Cronaca
Favorì la latitanza di due uomini a Giovinazzo. In carcere un 39enne
Christopher Luigi Petrone, 39enne di Bari, è fra i 135 arrestati del maxi blitz di Bari. I fatti risalgono al 2018
Giovinazzo - lunedì 26 febbraio 2024
17.09
Non ci sono solo le elezioni comunali del 2019 di Bari nell'indagine che, questa mattina, ha portato all'esecuzione di due diverse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 135 persone. Tra gli arrestati anche Christopher Luigi Petrone accusato di avere favorito la latitanza di Alessandro Morra e Pasquale Pazienza.
I due, infatti, furono arrestati all'alba del 7 agosto 2018 dalla Polizia di Stato a Giovinazzo: entrambi - il primo è considerato la mente del gruppo criminale che ha messo a segno un colpo da 8 milioni di euro nel caveau dell'istituto di vigilanza Sicurtransport di Catanzaro nel 2016, l'altro un suo sodale - si nascondevano in una tenuta in località Casino della Principessa. Qui, il padre dell'indagato, Michele, «ha dato alloggio, assistenza e copertura ai due ricercati» dal 20 aprile 2018.
«Alle attività di assistenza, di copertura e di fiancheggiamento è risultato pienamente partecipe anche» il figlio, 39enne di Bari. L'uomo, infatti, «ha svolto un ruolo attivo anche nella ricerca di un nuovo e differente alloggio rispetto a quello del genitore, per garantire rifugio e permettere ai due ricercati di continuare a sottrarsi alla giustizia». L'indagine ha certificato come l'uomo «fosse indubitabilmente a conoscenza dell'identità e dei trascorsi criminali dei fuggitivi ospitati dal padre».
Il 39enne, arrestato, è stato rinchiuso nel carcere di Bari: è accusato, oltre ai reati di rapina e altri capi di imputazione all'intero gruppo associativo del clan Parisi, di favoreggiamento personale con l'aggravante dell'aver agevolato l'attività dell'associazione mafiosa 'Ndrangheta operante a Catanzaro e nei territori limitrofi.
I due, infatti, furono arrestati all'alba del 7 agosto 2018 dalla Polizia di Stato a Giovinazzo: entrambi - il primo è considerato la mente del gruppo criminale che ha messo a segno un colpo da 8 milioni di euro nel caveau dell'istituto di vigilanza Sicurtransport di Catanzaro nel 2016, l'altro un suo sodale - si nascondevano in una tenuta in località Casino della Principessa. Qui, il padre dell'indagato, Michele, «ha dato alloggio, assistenza e copertura ai due ricercati» dal 20 aprile 2018.
«Alle attività di assistenza, di copertura e di fiancheggiamento è risultato pienamente partecipe anche» il figlio, 39enne di Bari. L'uomo, infatti, «ha svolto un ruolo attivo anche nella ricerca di un nuovo e differente alloggio rispetto a quello del genitore, per garantire rifugio e permettere ai due ricercati di continuare a sottrarsi alla giustizia». L'indagine ha certificato come l'uomo «fosse indubitabilmente a conoscenza dell'identità e dei trascorsi criminali dei fuggitivi ospitati dal padre».
Il 39enne, arrestato, è stato rinchiuso nel carcere di Bari: è accusato, oltre ai reati di rapina e altri capi di imputazione all'intero gruppo associativo del clan Parisi, di favoreggiamento personale con l'aggravante dell'aver agevolato l'attività dell'associazione mafiosa 'Ndrangheta operante a Catanzaro e nei territori limitrofi.