Cronaca
Furti in appartamento e ricettazione: 8 arresti. Un colpo a Giovinazzo
Il raid, in via Solferino, risale al 2021. Al vertice dell’organizzazione c'era, per l’accusa, Giovanni Cassano, fratellastro di Antonio
Giovinazzo - mercoledì 17 gennaio 2024
22.55
8 arresti, ritenuti appartenenti a un sodalizio criminale nelle province di Bari e Barletta, Andria e Trani, dedito prevalentemente ai furti in appartamento: uno quello consumato a Giovinazzo, nel 2021, da un'organizzazione al cui vertice c'era il 51enne barese Giovanni Cassano, già rinchiuso a Taranto e fratellastro di Antonio.
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli, che stamane hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana de Cristofaro - gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, furti di auto, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale - è partita a dicembre 2020 fra Castellana Grotte e Conversano.
Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell'acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche con pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i raid: uno quello compiuto a Giovinazzo, da parte di «'u Curt», con il 64enne Domenico Padolecchia, il 30enne Gennaro Cassano, il 47enne Giuseppe Armenise e la 67enne Maria Calabrese, tutti di Bari.
Gli indagati, il 14 settembre 2021 - quel giorno, a Giovinazzo, se lo ricordano tutti - «in concorso tra loro e con Cassano Giovanni (nei cui confronti si è proceduto separatamente) con violenza sulle cose e l'uso di mezzi fraudolenti, asportavano dall'interno» della Ford Fusion di un giovinazzese le chiavi della sua abitazione, in via Solferino, «che utilizzavano per introdursi nel predetto appartamento e sottrarre oggetti in oro custoditi nella cassaforte, forzata con la fiamma ossidrica».
L'immediato intervento dei Carabinieri della locale Stazione permise di individuare Cassano (Giovanni) e Armenise nel portone di via Solferino. «Mentre Armenise trovava riparo all'interno del condominio, riuscendo poi a scappare, Cassano - si legge agli atti dell'inchiesta - affrontava i militari intervenuti, coi quali ingaggiava una colluttazione», prima di fuggire. L'uomo, riconosciuto dai militari, fu denunciato, fra gli altri, per i reati di furto in abitazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Fu Armenise a raccontare tutto, non sapendo di essere intercettato: «Giovanni Cassano è stato fermato dai Carabinieri. Io, invece, mi sono buttato nel portone, mi sono fatto aprire da una del secondo piano, mi ha aperto la porta. Quella a gridare… sono entrato dentro e dall'interno mi sono buttato giù, da sopra al balcone».
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli, che stamane hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana de Cristofaro - gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, furti di auto, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale - è partita a dicembre 2020 fra Castellana Grotte e Conversano.
Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell'acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche con pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i raid: uno quello compiuto a Giovinazzo, da parte di «'u Curt», con il 64enne Domenico Padolecchia, il 30enne Gennaro Cassano, il 47enne Giuseppe Armenise e la 67enne Maria Calabrese, tutti di Bari.
Gli indagati, il 14 settembre 2021 - quel giorno, a Giovinazzo, se lo ricordano tutti - «in concorso tra loro e con Cassano Giovanni (nei cui confronti si è proceduto separatamente) con violenza sulle cose e l'uso di mezzi fraudolenti, asportavano dall'interno» della Ford Fusion di un giovinazzese le chiavi della sua abitazione, in via Solferino, «che utilizzavano per introdursi nel predetto appartamento e sottrarre oggetti in oro custoditi nella cassaforte, forzata con la fiamma ossidrica».
L'immediato intervento dei Carabinieri della locale Stazione permise di individuare Cassano (Giovanni) e Armenise nel portone di via Solferino. «Mentre Armenise trovava riparo all'interno del condominio, riuscendo poi a scappare, Cassano - si legge agli atti dell'inchiesta - affrontava i militari intervenuti, coi quali ingaggiava una colluttazione», prima di fuggire. L'uomo, riconosciuto dai militari, fu denunciato, fra gli altri, per i reati di furto in abitazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Fu Armenise a raccontare tutto, non sapendo di essere intercettato: «Giovanni Cassano è stato fermato dai Carabinieri. Io, invece, mi sono buttato nel portone, mi sono fatto aprire da una del secondo piano, mi ha aperto la porta. Quella a gridare… sono entrato dentro e dall'interno mi sono buttato giù, da sopra al balcone».