Attualità
FAI e Pro Loco in difesa delle pagliare
Sabato sera un incontro per fare chiarezza su violazioni e salvaguardia del patrimonio rurale
Giovinazzo - lunedì 4 dicembre 2017
13.55
Due associazioni si sono incontrate e, unendosi, hanno affrontato a più voci un argomento caro ad entrambe, visto che fa riferimento all'ambiente e alla tutela del territorio: Giovinazzo- Le pagliare tra memoria e distruzione all'intero del "Parco multifunzionale dei casali e delle torri del nord barese".
Sabato sera, 2 dicembre, infatti, Michele Camporeale, coordinatore del gruppo di volontari FAI di Giovinazzo-Delegazione di Bari, e la Pro Loco, rappresentata dalla presidentessa Carolina Serrone e dall'ingegnere Elena De Pascalis, hanno ideato un incontro-conferenza stampa svoltosi nella sede dell'associazione Pro Loco, in piazza Umberto I, per parlare di un elemento presente nel territorio rurale, le pagliare, piccoli edifici in pietra a secco a tronco di piramide.
Michele Camporeale ha subito introdotto il tema evidenziando che in maniera congiunta il FAI e la Pro Loco hanno deciso di puntare un faro su un problema che potrebbe divenire di vasta dimensione e che quindi ha bisogno di essere affrontato attraverso una corretta informazione. Sugli aspetti legati alla tutela del territorio e all'ambiente, principi del FAI si è soffermato lo stesso Camporeale, mentre Elena De Pascalis ha affrontato l'argomento sotto il profilo normativo.
L'incontro ha trovato nella disponibilità di Carolina Serrone la possibilità di procedere con unità d'intenti relativamente ad una tematica importante per la salvaguardia del nostro agro. Dal canto suo, l'architetto Camporeale, si farà portavoce del gruppo dei volontari di Giovinazzo, presenti nella gremita sala della Pro Loco, con il preciso intento di arginare la demolizione di questi elementi rappresentativi della nostra terra e del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, cercando di partire all'articolo 9 della Costituzione italiana, norma pensata per l'appunto per la tutela del territorio.
Dal comunicato stampa ufficiale prodotto per illustrare l'argomento si evincono informazioni tecniche specifiche: «Il Comune di Giovinazzo con l'adeguamento del PRGC al PPTR, avvenuto con delibera di Consiglio comunale del 31 marzo 2017, ha confermato il Paesaggio Rurale previsto nel PPTR, sottoponendo a tutela lo stesso ed i beni diffusi in esso come le "pagghiare", rendendo obbligatorie le raccomandazioni contenute nelle linee guida per il restauro ed il riuso dei manufatti in pietra a secco, e la procedura di verifica di compatibilità paesaggistica.
Tuttavia, da una verifica della cartografia a disposizione [...], nel suo adeguamento il Comune ha omesso l'attenta ricognizione dei beni diffusi nel suo Paesaggio rurale, cosi come richiesto nell'approfondimento del quadro delle conoscenze previsto dal PPTR. Infatti, da un confronto con la carta tecnica regionale del 2006 è visibile una quantità considerevole di pagliare presenti sul territorio di Giovinazzo. Pertanto è necessario implementare la suddetta ricognizione, considerando la possibilità di consultare le ortofoto regionali effettuate con 'ultimo volo del 2015.
È necessario ripristinare il corretto funzionamento della commissione tecnica locale del paesaggio che, ci risulta, non viene convocata da un anno, perché si mettano in atto le corrette procedure di rilascio di pareri e controlli per evitare sia le demolizioni, che le inappropriate forme di recupero in assenza dei pareri obbligatori; chiaramente la mancanza di una ricognizione e censimento dei beni non agevola questo lavoro».
Anche queste strutture rurali, a parere dell'architetto giovinazzese, sono elementi utili per rilanciare un turismo sostenibile. Il progetto di valorizzazione e di tutela delle pagliare nella vicina città di Molfetta sarebbe già avvenuto, mentre a Giovinazzo c'è ancora molto da fare. Al momento, queste demolizioni sono di poche unità, ma il fenomeno potrebbe ampliarsi ed occorre porre attenzione.
L'intervento dell'ingegnere Elena De Pascalis è entrato nello specifico della normativa e delle leggi che regolano questo argomento.
Per questi immobili, a detta dell'ingegnere, non sussiste obbligo di accatastamento perché, se la struttura conserva la sua originaria natura rurale, non produce reddito e non c'è da pagare tassa al catasto. Per non versare tasse occorre una certificazione con fotografie, prodotta dal proprietario che attesta, su annessa dichiarazione di un tecnico esperto, la precarietà della struttura simile ad un trullo. Questa documentazione può essere presentata all'ufficio preposto del catasto per dimostrare che la pagliara è intatta nella sua struttura rurale.
Diverso è il caso in cui il manufatto rurale dovesse essere stato oggetto di ristrutturazione, perché in quella circostanza si deve fare accatastamento in quanto produce reddito. La socia Pro Loco ha evidenziato quanto sia necessario un piano di controllo generale che ponga evidenza sulle diverse tipologie di manufatto del tipo pagliara. È necessario, infine, un censimento che il Comune deve redigere per garantire tutela del patrimonio storico.
Nel comunicato stampa, in conclusione, le due associazioni hanno precisato che «Il prossimo episodio di cui avremo contezza circostanziata sarà oggetto di una denuncia puntuale delle istituzioni preposte per omessi controlli».
Sabato sera, 2 dicembre, infatti, Michele Camporeale, coordinatore del gruppo di volontari FAI di Giovinazzo-Delegazione di Bari, e la Pro Loco, rappresentata dalla presidentessa Carolina Serrone e dall'ingegnere Elena De Pascalis, hanno ideato un incontro-conferenza stampa svoltosi nella sede dell'associazione Pro Loco, in piazza Umberto I, per parlare di un elemento presente nel territorio rurale, le pagliare, piccoli edifici in pietra a secco a tronco di piramide.
Michele Camporeale ha subito introdotto il tema evidenziando che in maniera congiunta il FAI e la Pro Loco hanno deciso di puntare un faro su un problema che potrebbe divenire di vasta dimensione e che quindi ha bisogno di essere affrontato attraverso una corretta informazione. Sugli aspetti legati alla tutela del territorio e all'ambiente, principi del FAI si è soffermato lo stesso Camporeale, mentre Elena De Pascalis ha affrontato l'argomento sotto il profilo normativo.
L'incontro ha trovato nella disponibilità di Carolina Serrone la possibilità di procedere con unità d'intenti relativamente ad una tematica importante per la salvaguardia del nostro agro. Dal canto suo, l'architetto Camporeale, si farà portavoce del gruppo dei volontari di Giovinazzo, presenti nella gremita sala della Pro Loco, con il preciso intento di arginare la demolizione di questi elementi rappresentativi della nostra terra e del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, cercando di partire all'articolo 9 della Costituzione italiana, norma pensata per l'appunto per la tutela del territorio.
Dal comunicato stampa ufficiale prodotto per illustrare l'argomento si evincono informazioni tecniche specifiche: «Il Comune di Giovinazzo con l'adeguamento del PRGC al PPTR, avvenuto con delibera di Consiglio comunale del 31 marzo 2017, ha confermato il Paesaggio Rurale previsto nel PPTR, sottoponendo a tutela lo stesso ed i beni diffusi in esso come le "pagghiare", rendendo obbligatorie le raccomandazioni contenute nelle linee guida per il restauro ed il riuso dei manufatti in pietra a secco, e la procedura di verifica di compatibilità paesaggistica.
Tuttavia, da una verifica della cartografia a disposizione [...], nel suo adeguamento il Comune ha omesso l'attenta ricognizione dei beni diffusi nel suo Paesaggio rurale, cosi come richiesto nell'approfondimento del quadro delle conoscenze previsto dal PPTR. Infatti, da un confronto con la carta tecnica regionale del 2006 è visibile una quantità considerevole di pagliare presenti sul territorio di Giovinazzo. Pertanto è necessario implementare la suddetta ricognizione, considerando la possibilità di consultare le ortofoto regionali effettuate con 'ultimo volo del 2015.
È necessario ripristinare il corretto funzionamento della commissione tecnica locale del paesaggio che, ci risulta, non viene convocata da un anno, perché si mettano in atto le corrette procedure di rilascio di pareri e controlli per evitare sia le demolizioni, che le inappropriate forme di recupero in assenza dei pareri obbligatori; chiaramente la mancanza di una ricognizione e censimento dei beni non agevola questo lavoro».
Anche queste strutture rurali, a parere dell'architetto giovinazzese, sono elementi utili per rilanciare un turismo sostenibile. Il progetto di valorizzazione e di tutela delle pagliare nella vicina città di Molfetta sarebbe già avvenuto, mentre a Giovinazzo c'è ancora molto da fare. Al momento, queste demolizioni sono di poche unità, ma il fenomeno potrebbe ampliarsi ed occorre porre attenzione.
L'intervento dell'ingegnere Elena De Pascalis è entrato nello specifico della normativa e delle leggi che regolano questo argomento.
Per questi immobili, a detta dell'ingegnere, non sussiste obbligo di accatastamento perché, se la struttura conserva la sua originaria natura rurale, non produce reddito e non c'è da pagare tassa al catasto. Per non versare tasse occorre una certificazione con fotografie, prodotta dal proprietario che attesta, su annessa dichiarazione di un tecnico esperto, la precarietà della struttura simile ad un trullo. Questa documentazione può essere presentata all'ufficio preposto del catasto per dimostrare che la pagliara è intatta nella sua struttura rurale.
Diverso è il caso in cui il manufatto rurale dovesse essere stato oggetto di ristrutturazione, perché in quella circostanza si deve fare accatastamento in quanto produce reddito. La socia Pro Loco ha evidenziato quanto sia necessario un piano di controllo generale che ponga evidenza sulle diverse tipologie di manufatto del tipo pagliara. È necessario, infine, un censimento che il Comune deve redigere per garantire tutela del patrimonio storico.
Nel comunicato stampa, in conclusione, le due associazioni hanno precisato che «Il prossimo episodio di cui avremo contezza circostanziata sarà oggetto di una denuncia puntuale delle istituzioni preposte per omessi controlli».