riconquistare, almeno su Giovinazzo, l'elettorato, soprattutto quello più giovane?
«Non esistono ricette per conquistare l'elettorato. L'augurio è che la gente giovane e meno giovane capisca che la politica è una macchina che prescinde dall'affluenza elettorale. 10-20-30% sono dati matematici, ma non scalfiscono l'operatività della stessa. L'Idea che deve radicarsi in ognuno è che essere parte di qualcosa, ti conferisce la possibilità di esprimere liberamente le tue idee. Soprattutto in ambito locale non c'è cosa più bella di poter dire di essere stato ispiratore di una idea, di aver contribuito alla realizzazione di un progetto o più semplicemente di aver aiutato qualcuno che magari era in difficoltà. La politica è ovunque, entra in ogni aspetto umano. Spetta dunque solo a noi cambiarla in meglio, con il nostro contributo attivo, perché è partecipando che si migliorano le cose, non asetticamente criticando e restando fuori dalla mischia».